Il convento di San Matteo come bene culturale
Significato antico e attuale della doppia denominazione: San Giovanni in Lamis e S. Matteo
L’edificio conventuale e le raccolte in esso conservate sono una sintesi delle due fasi della lunga storia di San Matteo: la prima, benedettina e cistercense, finita nel 1578, e la seconda, francescana, dal 1578 in poi.
Queste due fasi, esplicitate dalla doppia denominazione del monastero, San Giovanni in Lamis e San Matteo, ancora oggi rappresentano il duplice rapporto che questa casa religiosa ha avuto, e tuttora ha, con le popolazioni del Gargano e della Daunia in genere.
Il nome originario del convento, che persiste tuttora nei documenti liturgici, è San Giovanni in Lamis. Probabilmente dalla metà del sec. XVI, o forse dalla fine del XV, fu chiamato “San Matteo” e poi, con l’affidamento ai frati minori nel 1578, ebbe il suo nome definitivo di “Convento di San Matteo”.
Da una parte, quindi, San Giovanni in Lamis, monastero benedettino e cistercense, realtà spirituale eccelsa densa di contemplazione e di preghiera, ma anche ente feudale, arroccato in alto, da raggiungere con fatica, dotato di grandi possedimenti, affidati a vassalli e servi della gleba.
Dall’altra, convento di San Matteo, reso domestico dalla nuova spiritualità francescana, dalle vie di comunicazione, dall’esigenza della preghiera e dell’intercessione del santo, dal fluire dei pellegrini.
Di San Giovanni in Lamis resta il vasto e autorevole impianto abbaziale le cui splendide tracce emergono da resti architettonici, nella chiesa, nei corridoi, nelle sale; alcune si possono ammirare nel Lapidarium medievale sotto forma di raffinati ornamenti architettonici. Resta la posizione alta sull’abitato di San Marco in Lamis, arroccata a mezza montagna a guardia della strada, la Via Francisca dei documenti, che attraverso l’ampia porta occidentale del Gargano, sale dalla pianura verso l’interno del Gargano meridionale costellato di abbazie, santuari e romitaggi. Restano i suoi privilegiati rapporti con le città di San Giovanni Rotondo e San Marco in Lamis, non più soggette per vincoli feudali ma ancora legatissime da vincoli spirituali e di amicizia.
Il nome di Convento di San Matteo indica invece una storia fatta esclusivamente di legami umani e religiosi, liberi da pastoie giurisdizionali; rapporti quotidiani, minuti, con gente di bassa condizione sociale ed economica, prima di tutti contadini e pastori, artigiani, boscaioli, perpetuamente alle prese con l’esigenza di salvarsi l’anima e, possibilmente, sopravvivere alle angherie dell’esistenza.
Significato della doppia denominazione
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