Il pellegrinaggio di San Salvo per antica tradizione si compie il primo maggio.
E, sempre secondo tradizione, i pellegrini di Vasto vengono accolti con particolare solennità e partecipazione popolare. Trascorrono la notte nei corridoi del convento sdraiati su stuoini, avvolti in copertine leggere.
Queste comitive hanno come meta finale la tomba di San Nicola a Bari; percorrono, tuttavia, l’intero itinerario religioso del Gargano. Da San Salvo al santuario di Santa Maria di Stignano si va in torpedone; da Stignano a Bari si prosegue a piedi.
Dall’insieme si deduce che per il ritorno si utilizza il treno.
L’intero primo giorno è dedicato a San Nicola. Insieme alle orazioni desunte dalla liturgia o ad essa ispirate, il libretto dispone di un’ampia e preziosa antologia di orazioni, responsori ed inni di tradizione popolare e locale, attraverso cui la figura di San Nicola viene presentata con i tratti più cari alla devozione, alle leggende e alle tradizioni locali.
Il pellegrinaggio vero e proprio inizia dal santuario di Santa Maria di Stignano a San Marco in Lamis, che il rituale interpreta come Santa Maria “del Disdegno o Disdegnato”, dove la compagnia si abbandona a un’ampia contemplazione di Maria condotta con i misteri del rosario e una serie di canti desunti per lo più dagli inni di S. Alfonso de Liguori. La sera si alloggia al santuario di San Matteo, ugualmente a San Marco in Lamis. Si prosegue poi per Monte Sant’Angelo dove ci si ferma un intero giorno dedicato a San Michele. Il rituale propone un notevole numero di preghiere, di inni e cantari quasi tutti di estrazione popolare. Alcune di queste preghiere e inni appartengono anche al patrimonio di altre comunità, altre invece sembrano appartenere alla specifica tradizione di San Salvo.
Proprie di questo rituale risultano essere le preghiere rivolte a San Matteo e a Santa Maria di Pulsano.
Il cammino riprende attraverso l’arida discesa posta a mezzogiorno di Monte Sant’Angelo, che il rituale chiama “deserto”, al termine della quale, in cima agli alti dirupi in faccia al golfo di Manfredonia si ergono i ruderi dell’antico monastero di Santa Maria di Pulsano. Questo tratto è dedicato alla meditazione sulla Croce. La quarta, dopo il pernottamento a Manfredonia, è la giornata dedicata al perdono. Seguendo la strada litoranea verso sud, dopo aver superato le paludi di Zapponeta, in vista di Margherita di Savoia, sulla spiaggia i pellegrini piantano la
croce e in faccia al mare sconfinato si scambiano il segno della pace. La comitiva cammina ancora due giorni. Il settimo giorno, dopo aver pernottato a Santo Spirito, si ripete per la terza volta il rito del perdono. A Bari la comitiva partecipa alla processione di San Nicola fino all’imbarco.
Il rituale di San Salvo
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