A quest’ultimo aspetto si dedicò per lunghi anni p. Gerardo Di Lorenzo della comunità di S. Matteo dove era docente di filosofia ai giovani frati studenti.
Fin da quando studiava nel Pontificio Ateneo Antoniano di Roma si interessava ai problemi sociali. Sul Gargano le ferite ancora sanguinanti della guerra, l’endemica povertà del meridione aggravata dall’ignoranza e dalla lontananza dal resto del mondo, interpellarono la coscienza del giovane filosofo e lo indussero ad approfondire le situazioni sperimentando di persona lo stato di disagio, a guardarsi intorno e cercare contatti. Era tagliato per questo compito. Già da studente si era mostrato capace di conoscere gli uomini, stringere amicizie durature, sapersi
aprire e chiedere per gli altri senza vergogna. Sapeva mettersi alla pari di tutti, parlava al politico e al bracciante, aveva una buona cognizione dei meccanismi burocratico-amministrativi. Fu lui il regista poco appariscente di tutta una serie di interventi dello Stato e delle varie amministrazioni non solo a beneficio del convento di S. Matteo, ma anche di San Marco in Lamis e, in genere, del Gargano.
Di p. Gerardo nella cronistoria redatta fino al 1953, da p. Leonardo Jannacci, come in quelle compilate da altri cronisti, non si parla affatto. Ed è giusto che sia così. D’altra parte il padre si muoveva nell’ambito di un’azione programmatica della fraternità francescana, e poi anche per lui valeva il detto evangelico “non sappia la destra quel che fa la sinistra”. Tutto è per Dio, e noi siamo solo servi che fanno quel che ci è stato ordinato. Se oggi qualcosa di lui si riesce a dire, è ciò che è ancora affidato alla memoria riconoscente. Tutta la sua storia scritta è costituita
dalle poche e scarne note delle sue agende conservate nell’archivio della Bibliotecadi S. Matteo.
Nell’economia di questa storia è necessario sottolineare che p. Gerardo è stato un momento particolarmente qualificato del servizio ai poveri e agli ultimi.
Egli è stato il tramite tra la zona della politica e delle decisioni e quella infima dei poveri.
P. Gerardo Di Lorenzo
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