Restauro del coro e il portale della chiesa benedettina
Agli inizi del 1988 il coro ligneo viene smontato per le operazioni di restauro.
Il coro è costituito da un’alta spalliera su cui s’innestano un serie di stalli muniti di braccioli. Gli stalli del piano superiore sono muniti di un inginocchiatoio che arriva fino al pavimento. All’inginocchiatoio è appoggiato un lungo seditoio.
25 novembre 1988. Inizia la fase di rimontaggio del coro restaurato dai fratelli Antonio e Pietro De Felice, da Domenico figlio di Antonio e da Nicola Petruccelli.
Il 27 aprile 1989, dopo 16 mesi, il coro ligneo è tornato al suo posto.
Il restauro del coro non si è limitato al recupero di un manufatto storico a cui quasi tutti i frati della nostra provincia erano legati perché nei suoi stalli avevano pregato e cantato, ma ha provocato anche una più puntuale e profonda conoscenza dell’intera storia dell’edificio. Fu scoperto un graffito tracciato con uno strumento affilato all’interno di uno stallo della fila superiore. Il graffito recita:
”Anno Domini 1676 frater Angelus a Macchiagodena XI Augusti”, quindi l’undici agosto del 1676 Fr. Angelo da Macchiagodena, probabile autore del coro, mise la sua firma a lavoro concluso.
L’altra novità è stata il ritrovamento del primitivo portale d’ingresso alla chiesa posto al centro dell’attuale abside. Dal precedente studio dei locali siti al lato orientale, posti a destra della porta d’ingresso del convento, si era dedotto che il primitivo ingresso del convento e della chiesa doveva essere ad oriente. L’ipotesi è stata confermata dal ritrovamento del grande portale che dall’attuale “telonio” portava in chiesa. Il primitivo portale, dalla seconda metà del sec. XVII coperto dalla spalliera del coro, fu perfettamente visibile dall’abside della chiesa. Dalla parete occidentale del “telonio”, invece, non era visibile, nascosto dalla curvatura della volta. Dal corridoio d’ingresso al convento, sul lato sinistro della porta del “telonio” è visibile lo spigolo settentrionale della facciata della chiesa entro la quale s’iscriveva il vecchio portale. La sezione sommitale della facciata è visibile, insieme alla sua finestra rotonda, dall’interno del lucernario da cui la chiesa riceve luce da una finestra chiusa da preziosa vetrata raffigurante l’Immacolata Concezione.
Il riassemblaggio del coro è stato preceduto dal completo rifacimento dell’armatura che lo sorregge e lo fissa alle pareti.
29 aprile 1989. Seduta di studio e concerto di musica classica e gregoriana dal titolo San Matteo: venti anni di restauro. Dopo venti anni di restauro della chiesa e di molti locali del convento, oggi è possibile tracciare un bilancio, anche se provvisorio, di tutti i ritrovamenti che hanno contribuito alla conoscenza di diversi tratti di storia sia del periodo benedettino-cistercense, sia di quello francescano.
Dopo il saluto del padre guardiano, p. Nicola De Michele, è seguito il lungo intervento dell’arch. Nunzio Tomaiuoli che ha sempre diretto i lavori. È seguito un concerto di musica classica tenuto dal coro “Te Deum laudamus”, diretto dal M° Luigi La Porta, e di musica gregoriana del coro “Cantemus Domino” diretto da p. Mario Villani.
1993-1994. Si dota la chiesa di banchi nuovi. Intanto è stato costruito il grande organo a canne. Il coro superiore è stato modificato. Gli stalli esistenti sono stati rimossi per far posto all’organo. Per la storia, gli stalli rimossi erano stati donati al comune di San Marco in Lamis, quando, anno imprecisato, nel municipio fu allestita la nuova sala per le riunioni del consiglio comunale. Poiché l’organo aveva bisogno di stabilità termica fu necessario chiudere il porticato della chiesa costruito negli anni 1926-28 con apposite vetrate sostenute da adeguati supporti in ferro.
Restauro del coro e il portale della chiesa
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