La vita in un attimo, il tempo ristretto delle tavolette votive
La maggior parte delle tavolette votive descrivono incidenti: stradali, di lavoro, di casa, del mondo contadino, con animali, carretti, automobili, ecc. L’incidente è costituito dal sorgere improvviso e imprevedibile di un elemento che provoca il passaggio repentino da uno stato di quiete, di equilibrio fisico e psicologico, di tranquillo scorrere del tempo, a condizione nuova in cui tutto è fluido, in movimento, e senza che questo movimento sia razionalmente controllabile.
L’ex voto documenta il momento stesso in cui il dramma si consuma; l’attimo in cui il mondo esplode e la persona diventa pura fisicità soggetta ad altre leggi.
L’assenza di consapevolezza è totale. L’evento assorbe lo spazio, il tempo, l’essere della persona in un turbinio vorticoso, compresso in pochi istanti, che cambia radicalmente la vita, dopo il quale niente più è possibile di quanto fosse un attimo prima. È l’imprevisto e l’imprevedibile che azzera tutto, ciò che si è e ciò che si ha, abilità e ricchezze, insieme al complesso delle relazioni, di affetti e di interessi.
La persona che, tranquilla, percorre la sua strada, o attende al suo lavoro, o è immersa nel quieto scorrere della vita quotidiana, circondata da affetti e relazioni stabili e conosciute, d’improvviso non ha più contatti con se stessa, perde la percezione del fluire della vita. Non è in grado di compiere azioni né reazioni. Il tempo che sta vivendo è talmente ristretto e compresso che non gli è consentito di chiedere o desiderare un aiuto.
Credo che l’essenza della tavoletta votiva sia proprio qui. Il santo è presente all’evento, come sono presenti i parenti, gli amici, i colleghi della vittima: ritratti con le braccia alzate, del tutto impreparati, protestano la loro impotenza, meravigliati e sgomenti incapaci di capire. L’intervento del santo è contemporaneo, intrinseco all’evento stesso. Il santo scende nelle vicende umane, anche lui è partecipe e protagonista, interviene dall’interno dell’avvenimento cambiandone il naturale esito,
Dorotino Matteo nato il 4 aprile 1939 a Manfredonia nell’offrire al San Matteo vuole ricordare con devozione al Santo il giorno 16 ottobre 1970 giorno in cui si accasciò su di lui la tremenda sciagura: mentre rincasava con l’auto finisce contro la murata di pietre capovolgendosi più volte sulla strada ne esce illeso.
L’intervento di Dio attraverso i suoi santi non è provocato da un gemito o da un’invocazione, non deriva da una promessa, non è frutto di impietosimento. È gratuito, come gratuito e imprevisto è l’incidente occorso. Alcune tavolette votive esprimono esplicitamente e con grande chiarezza questo fatto. La tavoletta n. 414 raffigura un incidente occorso a due persone che a bordo di un calesse percorrono una strada di montagna. Arrivati a un ponticello su un profondo canale in fondo al quale scorre un torrente, il cavallo per cause sconosciute scavalca la spalletta e precipita nel vuoto trascinandosi il calesse. Il calesse resta ancorato alla spalletta del ponticello col cavallo a mezz’aria appeso ai finimenti. I due passeggeri a capofitto sono giunti quasi sul fondo, dove San Matteo li aspetta con le braccia aperte.
La tavoletta n. 157 raffigura una scena di violenza brigantesca. Un’automobile percorre una strada solitaria. All’improvviso è incrociata da una banda di briganti armati di fucili e bastoni. I passeggeri guardano spaventati. Poi un lampo abbaglia i malviventi. La Madonna Addolorata, col petto trafitto dalle sette spade, s’interpone; gli assalitori alzano le braccia in gesto di meravigliato terrore.
La tavoletta n. 457 narra di una bimba, pronta per la scuola, col grembiulino e la cartella a tracolla, che cade dal secondo piano. La bimba vola a testa in giù verso l’impiantito, dal basso le sale incontro con le ali aperte l’Angelo Custode.