Restauro della cappella delle confessioni
2001, 10 aprile. La reliquia di S. Matteo conservata in una piccola nicchia posta in alto nella parete posteriore dell’altare maggiore viene ornata da pregevoli sculture di Nicola Petruccelli che raffigurano alcuni episodi della vita di S. Matteo.
La sacrestia
Nel 1996 fu restaurato il grande banco della sacrestia. Gli esperti hanno rilevato che la parte superiore, caratterizzata da una facciata a sportelli, tutta scolpita, è del sec. XVI. Con molta probabilità, quindi, è il mobile in legno più antico della Capitanata. Gli sportelli laterali ospitano i piccoli caratteristici tiretti in cui riporre gli amitti e i pannolini da calice che servono per la celebrazione della Messa, purificatoi, palle, manutergi. Quello centrale conserva i calici, la patene e le pissidi e tutto l’occorrente per le ostie.
La parte inferiore mostra ampie porte in legno di castagno intervallate da lesene in noce terminanti con capitelli. Le ampie porte nascondono una serie di tiretti adibiti alla conservazione dei paramenti sacri personali e da altare. L’alternarsi delle ante di castagno con le colonne scanalate di noce conferisce al visitatore il senso dell’armonia frutto dell’incontro della natura con l’arte. Ne deriva una sacrestia monumentale che alla bellezza delle linee e dell’arredo accoppia una straordinaria efficienza.
Il 4 dicembre 1995 iniziarono i lavori di restauro della sacrestia nella quale, molto prima che fossero iniziati i lavori, si erano notate alcune particolarità che facevano pensare a un iter storico particolarmente complesso. I lavori di restauro hanno evidenziato: un grande arco a tutto sesto in corrispondenza all’altare di S. Antonio; sulla parete interna meridionale i resti delle tre porte utilizzate in tempi diversi per accedere in chiesa; n.2 tracce di pavimento che mostrano come l’impiantito sia stato sollevato in tempi successivi ben 2 volte innalzandolo di circa 80 centimetri rispetto al primitivo livello.
Sotto il pavimento della seconda aula, entrando dalla chiesa, è stata scoperta una cassa di legno contenente ossa umane. Non è stato possibile identificare la persona sepolta in assenza di segni a parte una corona del Rosario. Per assicurare la sopravvivenza dei poveri resti dell’ignoto frate è stata costruita una cassa di legno in cui fu deposta quella originale con i resti del defunto col suo Rosario. Il tutto è stato conservato nell’ossario posto sotto l’altar maggiore.
Ai quattro angoli delle volte di ogni aula sono emerse le imposte degli archi acuti che sorreggevano la volta gotica molto più alta della presente, abbassata probabilmente
nella seconda metà del sec. XVII, per costruire sulla sacrestia una serie di ambienti dove, fino ai primi decenni del sec. XX, si ospitavano i pellegrini.
L’attuale volta, da parte sua, liberata da coperture di intonaci, si è mostrata in tutta la sua bellezza, fatta di mattoni posti non a taglio ma in orizzontale.
Restauro della cappella delle confessioni e della sacrestia
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