Lunedì, 30 Maggio 2022 - 144.38 Kb - pdf - d929ed621c33d58f709d1b8bf14debaa - Rocco De Zerbi, Nuova Antologia, n. 48 del 15 dicembre 1879Napoli, 9 dicembre 1879.Ch.mo Prof. Protonotari,Io v’aveva promesso un certo lavoro, e rammento bene qual lavoro: un lavoro nel quale fossero descritti i napoletani, però che il bel cielo, il bel golfo, le tortuose vie, le amenissime colline sono già state troppo descritte e ridescritte.Persisto nel proposito di mandarvi quel lavoro. Napoli, la quale ha già dato origine, come Goethe, come Dante, come Shakespeare, o, se vi piace più, come la tassa sulla macinazione, a una intera biblioteca, Napoli non è ancora conosciuta. Si studia troppo Napoli, non si studiano abbastanza i napoletani. E non v'è città che abbia apparenze più diverse da quello ch'è davvero, quanto le ha diverse Napoli. Ha la messa in iscena di grande capitale; ed è provincia, provincia nelle abitudini, provincia nei pettegolezzi, provincia nei pregiudizi: - ha il sorriso nel cielo, nella marina, nello schiamazzo, nella moltitudine; ed è profondamente melanconica nel viso delle sue donne, nell’intonazione de’ suoi canti, nella predisposizione di spirito de’ suoi cittadini: - pare corriva agli entusiasmi, facile alle grandi passioni, ardente come il suo monte; ed è fredda, indifferente, annoiata, àpata: - pare una immensa città che richiama alla mente Parigi e Vienna; ed è un borgo di tremila persone che convivono con sei in settemila scimie, di tremila persone che, talvolta seguite dalle scimie e talvolta no, vanno a teatro, alla passeggiata, alle elezioni, alle accademie, alle dimostrazioni, ecc. ecc., mentre tutto il resto, gli altri 450 mila animali che vivono nella stessa cinta daziaria, rimangono estranei a tutto questo movimento, non si occupano che di campare, di procacciarsi danaro per vivere, di mangiare, di far figliuoli e, quando possono, d’andare a qualche festa loro, alla quale gli altri 10 mila, cioè i 3 mila uomini e le 7 mila scimie, non pigliano alcuna parte. Questi 450 mila non leggono giornali, non s’occupano di elezioni, non vanno che rarissimamente a teatro, non si fanno vedere alle passeggiate degli altri settemila, hanno altre abitudini, altre credenze, altri gusti, altra inflessione di voce, non conoscono noi e noi non conosciamo loro. [...]