Italia d’oggi, Edizioni de “Il libro italiano nel mondo” 1941, pp. 34-38
Giuseppe Bottai
La nuova scuola italiana
Vasta la portata e complesse le conseguenze che deriveranno da questa riforma degli studi medi inferiori.
I 9-10 anni è l'età in cui avviene l’incontro, nelle classi inferiori delle scuole medie, del fanciullo con la cultura. Secondo i vecchi ordinamenti, questa era anche l’età in cui il fanciullo doveva decidere sulla carriera degli studi da intraprendere. E una decisione così importante, a quella età non può essere presa che alla cieca, ché ancora il fanciullo non può sentire in sé, né tanto meno dimostrare, spiccate attitudini. Assurdo, perciò, era imporre fino da quell’età una specializzazione negli studi, che disorientava la mente del ragazzo. Con il nuovo ordinamento, la scelta avviene a quattordici anni, quando ormai è possibile guardar più da vicino l’uomo di domani e si dispone di un maggior numero di elementi per giudicare della strada ch’egli dovrà percorrere negli studi. I tre anni di scuola media inferiore contribuiranno notevolmente alla formazione del giovanetto, allo sviluppo e alla manifestazione delle sue tendenze, ché in essi, continuazione, su di un piano più elevato, della scuola elementare, egli non sarà assillato da preoccupazioni di carriera professionale, ma si sentirà ancora alunno d’una scuola essenzialmente formativa, educativa.
Testimoniano, i programmi, l’originalità di questa scuola. Ci saranno in essa, ancora, con l’italiano, il latino e la matematica, ma non per ingombrare la mente di nozioni soffocanti, bensì per formare la solida base dell'uomo ora in germe. Si dovrà, quindi, scavare in profondità e colmare i vuoti così fatti con materiale solido, resistente, che consenta, nel prossimo domani, la costruzione completa, su queste fondamenta, dell’edificio.
Quest’opera costruttiva ed educativa troverà valido ausilio in una materia che si è voluta inserire nei programmi perché essenzialmente formativa: il disegno. Non già il disegno di contorni di foglie d’acanto, sterile esercitazione che nulla apporta alla formazione mentale del fanciullo, ma il disegno come prima costruzione dello spirito, che rende intuitive le pure forme della geometria, che aiuta lo studio della geografia, che affina il senso delle proporzioni, che fa gustare la precisione, l’ordine, la chiarezza: che, insomma, esprime il pensiero in forma grafica e fa parlare, come suol dirsi, con lo stesso linguaggio, poeti e pittori.
Nella nuova scuola media, dunque, l’incontro del fanciullo con la cultura sarà più facile, non nel senso che gli studi saranno più facili, ma perché per ordinamento, programma, ambienti, e per la stessa qualità della popolazione scolastica, la nuova scuola renderà più accessibile la cultura alla mente giovanile. Si farà essa stessa, la Scuola, mediatrice di questo incontro, che è decisivo per la vita dei giovanetti e ne illumina tutta la vita. Il processo di istituzione di questa scuola avverrà per gradi, anche per non disturbare il corso regolare degli studi di coloro che già hanno iniziato, nei decorsi anni, a frequentare le scuole medie. Nel 1940- 41, sarà aperta la prima classe, nel '41-42 la seconda, nel '42-43 la terza, e da allora, questa nuova scuola, voluta e ordinata secondo i principi fascisti, sarà completa in ogni sua parte e funzionerà in pieno.
Errerebbe, però, chi credesse che, in fondo, soltanto a questo, o poco più che a questo, si riduca la riforma scolastica della “Carta”. Essa, invece, incide ed investe tutti gli ordini di scuole, dall’elementare all’universitario. L'ordine medio è al centro della riforma, sia perché di questa la scuola media, più che ogni altra, sentiva il bisogno, sia perché è in essa che si forma la futura classe dirigente italiana. Aveva quindi carattere d’urgenza dare ai giovani che saranno domani chiamati ad assolvere importanti doveri nella società creata dal Fascismo, una scuola che rispondesse pienamente alle nuove esigenze imposte dal clima storico e imperiale in cui l’Italia oggi vive, opera, combatte.
Riforma dunque completa, che, pur non facendo astrazione da quella del '23, in una visione superiore e unitaria degli studi, crea lo spirito e gli istituti adatti alla educazione, secondo i principii fascisti, delle nuove generazioni.
Si sfollerà in tal modo, automaticamente, il Liceo Classico, che tornerà ad essere scuola di alta cultura riservata ai più idonei, e prenderanno vigore e sviluppo il Liceo Scientifico, l’Istituto Magistrale e quello Tecnico nelle sue varie specializzazioni, che aprono la via a carriere professionali elevate e dignitose, se pur non altissime.
