La sua esistenza è attestata fin dalla metà del sec. XVI. Sia Francesco Gonzaga sia il Razzi testimoniano che nel santuario ai pellegrini veniva data la benedizione con l’olio della lampada che ardeva dinanzi alla reliquia del santo apostolo ed evangelista. All’origine questa benedizione, a cui i devoti riconoscevano una speciale protezione da parte del santo, veniva impartita solo alle persone che erano state morse dai cani arrabbiati.
Verso il 1963 il telonio ebbe una sede tutta sua: un locale sito nell’ala settentrionale del convento, vicino alla sacrestia a cui si accedeva direttamente dalla chiesa.
La frequenza aumentò. Verso il 1980 fu trasferito in una sala posta nel corridoio d’ingresso del convento. I pellegrini erano cresciuti ed era necessario un locale dove si potessero accogliere comitive numerose. Era necessario anche evitare schiamazzi e rumori per assicurare il necessario raccoglimento per lo svolgimento delle liturgie, per le confessioni e la preghiera privata.
Per tutte le ore di apertura del convento il telonio era presidiato in permanenza da un frate che accoglieva le persone, dava loro le informazioni necessarie per ciò di cui avevano bisogno: confessioni, colloqui personali, visite al convento, biblioteca; riceveva le offerte, segnava le Sante Messe, vendeva i ricordini. Per tanti sevizi erano disponibili diversi laici volontari. Il telonio divenne anche una delle principali risorse per l’economia del convento. Gli indirizzi dei benefattori, dei pellegrini e dei visitatori erano elaborati dalla segreteria del santuario da cui partivano i ringraziamenti, i bollettini di informazione, i calendari, ecc.
Il telonio
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