S. Matteo protettore degli animali di campagna Convento di San Matteo-Foto del 2012L’asino, umile lavoratore silenzioso, è uno strumento prezioso e un capitale da difendere. Per questo motivo i contadini garganici e del Tavoliere amano immaginare che la protezione del santo vada ben oltre le persone e abbracci anche gli animali. Diverse decine degli oltre 500 ex voto attualmente conservati nel santuario di S. Matteo hanno come protagonisti gli animali vittime di incidenti e malattie. Una tavoletta dipinta, la n. 038 fotografa lo stato d’animo in cui si trova la famiglia quando muore un animale da lavoro: nella stalla, disteso sul pavimento, con la bocca semiaperta, un cavallo sta esalando l’ultimo respiro. La moglie del contadino, inginocchiata, innalza verso l’immagine del santo il figlioletto in fasce. Il già citato p. Agostino Mattielli, il 31 maggio del 1683, arrivato a S. Matteo in visita canonica, si trovò nel bel mezzo di un intensissimo traffico di uomini e animali: greggi e pastori locali in transito dalla pianura alla montagna per la piccola transumanza, o transumanza verticale, accucciate nel piccolo piazzale in attesa della benedizione; pellegrini arrivati a piedi dall’Abruzzo, dal Molise, dalla Puglia Piana e dalla Terra di Bari; greggi di transumanti abruzzesi in attesa di ricevere anch’esse la benedizione prima di partire per i loro monti. Fu per lui una vista divertente e molto coinvolgente che gli strappò, nella relazione scritta, diversi superlativi. Riferisce:
Convento di San Matteo-Foto del 2012un dente di questo Apostolo … che si conserva in sagristia in un ostensorio d’argento et è in gran devotione appresso a tutta la Puglia per li continui miracoliche fa e le gratie che se ne ricevono, massime per l’infermità dell’animali de’ quali abbonda la Puglia: cavalle, pecore, vaccine, porci e tutti che toccati con l’oglio della lampada che arde avanti all’altare di esso Santo guariscono subito e ciò si vede ogni giorno, poi che vi conducono spesso le massarie intiere a toccargli e vanno sani. Per ciò il convento è comodissimo, che da tutta la Puglia riceve grosse limosine in specie tutti li segnano un polledro indistintamente e quando ha tre anni lo consegnano ai frati; così li vitelli et ogni volta che s’infermano li bestiami; onde alla fiera di Foggia dove si vanno a pigliare et il Sindaco Apostolico li vende si riportano ogni anno molte centinaia di scudi. Il convento tiene 12 cavalli per servitio de’ frati e sono belli, ha mandre di porci, pecore. Si calcola che habbia più di tre mila scudi d’annue limosine, poi che nessuno ardisce negarli anzi tutti la danno copiosa per amore e timore di S. Matteo (Oglio della lampada il quale oltre all’animali sana indistintamente tutte le persone morse da cane rabioso).
Convento di San Matteo-Foto del 2009Un particolare esclusivo della devozione per S. Matteo del Gargano: la fantasia popolare ha deciso che gli animali preferiti dal santo siano i cavalli molti dei quali nei tempi passati all’anagrafe zootecnica erano insigniti col nome di Matteo. Di qui il facile motteggio comune fra i salaci contadini “ti chiami Matteo come un cavallo” e, trattandosi di un ragazzo lo motteggiavano “Matteciucc”. Allargandosi poi ai muli, notoriamente bizzarri e imprevedibili, e giocando sulle parole “matto” e “Matteo” un detto popolare affermava matt jè Mattè, matt jè chi lu tè, matt jè chi ce lu pigghia, e matta tutta la famigghia. Il rapporto con i cavalli è quasi canonizzato sul fastigio del tempietto in cui è esposta la statua del santo. Un tondo marmoreo scolpito nel 1927 da ignoto lapicida cerignolano ritrae l’immagine veneranda di San Matteo accompagnata non dalla regolamentare sagoma umana ma dall’inconfondibile profilo di un volto cavallino. Ancora oggi gli allevamenti equini, le scuderie degli ippodromi e molte stalle del Tavoliere e del Gargano hanno ben in vista sulle mangiatoie l’immagine del santo.
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