Angelo Mazzoleni

(1838-1994) Angelo Mazzoleni nacque a Milano il 13 giugno 1838 da Giuseppe, negoziante, e Caterina Rotta.
Ricevette un’educazione cattolica, ma presto assunse posizioni intransigentemente laiche e anticlericali. Dopo aver svolto studi classici presso il liceo di Porta Nuova a Milano, nel 1858 il M. si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell’Università di Pavia, dove entrò in contatto con un ambiente studentesco e cittadino permeato da diffusi sentimenti patriottici, che trovava come centro di riferimento la famiglia Cairoli. Ebbe compagni di facoltà G. Marcora, R. Arconati, N. Perelli, F. Cavallotti, con i quali avrebbe parzialmente condiviso, in tempi successivi, percorsi di militanza politica.
Il pensiero di G. Mazzini influenzò il Mazzoleni negli anni della formazione, ma fu l’esperienza a fianco di G. Garibaldi, nell’iniziativa militare in Sicilia, a segnare radicalmente la sua personalità. Il Mazzoleni aderì al bando di arruolamento lanciato a Pavia alla fine del maggio 1860 e il 6 giugno, inquadrato nella 3ª compagnia, cosiddetta degli studenti, si imbarcò con la seconda spedizione comandata da G. Medici. Sbarcato a Castellammare del Golfo, partecipò al sanguinoso combattimento di Milazzo e il 1 ottobre alla battaglia di Capua.
Ferito, venne ricoverato presso l’ospedale militare di Napoli e, per il suo comportamento, fu insignito con una medaglia al valor militare.
A impresa conclusa condivise la medesima delusione di altri garibaldini per l’indirizzo del governo nazionale. Per altro verso, proprio quell’esperienza bellica rappresentò l’origine del pacifismo che divenne il suo credo militante nell’ultima parte della vita. Lasciò una raccolta di appunti manoscritti sotto il titolo Mie memorie. Campagna di Sicilia, Calabria e Napoli 1860, che è andata perduta.
...
Il Mazzoleni. morì improvvisamente a Milano il 18 sett. 1894.
Fonte: www.treccani.it

 
  • 2015 - Sud responsabile della propria crisi

    2015 - Sud responsabile della propria crisi

    Mercoledì, 04 Maggio 2022 - 777.63 Kb - pdf - 1c88785596ecf154439d90df935e92e8 - De Masi: Sud Italia responsabile della propria crisiIl Sud Italia come la Grecia, anzi peggio della Grecia. La fotografia scattata dalla Svimez è desolante. Dal 2000 al 2013 il Meridione è cresciuto del 13%, la metà del Paese ellenico che ha segnato +24%. Per non parlare della disoccupazione che tocca il 20,5%. Più vicina alla percentuale greca, intorno al 25,6%, che non a quella dell'Italia centro-settentrionale che si ferma al 9,5%.PIL PRO CAPITE DI 17 MILA EURO.Il Pil pro-capite, nel nostro Mezzogiorno, è di 16.976 euro, mentre sulle coste dell'Egeo è di poco più di 20 mila euro. “Con una popolazione di 21 milioni di persone, praticamente il doppio di quella greca”, spiega a Lettera43.it il sociologo Domenico De Masi, “se il Meridione fosse uno Stato, ora staremmo parlando di Sud-exit, altro che Grexit”.

  • Dal 2000, il Mezzogiorno d'Italia è cresciuto la metà della Grecia

    Dal 2000, il Mezzogiorno d'Italia è cresciuto la metà della Grecia

    Mercoledì, 04 Maggio 2022 - 96.20 Kb - pdf - 9be8b8221e221d65fb3ef2e5f6323a28 - Il rapporto Svimez, dati sul Sud italiano preoccupanti: "Rischio di sottosviluppo permanente". Uno su tre è povero, al Nord sono uno su dieci. L'anno scorso i consumi nell'Italia meridionale sono stati i due terzi di quelli del Centro-Nord. E non si fanno più figli.

