Arrivò anche un rilevante numero di reliquiari con i relativi documenti di autentica concernenti un gran numero di santi martiri, confessori, vergini ecc. soprattutto di quelli venerati nella Capitanata.
Notevoli per importanza sono le croci reliquari di grande formato probabilmente pensate come croci da altare. Sia sull’asta verticale che su quella orizzontale sono incastonati medaglioni contenenti reliquie di santi. Anche la cornice di un quadro contenente l’immagine di S. Francesco ospita analoghi medaglioni-reliquario.
La raccolta costituisce una piccola storia della devozione popolare.
Dall’esame dei reliquari si capisce la preoccupazione della chiesa, espressa soprattutto nel Concilio di Trento, per una pratica devozionale basata sul rapporto con la materialità del santo fatta di frammenti di ossa, di vestiti, oggetti. È vero che questi oggetti sono del tutto insufficienti a rivelare la santità della persona ricordata, né il messaggio di una vita interamente dedicata a Dio. Ma è pur vero che tali oggetti ci avvicinano all’umanità del santo ricordando che la santità si conquista nella durezza della vita, nella povertà e nella materialità vissute come luoghi e condizioni indispensabili.
Tutte le reliquie devono essere approvate dalla chiesa, previa sicurezza dell’autenticità degli oggetti. Tale autenticità deve essere testimoniata da apposito documento firmato da un vescovo delegato. Ma molte volte le esigenze devozionali vanno oltre la correttezza storica e scientifica e si accontentano di quella burocratica.
Si entra, così, in un campo in cui è difficile identificare il vero dal fantasioso; insieme a reliquie autentiche, sono presenti reliquie, regolarmente incastonate in appositi ostensori, la cui autenticità è per lo meno dubbia. A S. Matteo sono conservate reliquie di alcuni patriarchi del Vecchio Testamento, di apostoli, nonché qualche frammento delle vesti della Beata Vergine Maria insieme al disegno con precise misure della sua scarpetta!
Il fenomeno surriferito è di antica data: le edizioni seicentesche del Libro della Settimana Santa, curato dal Giovannini, nell’introduzione ai riti della Domenica delle Palme, invitano i fedeli a recarsi nella chiesa dei domenicani a Genova a visitare la coda dell’asino che ha portato Gesù nel suo solenne ingresso a Gerusalemme!
Diverse edizioni del Libro della Settimana Santa sono presenti nella biblioteca del santuario.
Palmette
La raccolta di suppellettile sacra comprende alcune serie di palmette che sostituivano i fiori quando la liturgia non permetteva il loro uso, o quando questi scarseggiavano. Erano manufatti di legno, ottone, rame, ceramica, filigrana che Il convento di San Matteo sul Gargano e il territorio in qualche modo rappresentavano i fiori. Una serie particolarmente pregevole è confezionata in ceramica di Capodimonte.
Le palmette erano sorrette da supporti in ottone o legno. Sono conservate una serie in ottone pesante per le palmette più grandi e una in legno in oro zecchino di formato molto piccolo e grazioso.
Altri strumenti per il culto conservati tra le raccolte della biblioteca sono anche calici, pissidi e patene; cartegloria; porte di tabernacoli; turiboli; secchielli per l’acqua santa; ferri per confezionare le ostie.
Reliquiari e palmette
powered by social2s
powered by social2s