S. Matteo Apostolo ed Evangelista e i transumanti italiani ed europei Convento di San Natteo-Particolare della scala di ingresso-Foto del 2010La ricerca del peculiare motivo di pietà che ha fatto della vecchia chiesa abbaziale di S. Giovanni in Lamis un fiorente santuario dal rinnovato nome di “S. Matteo” passa attraverso la storia del secolare transito delle greggi sulla Via Francisca. Gli studi ci hanno permesso di allargare le prospettive e di scoprire che l’abbinamento S. Matteo-transumanza non era nato sul Gargano, né era chiuso negli stretti confini delle regioni dove da diversi millenni si praticava la grande transumanza orizzontale: il Gargano, la Daunia, l’Abruzzo e il Molise. Lo speciale rapporto tra il santo apostolo e i transumanti era esteso in tutta Italia e presente anche in alcuni paesi europei. L’elemento primigenio di questa relazione è costituito, come è stato già ricordato, dalla semplice contiguità tra la data dell’equinozio di autunno, 22-23 settembre, intorno a cui avviene la transumanza delle greggi dai pascoli montani a quelli di pianura, e la data in cui si celebra la festa liturgica del santo, 21 settembre. Un semplice accostamento tra l’esigenza lavorativa legata a un fenomeno astronomico e un evento stabilito dal calendario liturgico. È, quindi, una festa nata in ambiente lavorativo che cerca e trova la sua dimensione religiosa. Ne deriva una commistione di elementi diversi ma non estranei fra loro che la sensibilità religiosa del popolo mette insieme, cogliendo occasioni anche casuali, per esprimere l’esigenza tutta umana di nobilitare l’esistente e il fluire della vita vivendoli come realtà in cammino; il limitato concreto quotidiano e lavorativo è proiettato verso un altrove che gli conferisce più ampie e profonde ragioni e senso. Convento di San Matteo-Corridoio di ingresso-Foto del 2010Come nel piazzale del S. Matteo garganico, dappertutto in Italia i pastori provenienti dai siti montani s’incontravano, parlavano, si consultavano, si scambiavano notizie, pregavano il loro S. Matteo, il santo della transumanza, anche se la chiesa in cui pregavano aveva un altro titolare. Spesso col tempo, la chiesa in cui pregavano fu chiamata “S. Matteo”. Era un nome posticcio, quasi un soprannome, ma il cambio del nome ebbe successo e fu di uso comune. Anche la chiesa di San Giovanni in Lamis soggiacque a questa legge non scritta per cui ancora oggi ha due titolari, “San Giovanni in Lamis” nome originario datogli dai Benedettini e tuttora in auge per il diritto e la liturgia, e “S. Matteo” nome popolare che designa il ruolo di protettore dei transumanti, che la storia dei pastori ha attribuito al santo. Anche alcuni siti sacri della Capitanata subirono tale sorte. È quanto successo alla chiesa del convento francescano di S. Bernardino a San Severo () che, posto all’incrocio tra il tratturo regio L’Aquila-Foggia e il tratturello Nunziatella-Stignano, era frequentata dagli abitanti di S. Severo, ma soprattutto dai transumanti, i quali, oltre che dei servizi spirituali, si avvalevano dell’assistenza sanitaria dell’infermeria dei frati. La chiesa divenne un loro centro spirituale e a lungo andare fu da essi ricordata come la chiesa di S. Matteo, nome che è rimasto ancora oggi nell’uso comune, anche se il nome precedente non è mai stato mutato. Sorte simile ebbe la chiesa confraternale dei Morti a Manfredonia (), rinominata S. Matteo. A Torremaggiore, nei pressi dell’ex convento francescano del Sacro Cuore, lungo il tratturo regio, esisteva una bella chiesetta intitolata a S. Matteo con un solenne ingresso fatto di una serie di cappelle analogo alla chiesa delle Croci in Foggia. Inoltre, nella pianura posta ad est di S. Severo sulla strada che porta al Gargano, una contrada intensamente frequentata dai transumanti porta ancora il nome di S. Matteo, forse perché nella zona esisteva una cappelletta intitolata al santo. La transumanza, o il suo ricordo, è legata a S. Matteo da un antichissimo e robusto filo che resiste alle mutate condizioni economiche e sociali. Anche in molti luoghi, dove la pratica pastorale è abbandonata o addirittura dimenticata, o dove i mutamenti del costume religioso hanno provocato l’abbandono di pratiche devozionali per il santo apostolo ereditate dai padri, il suo nome è rimasto fortemente legato alla chiesa del paese, al fluire delle greggi e degli armenti e alla fiera di S. Matteo. Tra i luoghi dove si celebra con maggiore solennità il rapporto devozionale dei transumanti per S. Matteo, in particolare si ricorda Asiago dove il santo è compatrono e titolare della cattedrale. Giancarlo Bortoli, nel Sito Internet dedicato all’attività pastorale, trattando della transumanza ad Asiago, il 27.9.99 esordisce con un brano della Relazione del Caldogno, datata 1598:
Convento di San Matteo-Foto del 2010In questo luogo, alla festa di San Matteo, si fa una fiera, dove concorre gran quantità di mercanti per comperar lane e formaggi, che ivi da tutte le montagne circonvicine a quei luoghi si conducono in grandissima copia, ed in tal giorno si vendono per molte migliaja di ducati; ... Verso la fine del medioevo, quando la circolazione monetaria era ancora scarsa e l’organizzazione dei commerci si basava sul baratto e sulle “fiere franche”, cioè detassate, ad Asiago dovette spontaneamente formarsi, nel tempo, un luogo ove i pastori carichi dei loro prodotti si incontravano con i commercianti affluiti dalla pianura: da questi ottenevano ciò che serviva, dando in cambio lana e formaggio (liberandosi vieppiù del peso e dell’onere del trasporto). Questo piccolo mercato divenne sempre più importante, ricorrendo ad una data che per forza doveva essere verso la fine di settembre, epoca della demonticazione, appunto. Un tale evento, quasi festa civile, non poteva rimanere privo di un avallo religioso, un’attribuzione di solennità cristiana. La scelta del 21 settembre (poteva andar bene alla funzione economico-commerciale anche qualche giorno dopo!) cadde perché in quel giorno, sin dall’antichità, si celebra non un santo tra i tanti, ma un apostolo ed evangelista che, per di più, ha a che fare col denaro: San Matteo, che prima di essere apostolo era un gabelliere al servizio dei romani, a Cafarnao, è tuttora il protettore di coloro che hanno a che fare con tasse, conti, denaro: dunque guardie di finanza, esattori, ragionieri, revisori contabili. Ecco allora che, accresciutasi la popolazione di Asiago durante il ‘300 ed accresciutasi anche l’importanza di quel mercato spontaneo, si decise di costruire una nuova chiesa, stavolta in muratura, portandola vicino al luogo ove si teneva quel mercato, solennizzandolo con l’intitolazione a San Matteo. Correva il 20 di maggio del 1393. Convento di San MatteoPrima di questa data la fiera si faceva sempre il 21 settembre ma nel sagrato della chiesa dedicata ai santi Quirino e Giolita. Nella seconda metà del sec. XIV la popolazione di Asiago decise di spostare la chiesa in altro luogo e, insieme, decise anche di mutare il titolare della chiesa. Lo scrittore non rivela il nome del nuovo titolare, ma è plausibile che si trattasse proprio del santo apostolo Matteo. La cosa urtò la sensibilità religiosa degli abitanti di una frazione vicina molto devoti mdei santi Quirino e Giolita. In seguito la fiera si tenne in luogo più ampio dove fu costruita la nuova chiesa dedicata a S. Matteo. Troviamo in questo racconto impressionanti somiglianze con quanto accaduto sul Gargano: il 21 settembre con la festa del santo e l’arrivo dei transumanti, lafiera, il cambiamento del nome del titolare della chiesa. Come ad Asiago, anche in Liguria la fiera conserva la sua prima caratteristica di fiera degli animali, mentre nella maggior parte delle altre località è specializzata in prodotti caseari, in altri è diventata una fiera generica o sagra paesana. Ma dovunque ci tengono a presentarla come “l’antica Fiera di S. Matteo”. Tra le località dove si celebra la grande festa della transumanza e di S. Matteo e relativa Fiera di S. Matteo, vorrei ricordare, insieme ad Asiago in Veneto, Bergamo in Lombardia e le Province di Imperia e Savona in Liguria: tre località che hanno in comune le montagne e l’essere prossime ai confini rispettivamente con l’Austria, la Svizzera e la Francia. Le ricerche sulla “Fiera di S. Matteo” hanno dato risultati sorprendenti. Si celebra in quasi tutta l’Italia e dappertutto viene presentata come “l’antica Fiera di S. Matteo” anche dove non è più legata alla transumanza e organizzata in tempi diversi dal 21 settembre. La “Fiera” viene celebrata anche a Praga, capitale della Repubblica Ceca, Patrimonio dell’Unesco. La memoria più antica della fiera è del 1595 ed è stata sempre presentata come "Festa e Fiera di San Matteo". Si svolge verso la metà di aprile, ma le sue origini sono attestate alla fine di settembre, quando la città era invasa da comitive di pellegrini che veneravano l’evangelista patrono di Praga.
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