  • 1873 - Il popolo italiano - Introduzione

    1873 - Il popolo italiano - Introduzione

    Mercoledì, 04 Maggio 2022 - 80.58 Kb - pdf - f1b91679e0188606fda268b835e62102 - Angelo Mazzoleni, Il popolo italiano, Milano Vallardi 1873A voi, giovani, dall’animo incorrotto e dai severi propositi, a voi, anime elette, capaci di intendermi, indirizzo queste pagine dove ho pure confidati tanti segreti, scoverte tante magagne e ad un tempo nudrite tante speranze per questa Patria, le cui sorti future sono in gran parte affidate al vostro patriottismo e sopratutto al vostro valore morale.Mi sono indirizzato a voi perché meglio che ad altri la mia parola poteva riuscire gradita ed efficace, voi che, non guasti ancora dall’egoismo e dalla corruzione, portate nella serena pupilla il soave riflesso di una coscienza intemerata.Gli uomini che ora stanno sulla scena politica ed al governo della pubblica cosa, o logori troppo dalle passate fatiche, o consunti dalla propria ambizione, o sfiduciati per frequenti diserzioni d’amici, o corrivi nel transigere su ogni principio, pur di rispettare le convenienze e la disciplina del partito, mal saprebbero, inceppati come sono da mille riguardi personali, insorgere contro se stessi, contro tutto il loro passato. [...]

  • 1873 - Il popolo italiano - Cap. I

    1873 - Il popolo italiano - Cap. I

    Mercoledì, 04 Maggio 2022 - 138.10 Kb - pdf - 8a8f2732c75a3527fe492e043529a882 - Angelo Mazzoleni, Il popolo italiano, Milano Vallardi 1873Come cadono e come prosperano le nazioni. “Gli stati sorgono e cadono con motoisocrono attraverso i secoli; - discopritele cause delle più opposte istituzioni, dei più contrari precetti e ilfragore delle battaglie si risolverà inmelodia, obbediente alle leggi dellamusica mondiale”.G. Ferrari. Lezioni sugli scrittori politici. In tempi in cui il precipitare degli avvenimenti sulla scena politica, sospinge il pensatore alle più arrischiate ipotesi, lo studio delle rivoluzioni, delle cause che le precedono come dei fenomeni che le accompagnano, diventa il tema più difficile e ad un tempo il più utile che si presenti a risolvere.E davvero se tu consideri la storia non più quale empirica esposizione di fatti nel cieco ed alterno avvicendarsi di battaglie e di conquiste, di paci e di trattati, senza un nesso logico fra loro, ma lo svolgimento graduale e progressivo delle diverse fasi del pensiero e dell’umana attività, troverai ad ogni scossa politica, apparentemente inaspettata e convulsa, le sue leggi, le sue relazioni di causa ad effetto, tale un complesso di fatti che, inavvertiti spesso nel lento loro svolgersi, danno necessariamente per risultante, la sintesi degli errori e delle colpe, sovente retaggio d’altre generazioni. [...]

  • 1873 - Il popolo italiano - Cap. II

    1873 - Il popolo italiano - Cap. II

    Mercoledì, 04 Maggio 2022 - 99.99 Kb - pdf - 95608365fa1731d78ff4dab3958a926a - Angelo Mazzoleni, Il popolo italiano, Milano Vallardi 1873Ottimisti e pessimisti. “I padri nostri molto hanno fatto; mafinché non sapremo persuaderci cheil tempo, sviluppando nuovi diritti,accumula sempre nuovi doveri, finchéstaremo paghi di abbracciareque’ sepolcri,l’Italia, prima unavolta fra le nazioni, rimarrà puraddietro; perché né cielo né soleassicurano le palme dell’intelletto”.G. Mazzini. Ultima venuta al convito delle moderne nazioni, l’Italia nostra non è nuova - anzi le sue stesse tradizioni, i suoi monumenti, le sue cattedrali, le sue città illustri, i suoi porti, i suoi commerci, le sue industrie, le ricchezze d’ogni genere, tutto attesta in lei un'antichità remotissima ed una civiltà per la quale le altre nazioni appaiono al paragone nate da ieri (1). Se non che rimasta la patria nostra, per le cause di cui discorrerò in appresso, in ritardo col movimento delle altre nazioni, venne o troppo poeticamente adulata dagli uni, per le sue passate grandezze, o troppo leggermente calunniata da altri, per gli errori e l’ozio presente. Affermata ora politicamente la nostra unità, importa fra questi due estremi, stabilire il termine vero del valore nostro, procedendo, senza esagerazioni, ad un esame critico e ad una specie d’inventario delle nostre forze per rilevare, in confronto d’altri paesi, quello che eravamo prima del 1859 e quello che siamo diventati oggi; - i progressi fatti, la sintesi della nuova vita nazionale, lodando ove sia d’uopo, censurando ove v’abbia il bisogno. [...]