A fianco di queste, altre scuole funzioneranno per chi, pur non avendo la possibilità di percorrere tutti gli ordini degli studi, aspira alla conquista di un modesto posto nella vita, nella carriera impiegatizia. Quindi scuole di avviamento professionale di tre anni, seguite da altri due di tecnica, che rilascerà un modesto diploma, e, a fianco di queste, un’altra scuola di nuova istituzione, con carattere e fine ben determinati: l’Istituto Femminile triennale, seguito da due anni di Magistero Femminile, da cui usciranno giovinette con la cultura e la preparazione specifica adatte a governare la casa e ad insegnare nelle Scuole Materne.
Anche l’ordine universitario, se pur apparentemente è rimasto qual era, in effetti risentirà della riforma, in quanto la scienza non vi sarà più considerata come fine a se stessa, ma formatrice di quella educazione politica di cui in alto grado debbono essere dotati quegli uomini cui incombe, per la più alta cultura di cui sono in possesso, un più alto senso di responsabilità. Bandito l’intellettualismo, che astrae dalla vita dell'umanità, entreranno nella vita universitaria, a completare la formazione dell’uomo e del cittadino, e paralleli allo studio, l’addestramento ginnico-militare e la pratica del lavoro, che procedono ininterrottamente in tutti gli ordini di scuola, a partire da quello elementare.
Per quanto riguarda, poi, l’accesso all’Università - sempre in conseguenza dell’applicazione del principio selettivo - le Facoltà, anziché accettare o respingere senza criterio i giovani, ne regoleranno l’ammissione a seconda delle attitudini da essi già rivelate, del tipo di scuola media frequentata e, in parte, dell’esito di un apposito esame che saranno chiamati a sostenere.
Un particolare ordine a sé di studi la “Carta” prevede per l’insegnamento artistico, che assumerà una fisionomia ben definita e darà un sicuro indirizzo ai giovani che vorranno dedicarsi all’Arte, portando in tutte le Scuole Artistiche severa disciplina, spirito d’ordine e amore al lavoro. L’Accademia sarà il supremo istituto artistico e in essa, secondo la XX Dichiarazione della «Carta», si formeranno tecnicamente e spiritualmente i giovani che hanno attitudini alle arti della pittura e della scultura.
Le novità, in quest’Ordine, sono portate dalla istituzione della Scuola Materna, da cui avrà inizio l’adempimento, da parte dei fanciulli, del servizio scolastico: della Scuola del Lavoro, in cui il ragazzo imparerà a dare un fine e un valore morale alla fatica umana; della Scuola Artigiana che, nata da un'esigenza politica e sociale e distinta in tipi secondo le caratteristiche locali, curerà la formazione ai ottimi artigiani, attaccati alla terra, al proprio ambiente naturale, al proprio lavoro, distraendoli da ogni miraggio verso la fabbrica e la città.
Questa, in fugace sintesi, la Scuola Italiana nel nuovo ordinamento della Carta Mussoliniana. Scuola Fascista e, quindi, rivoluzione di ogni principio o tendenza borghese. Scuola nata dalla Rivoluzione come “fondamento primo di solidarietà di tutte le forze sociali, dalla famiglia, alla Corporazione, al Partito” e che per la Rivoluzione opererà, formando la coscienza umana e politica delle nuove generazioni.
Giuseppe Bottai
Mussolini Benito, Scritti e Discorsi di Benito Mussolini, Edizione definitiva. Milano, Hoepli, 1934. vol. XII.
Bibliografia essenziale sulla “Nuova Scuola Italiana”.
Agazzi A., Il lavoro dalla vita alla scuola, Brescia, La Scuola, 1940.
Agosti M., La Carta della scuola, Brescia, La Scuola, 1939.
Bottai Giuseppe, La Carta della Scuola, A. Mondadori, Milano 1939' I vol. in 8., pp. Xy, 322, con due grafici fuori testo.
Bottai Giuseppe, Die grundlegenden Ideen der Ilalieniscken Schulreform, Wien. Verlag Anton Schrott, 1939. pp. 17 - Abteilung fur Kulturwissenschaft des Kaiser Wilheim-Instituts in Palazzo Zuccari. Rom.
Bottai Giuseppe, La nuova scuola media. Sansoni, Firenze, 1941; II lavoro produttivo nella Carta della scuola, D'Anna, Messina, 1940.
Mazzeo a.. La Carta della scuola per l'ordine elementare, Milano, Ediz. educative, 1940.
Sgroi C., La nuova scuola fascista, Napoli, Politica nuova, 1939.
Sterpa Mimmo, La nuova Scuola Media, Ist. Naz.le di Cultura Fascista, Roma, 1940, I vol. pagg. 22, Studi di civiltà fascista, Serie V, n. 4.
Sterpa Mimmo, La Scuola in linea, con prefazione di Giuseppe Bottai, Firenze, Le Monnier, 1940, vol. in 16., pp. XV-322 (La Scuola Italiana, I). Volpicelli Luigi, Commento alla Carta della Scuola - Istituto Naz.le di Cultura Fascista, Roma, 1940, I vol. in 8., pp. 63 (Quaderni dell'Istituto Nazionale di Cultura Fascista, Serie X, n. I).