Robin Blackburn

Da www.essex.ac.uk (traduzione)
Ha studiato e insegnato Sociologia alla LSE e a Oxford negli anni sessanta, con interessi incentrati sulla sociologia storica, la teoria sociale critica, il capitalismo moderno e il terzo mondo, pubblicando studi sulla rivoluzione cubana e curando un'indagine sugli approcci critici, Ideologia nelle scienze sociali (1972). Il lavoro successivo esplora la formazione istituzionale del mercato, la dinamica dello sviluppo capitalista e la selezione storica delle strutture di potere e ideologia. Un filone di questo lavoro analizza le dinamiche della schiavitù, della resistenza degli schiavi e dell'anti-schiavitù, incarnate in due libri The Making of New World Slavery: from the Baroque to the Modern, 1492-1800 (1997) e The Overthrow of Colonial Slavery, 1776-1848 (1988). Queste opere guardano alla formazione di ideologie razziali e identità nazionali in un mondo assediato dalla rivalità e in transizione verso la modernità. L'altro filone riguarda i tentativi del 20. secolo di sopprimere o controllare il mercato e il funzionamento delle istituzioni finanziarie di oggi, il primo che porta a Fin de Siècle, un lungo saggio sulla caduta del comunismo pubblicato in After the Fall (1992), e il secondo uno studio intitolato Il nuovo collettivismo pubblicato nel numero di gennaio/febbraio 1999 di New Left Review, che successivamente costituiscono la base di Banking and Death, or Investing in Life (2002). Recenti incarichi accademici sono stati presso la New School for Social Research (New York), king's college, Cambridge (1998-9), FLACSO (Latin American Social Science Faculty), Quito, Ecuador (1994-5) e il Woodrow Wilson Centre, Washington D.C., US (1993-4). Membro del comitato editoriale di New Left Review dal 1962 ed editore (1981-99); consulente editoriale dal 1970.

 
  • 1969 - Robin Blackburn - Wilson e i padroni di Belfast

    1969 - Robin Blackburn - Wilson e i padroni di Belfast

    Venerdì, 04 Febbraio 2022 - 157.33 Kb - pdf - cfc5e8d269af68568223c6c7c67486ad - Robin Blackburn, l’Astrolabio, n. 33 del 24 agosto 1969Belfast, agosto. Probabilmente ad un osservatore superficiale i drammatici avvenimenti della settimana scorsa nell'Ulster sono sembrati un'insurrezione di esponenti della comunità cattolica contro l'oppressione di cui da tanto tempo sono vittime. Ma un'interpretazione del genere non tiene conto di uno dei fattori fondamentali della situazione, cioè il carattere difensivo della reazione nelle zone cattoliche. L'attuale conflitto ha avuto inizio il 12 agosto, quando l'organizzazione protestante militante nota con il nome di Derry Apprentices ("Gli Apprendisti di Derry") ha effettuato la sua tradizionale marcia intorno alle mura di Londonderry. Questa marcia è, per la minoranza cattolica, un deliberato ed umiliante ricordo di secoli di subordinazione al predominio protestante sul quale si fonda il governo britannico. La mancata proibizione della marcia da parte del governo unionista dell'Ulster è stata una chiara confessione di debolezza, ed ha dimostrato la dipendenza della cricca unionista al potere - formata da proprietari terrieri e borghesi - dai piccoli borghesi e dalla massa proletaria protestante. Senza l'appoggio delle masse protestanti (che in massima parte sono sfruttate almeno quanto i cattolici) il regime unionista crollerebbe; per questa ragione occorre far loro delle concessioni. Negli ultimi anni è stato sempre più difficile concedere qualcosa sul piano economico.Perché il ristagno dell'economia dell'Ulster si è accoppiato alla crisi economica britannica. La disoccupazione, una grave penuria di alloggi e l'impoverimento dei servizi sociali, costituiscono lo sfondo del grave conflitto sociale. A Derry, ad esempio, il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 20 per cento, e se la disoccupazione ha colpito soprattutto i cattolici, la percentuale dei disoccupati è elevata anche tra i protestanti. Questi ultimi hanno reagito alle difficoltà economiche appoggiando con un crescente fanatismo il sistema di discriminazione religiosa che li pone un gradino più su dei cattolici. [...]
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