  • 1873 - Il popolo italiano - Cap. III

    1873 - Il popolo italiano - Cap. III

    Mercoledì, 04 Maggio 2022 - 98.34 Kb - pdf - 3b026598b41d95e1901afad2f451b825 - Angelo Mazzoleni, Il popolo italiano, Milano Vallardi 1873La razza latina. “Non v’ha una causa immutabile, eterna,che ponga invincibili differenze d'indole,di passioni e desideri tra popoloe popolo; non v’ha legge costituitadalla natura che assegniprepotentemente un gusto particolare,una individuale caratteristicaa ciascuna delle famiglie nelle qualiè divisa l’umana schiatta”.G. Mazzini. So esser vecchio costume di chi suole giudicare dietro le mere apparenze dei fenomeni esteriori, lo attribuire la debolezza e l’oziosaggine abituale nei popoli del mezzogiorno - vuoi a ragioni estrinseche od obbiettive, la razza, il clima ed il suolo, vuoi alle intrinseche o subbiettive, i governi, le religioni e quindi le leggi, i costumi e la educazione.Quantunque le siano ormai vecchie questioni, e specialmente quelle di razza e di clima, così complesse da riuscire causa ed effetto ad un tempo, pure gioverà ch’io ne parli, in quanto desse hanno riferimento col mio assunto, guardandomi però dall’uscire dai modesti confini in cui ho fermo di trattenermi. [...]

  • 1873 - Il popolo italiano - Cap. IV

    1873 - Il popolo italiano - Cap. IV

    Mercoledì, 04 Maggio 2022 - 129.38 Kb - pdf - 2d7b23fdd933ec8812f4f6c48cdaed1e - Angelo Mazzoleni, Il popolo italiano, Milano Vallardi 1873Il clima e il suolo. Sono, Italia, i tuoi Soli pur vaghi!1 tuoi piani son pure giocondi!Di fontane, di selve, di frondiFu benigna natura con te.Di giardini, di ville, di laghiT'ingemmò come giovane sposa,E la cinta dell'Alpi famosa,E due mari a difesa ti diè.Carrer. Si è da alcuni attribuito al clima ed al suolo la causa prima determinante lo sviluppo fisico, intellettivo e morale di un popolo e fra questi, per tacere d’altri, il Vico nella Scienza Nuova, e Montesquieu nel trattato Sullo spirito delle legislazioni. Né io sono lontano dall’ammettere che il maggiore o minor grado di civiltà di un popolo possa dipendere spesso dalla natura del clima e del suolo da esso abitato, poiché forse dal clima freddo, cupo, incostante ed uggioso, attinge l’inglese quell’elemento di forza, quella tenacità di volere che tanto lo contraddistingue e lo fa, si può dire, un Anteo in continua lotta colla natura - ringiovanito sempre da forze novelle. -Sviluppare le forze fisiche, indurirle, prepararle ad una diuturna fatica, ecco lo studio precipuo di quell’educazione cui le tradizionali regate degli studenti delle Università di Oxford e di Cambridge, sono la più fedele espressione. [...]

  • 1873 - Il popolo italiano - Cap. V

    1873 - Il popolo italiano - Cap. V

    Mercoledì, 04 Maggio 2022 - 128.48 Kb - pdf - 0764228568b65e1b7178c2487a258fcf - Angelo Mazzoleni, Il popolo italiano, Milano Vallardi 1873Governi e religioni. “La storia insegna che il carattere deipopoli, le virtù o i vizj, l’energiao l’indolenza,i lumi o l' ignoranzanon sono quasi mai l’effetto del climao della particolare razza, mal’opera del governo e delle leggi:che tutto dalla natura vien dato atutti, ma che il governo conservaquesta comune eredità a' suoi soggetti,o ne li spoglia”.Sismondi - Introduzione alla storia delle Repubbliche Italiane.“Dipingimi il nume di un popolo, e ti farò il ritratto di esso”.Filippo De Boni, L'Inquisizione. Dalle cause fisiche ed estrinseche di razza, di clima e di suolo, passo ora a discorrere delle religioni e dei governi, che sono le cause più dirette ed influenti sullo spirito di un popolo, di cui formano sempre il carattere e l’educazione.L’uomo divinizza le sue forti emozioni e le sue stesse passioni; i rimorsi s’incorporano nelle Eumenidi, la voluttà e la generazione divengono Venere in Grecia, Freja presso gli Scandinavi; l’amore si trasforma in Eroe, il furor guerriero è Marte. Si giunse fino a divinizzare delle idee morali ed astratte, la saggezza in Minerva, il Tempo in Saturno che si asside sull’Olimpo a fianco di Apollo-Sole, mentre altrove furono deificate le grandi fasi della vita organica, la generazione, la nutrizione e la morte in Brahama, Visnù, Giva. [...]

  • 1873 - Il popolo italiano - Cap. VI

    1873 - Il popolo italiano - Cap. VI

    Mercoledì, 04 Maggio 2022 - 146.44 Kb - pdf - b4d3bdd8ef216ac7c8a629ae8d130d34 - Angelo Mazzoleni, Il popolo italiano, Milano Vallardi 1873La Chiesa e l’Italia. Non fu la sposa di Cristo allevataDel sangue mio, di Lin, di quel di Cleto,Per esser ad acquisto d’oro usata;Ma per acquisto d'esto viver lietoE Sisto e Pio, Callisto ed UrbanoSparser lo sangue dopo molto fleto.Non fu nostra intenzion ch’a destra manoDe’ nostri successor, parte sedesse,Parte dall’altra, del popol cristiano;Né che le chiavi, che mi fur concesse,Divenisser segnacolo in vessillo,Che contro i battezzati combattesse;Né ch’io fossi figura di sigilloA privilegi venduti e mendaci,Ond’io sovente arrosso e disfavillo.In vesta di pastor lupi rapaciSi veggon di quassù per tutti i paschi.O difesa di Dio, perché pur giaci?Dante, Parad., c. XXVII. Ogni rivoluzione italiana è una protesta contro i due capi rappresentanti della cattolicità - il papato e l’impero -i due mali geni che per lunga stagione fecero strazio della nostra terra, disseminando ovunque i germi di interne e continuate discordie.Con la Chiesa e coi preti, scrisse già Macchiavelli ne’ suoi discorsi, siam diventati senza religione, cattivi e l’uno all’altro nemici. Le rivoluzioni che cominciano verso il mille e come bufera si scatenano sulle città libere italiane, le innumerevoli vicissitudini dei Guelfi e dei Ghibellini, le dispotiche ambizioni di Gregorio VII e tutte le idee che si succedono dopo di lui, non escono mai dal circolo tracciato dalla Chiesa colla fede e dall’Impero colla legge. [...]

  • 1873 - Il popolo italiano - Cap. VII

    1873 - Il popolo italiano - Cap. VII

    Mercoledì, 04 Maggio 2022 - 119.13 Kb - pdf - f20eedac9e552f216dfb14671cccbcad - Angelo Mazzoleni, Il popolo italiano, Milano Vallardi 1873La questione politico-Religiosa. Di voi pastor s’accorse il Vangelista,Quando colei che siede sopra l’acque,Puttaneggiar co' regi a lui fu vista;Quella che con le sette teste nacque,E dalle dieci corna ebbe argomento,Fin che virtute al suo marito piacque.Fallo v’avete Dio d'oro e d’argento,E che altro è da voi all’idolatre,Se non ch'egli uno o voi n’orate cento?Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,Non la tua conversion, ma quella doteChe da te prese il primo ricco patre!Dante, Inferno, canto XIX.“La Chiesa avendo abitato (in Italia) e tenutaimpero temporale, non è stata maicosì potente e di tal virtù da occuparla,e non è stata d’altra parte sì debole cheper paura di perdere il dominio delle cosetemporali, la non abbia potuto convocareun potente che la difenda”.Macchiavelli. La questione religiosa, sulla quale i più amano troppo timidamente di scivolare, temendone le difficoltà e i gravi e pericolosi inviluppi, io la considero sotto il duplice aspetto politico e morale, del quale ultimo mi riserbo di parlare nei successivi capitoli.Politicamente la questione religiosa dovrebbe assorbire ogni altra, essendo ogni altra ad essa subordinata, ed è a dolere veramente, che in Italia non venga trattata come altrove colla necessaria serietà ed elevatezza, mentre è qui, in casa nostra, dove annida e fa capo la più intollerante e dispotica teocrazia. [...]

  • 1873 - Il popolo italiano - Cap. VIII

    1873 - Il popolo italiano - Cap. VIII

    Mercoledì, 04 Maggio 2022 - 107.58 Kb - pdf - be1155b4d7652aea962a6d3de00d21fd - Angelo Mazzoleni, Il popolo italiano, Milano Vallardi 1873La questione religiosa in ordine alla morale. Ceux qui voudront trailer séparément lapolitique et la morale, n'entendront jamaisrien à aucune des deux.Rousseau. Né meno ardua a risolvere, anzi ne’ suoi postulati ancora più incerta, si presenta la questione religiosa allorché, dall’esame critico dei culti e dall’applicazione dei principi di libertà alla Chiesa, si discende alla parte morale, dove le più disparate dottrine si contendono il campo e dove da secoli indarno affatica l’umano pensiero per trovare una formula che, conciliando il sentimento colla ragione, spiani la via ad un accordo fra la scienza e la fede religiosa. Espressione di un bisogno prepotente degli uomini, la fede o il principio religioso è il problema di tutti i tempi - vecchio più di Manù e sempre nuovo, sempre controverso, quasi la lotta fra lo spirito e la materia sia il fato doloroso dell’umanità, il castigo perenne inflitto agli uomini.Volendo discutere in tale materia, s’avrebbero a scrivere interi volumi, senza forse nulla aggiungere che non sia già stato detto e ripetuto da molti, e senza alcuna opportunità pel mio assunto, eminentemente pratico ed educativo. All’infuori quindi d’ogni sottigliezza o distinzione metafisica, io mi atterrò solo a quei principi di ragione che trovano immediate applicazioni nella pratica della vita. [...]

  • 1873 - Il popolo italiano - Cap. IX

    1873 - Il popolo italiano - Cap. IX

    Mercoledì, 04 Maggio 2022 - 121.86 Kb - pdf - 569084b2c2cf21209a658993b4bf1f89 - Angelo Mazzoleni, Il popolo italiano, Milano Vallardi 1873Religione e Morale. “Il problema della fede e dell'incredulitàrimane sempre il problema più profondo,l’unico e vero problema della storia dell’umanità,al quale tutti gli altri sono subordinati”.Goethe. Nessuna questione fu mai più dibattuta ed imbarazzò in ogni tempo politici e pensatori quanto la religiosa, intorno alla quale l’umano pensiero affatica da secoli per trovare una formula che, conciliando il sentimento colla ragione, all’infuori d'ogni privilegio, stabilisca la piena ed assoluta eguaglianza di diritto e di fatto d’ogni culto innanzi alla impersonalità dello Stato.Debbo anzitutto premettere come l’accusa che oggi si vorrebbe da taluno avventare contro la scuola positivista, abbia contro di sé, non solo i portati della scienza, ma le stesse tradizioni delle antiche scuole greche ed italiche.Infatti i più ardui problemi metafisici, le più ardite ipotesi sulla natura dell’essere, sulla sua predestinazione, sull’immortalità dell’anima, i dubbi, dirò così, più spietati e che oggi si oserebbero appena da pochi solitari pensatori, furono comunissimi presso gli antichi nostri ed i filosofi del XIV, XV e XVI secolo, da Telesio a Galileo, Bruno, Campanella, Vanini, che io chiamo i pionieri del libero esame, prima ancora di Lutero e degli Enciclopedisti. [...]

  • 1873 - Il popolo italiano - Cap. X

    1873 - Il popolo italiano - Cap. X

    Mercoledì, 04 Maggio 2022 - 154.21 Kb - pdf - 75860ba0d6f5ba3b358162638a6d344f - Angelo Mazzoleni, Il popolo italiano, Milano Vallardi 1873La morale e la scienza nelle scuole. La scienza è la sola testimone dell’umanitàed i libri sono i suoi sacerdoti.Nella scienza e nella moralesta l’avvenire della nazione. Stabiliti questi principi ed ammessa come fondamentale la separazione del dogma dalla morale, il primo corollario che di necessità ne consegue, egli è un rinnovamento generale nell’indirizzo educativo delle nostre scuole.L’educazione quale è oggi da noi, sotto le immediate od indirette influenze del clero, mal risponde allo spirito ed ai bisogni del tempo, quando pure non riesca un’insidia in mano di nemici.

  • 1873 - Il popolo italiano - Cap. XI

    1873 - Il popolo italiano - Cap. XI

    Mercoledì, 04 Maggio 2022 - 287.14 Kb - pdf - b07ebf6f330bf5e6f23144e27f39d36a - Angelo Mazzoleni, Il popolo italiano, Milano Vallardi 1873Profili del popolo italiano. “Nessun’ altra nazione presenta, come l’Italia, tanta e si ricca varietà di complessioni,dì costumi, di potenza estetica, di elementi di vita sì estrinseca come intrinseca, e per dire tutto inuna parola, tanta varietà di forme, di spiriti e di cuori”.  Non tornerà, credo, discaro al lettore, se dopo lungo e faticoso viaggio, fra gli ispidi dirupi della filosofia e delle discettazioni metafisiche, io moverò verso campi più ameni, passando dal ragionamento alla descrizione ed alle forme più simpatiche e spigliate del romanzo. La natura del suolo, le varietà del clima, le stesse vicende politiche diverse, composero al popolo italiano una fisionomia propria, tale da non trovare riscontro, nella multiforme varietà de’ suoi tipi, con altra fra le nazioni moderne.Mentre presso la maggior parte delle nazioni europee, le diverse razze che la immigrazione o la conquista hanno successivamente raccolto sovra un medesimo suolo, con un processo più o meno lento di assimilazioni, vennero unificandosi, come in Inghilterra, ove il sangue normanno scorre nelle stesse vene col sangue sassone, col danese e col celto-bretone; mentre altrove le poche eccezioni a tale legge, non valsero a turbare la nazionale unità, come la stirpe gallica in Francia e la basca in Ispagna, in Italia invece, quattro o cinque famiglie di popoli, profondamente diverse, coesistono, geograficamente separate in provincie, in regioni, sicché alla conglomerazione politica e legislativa mal corrisponde l’omogeneità etnologica, intellettuale, morale e filologica.Mi studierò pertanto nel presente capitolo di rilevare questi differenti contrasti etnografici raggruppando i miei tipi, secondo le diverse geografie, in tre grandi regioni, dell’alta, della media e della bassa Italia. [...]

  • 1873 - Il popolo italiano - Cap. XII

    1873 - Il popolo italiano - Cap. XII

    Mercoledì, 04 Maggio 2022 - 106.97 Kb - pdf - 4653233e79a715b80c5af88083b7a8f4 - Angelo Mazzoleni, Il popolo italiano, Milano Vallardi 1873L’Italia al cospetto delle altre nazioni. “L’Italia è libera ed una, ormai nondipende più che da noi il farla grandee felice”.Discorso della Corona all'apertura dell’XI Legislatura 15 ottobre 1870). In mezzo a tanta varietà di tipi etnografici, esistono però in Italia non pochi vincoli di parentela e comuni difetti, così nella vita pubblica come nella privata. Al popolo italiano devesi da tutti l’onore di avere, dopo prove durissime, compiuta la propria unità nazionale, rivoluzione certo fra le più importanti del secolo, quando si riflette che la Polonia, dopo eroici sacrifici, ancora si dibatte tra le spire del dispotismo moscovita, e la Grecia … somigliante a quell’infermaChe non può trovar posa in sulle piume, invano cerca dare solida base alla propria politica costituzione.Né fu solo mutamento di Stati e di governo quello che si è operato in mezzo a noi, ma cambiamento profondo e generale della stessa vita intima, della stessa nostra civile esistenza.Eppure grazie a quello spirito di conciliazione che presiedette sempre, anche nelle più gravi contingenze, al rinnovamento politico della patria, ad onta delle sofferte tirannie, ad onta degli inevitabili spostamenti, creati dalle mutate condizioni del paese, nessuna rivoluzione si presentò mai più tranquilla nelle apparenze e più radicale negli effetti. [...]

  • 1873 - Il popolo italiano - Cap. XIII

    1873 - Il popolo italiano - Cap. XIII

    Mercoledì, 04 Maggio 2022 - 146.56 Kb - pdf - 05d93cd76095b694de66b20224c60d7e - Angelo Mazzoleni, Il popolo italiano, Milano Vallardi 1873Il carattere italiano. “La prosperità di un paese non consistenella copia delle sue ricchezze, nella saldezzadelle sue cittadelle, nella bellezzadei suoi pubblici edificii, ma nel numerodei cittadini colti, negli uomini che hannoeducazione, dottrina e carattere. In questidati si fondano principalmente il suovero interesse, la sua forza maggiore,la sua reale efficacia”.Martino Lutero. Le genti italiane vanno distinte per una certa prontezza ed acutezza d’ingegno, in alcune provincie quasi meravigliose, ingegno che lasciato incolto o intristisce senza frutto, o cresce selvaggio e d’ostacolo al vero progresso, come le piante senza coltura, abbandonate in una vergine foresta, al naturale loro sviluppo. L’ingegno, per essere produttivo, ha bisogno dell’opera di una costante e severa educazione; le scuole, le accademie, i collegi non possono dare in generale se non gli elementi del sapere, mentre la vera coltura si acquista più tardi da sé, colla pratica della vita, conversando ed avvicinando uomini e cose. I soli libri non bastano a far l’uomo senza il dibattito delle passioni, senza lo spirito della osservazione e della meditazione, essendo il mondo il libro dove il senno eterno scrisse i propri concetti, secondo la splendida definizione data da Campanella nelle sue Poesie filosofiche.Egli è forse a deplorare che in Italia v’abbia più istruzione che educazione, più ingegno che caratteri, e manchi fra noi quella seria, continua, stretta, affettuosa corrispondenza fra le due grandi potenze educatrici del carattere, il cuore e l’intelletto, la famiglia e la scuola. L’esprit dans les grandes affaires, diceva il cardinale di Retz, n’est rien sans le coeur. L’educazione, mio costante obbiettivo, più che all’intelletto deve mirare al cuore, perché più dell’ingegno vuolsi disciplina, onestà, lavoro, adempimento continuo dei propri doveri. E se in Italia, come in Francia, abortirono in addietro tante rivoluzioni, devesi forse ascrivere al non aver saputo mai formare cuori, coscienze, caratteri, e non era certo un paradosso quello dell’Azeglio allorché disse mancare in Italia gli Italiani e il primo compito della patria redenta, dover essere appunto quello di formarli il carattere dell’uomo è l’ordito indispensabile su cui si tessono le virtù del cittadino; si facciano degli uomini onesti e l’Italia avrà gli Italiani che le abbisognano.

  • 1873 - Il popolo italiano - Cap. XIV

    1873 - Il popolo italiano - Cap. XIV

    Mercoledì, 04 Maggio 2022 - 154.81 Kb - pdf - ca06e2226e7f82093149f7112908973e - Angelo Mazzoleni, Il popolo italiano, Milano Vallardi 1873Vita pubblica in Italia. Pour connaitre les hommes il faut les voir agirdans le monde. En les entendant parler, ils montrentleurs discours et cachent leurs actions;mais dans l’histoire ils sont dévoilés, et onles juge sur les faits. Leurs propos mèmes aidentà les apprécier, car, comparant ce qu’ilsfont à ce qu’ils disent, on voit à la fois cequ’ils sont et ce qu'ils veulent paraitre; plusils se déjuisent, mieux on les connait.Rousseau, Émile, liv. IV.… io t’ammoniscoChe tua ragion cortesemente dica,Perché fra gente altera non ti conviene.Troverai tua venturaFra magnanimi pochi a chi’l ben piace.Petrarca. Le nostre abitudini, le stesse nostre istituzioni, sembrano tutte volte alla grande beatitudine del godere e del vivere in ozio. In nessun altro luogo, diceva Gioberti ne’ suoi Prolegomeni, l’arte di perdere ii tempo è cosi bene conosciuta e praticata quanto in Italia. Quante ore preziose sciupate la mattina fuori di casa, per attendere a piccoli bisogni che si potrebbero spicciare in meno di mezz'ora, vuoi per la colazione al caffè - dove si ministran bevande, ozio, novelle, vuoi per fumare lo zigano, pel parrucchiere, per ciaramellare in istrada cogli amici od andare girelloni lungo le vie, fermandosi alle cantonate o alle vetrine di novità, per sbirciare o sibilare qualche motto impertinente alla giovane crestaja che, sguajatella, frettolosa, sorride e passa innanzi! E così si perdono le ore, e gli affari vanno a rilento e quasi a ritroso, siccome è costume dei fanciulli alla scuola del villaggio.Farsi attendere in Italia è all’ordine del giorno e si può dire questione di etichetta, fra persone ammodo e di rispetto anche nei più urgenti affari del paese, con grave danno della pubblica cosa. - Le sedute alla Camera, per esempio, sì pubbliche che private, non incominciano mai all’ora stabilita e il numero legale è raggiunto solo nelle grandi occasioni. [...]

  • 1873 - Il popolo italiano - Cap. XV

    1873 - Il popolo italiano - Cap. XV

    Mercoledì, 04 Maggio 2022 - 128.32 Kb - pdf - 18555ba6133b9528fc7666001be0188f - Angelo Mazzoleni, Il popolo italiano, Milano Vallardi 1873La casa e la famiglia. “Le foyer est la pierre qui porte lacité”.Michelet.“Le virtù civiche, se non hanno originee conferma nelle private edomestiche, non sono che virtù teatrali.Chi non ha cuore amorosoper il proprio figlio, non può dar acredere di averne per l’uman genere”.J. Simon, Le Devoir. Passando ora dalla vita pubblica alla privata, trovo scritte in Licurgo queste sapienti parole: “Se vuoi dominare lo Stato, domina prima nella tua casa”. E di vero la casa è la prima e più importante scuola per formare il carattere, là dove l’uomo si inizia ai misteri della vita, e dove, come da ricca sorgente, scaturiscono diritti e doveri, affezioni ed aspirazioni, gioie e sacrifici.Nella famiglia si risolvono, in una parola, i più importanti problemi morali. “Nella propria casa, ad ogni essere umano vien dato il suo morale avviamento, buono o tristo, poiché in essa si attingono quei principi di condotta, i quali poi non vengono mai meno, e non ci lasciano che colla vita”. Si suol dire che “i modi e l’intelletto fanno l’uomo”, ma più giusto sarebbe il detto che “la casa fa l’uomo”, poiché la domestica educazione include non solamente le maniere e l’intelletto, ma ben anche il carattere. Nella casa più che altrove il cuore si svolge, il costume si forma, l’intelligenza si sveglia ed il carattere si piega al bene o al male. [...]

  • 1873 - Il popolo italiano - Cap. XVI

    1873 - Il popolo italiano - Cap. XVI

    Giovedì, 05 Maggio 2022 - 104.23 Kb - pdf - 704a3111367414597f019557f8b7d4f7 - Angelo Mazzoleni, Il popolo italiano, Milano Vallardi 1873Il problema educativo. “La buona educazione dei Egli è il fondamentodella virtù e della probità”.Plutarco.“Ho sempre pensato che si riformerebbeil genere umano, se si riformasse l’educazionedella gioventù”.Leibniz. In mezzo alle più ardite elaborazioni scientifiche, mentre i problemi più ardui e più severi di filosofia civile assumono forma novella e richiedono soluzioni più efficaci, v’ha un problema che grandeggia sopra tutti gli altri e tutti in se stesso sembra epilogarli. Questo problema risale alla prima origine d’ogni fatto, abbraccia le ultime conseguenze che da ogni fatto debbono discendere, comprende tutte le ricerche, tutti gli studi, tutte le speculazioni più alte, riconducendole allo scopo che ciascuna di esse deve prefiggersi; promuove, in una parola, la creazione della più feconda, fra le scienze, la scienza dell’uomo, ché non basta esser uomo fisicamente, bisogna esserlo anche moralmente. [...]

  • 1873 - Il popolo italiano - Cap. XVII

    1873 - Il popolo italiano - Cap. XVII

    Giovedì, 05 Maggio 2022 - 154.07 Kb - pdf - 8cd84bf4e03926c4d9f42fe36fbcca34 - Angelo Mazzoleni, Il popolo italiano, Milano Vallardi 1873Prima delle annessioni. Il presente è figlio del passato e padredell’avvenire.Leibniz.“Noi siamo stati assuefatti nell'Europamoderna a dei governi che non furonofondati per il bene comune, a dei governifeudali ove i popoli non eranoconsiderati che una proprietà più o menoproduttiva; i padroni loro non badavanoche a sfruttarli con profitto, né si davanopensiero dì farli avanzare verso la prosperità,l’intelligenza e la virtù”.S. Sismondi. Esposte le cause che paralizzarono o ritardarono ogni movimento scientifico ed economico in Italia, prima di conoscere dei progressi fatti durante il decennio di vita nazionale, converrà volgere anzitutto uno sguardo retrospettivo alle condizioni politico-morali del popolo italiano prima delle annessioni.Oggi in cui, per volontà di popolo e per fortuna di avvenimenti, l’Italia poté raccogliere le sparse sue membra e comporsi a nazione, tornerebbe molto acconcio mettere a nudo, in una specie di inventario morale, il triste fardello di miserie ereditate dal passato, raffrontando dappoi questo inventario colle più recenti nostre tavole statistiche. Senonché è a dolere che un tale studio comparativo riesca, si può dire, impossibile, nell’assoluta mancanza di tavole statistiche prima del 1861-62. In Italia non esistevano che le anagrafi parziali d’ogni provincia, ed anche queste vecchie di tre, di cinque, di otto e fino di dieci anni, né potevano, per disparità di tempo, di territori e di leggi, dare alcun sicuro criterio, e solo delle vaghe congetture in base ad indagini, diligenti si, ma scarse, incerte e problematiche. [...]
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