Ernesto Rossi
Pubblicista e uomo politico (Caserta 1897 - Roma 1967). Volontario nella prima guerra mondiale, antifascista, dopo il delitto Matteotti pubblicò, con i fratelli Rosselli e G. Salvemini, il foglio clandestino Non mollare!. Costretto all'espatrio in Francia, tornò in Italia dopo pochi mesi e si dedicò all'insegnamento, impegnandosi contemporaneamente nell'organizzazione del movimento politico Giustizia e Libertà. Arrestato (1930) e condannato dal tribunale speciale a venti anni di reclusione, ne scontò nove e fu poi confinato a Ventotene, dove con A. Spinelli elaborò le basi teoriche del movimento federalista europeo. Liberato dopo l'8 sett. 1943, fu nel direttivo del Partito d'Azione e partecipò alla Resistenza. Nel 1945 fu sottosegretario alla Ricostruzione (1945) e nel 1955 contribuì alla fondazione del Partito radicale. Nel corso della sua attività di pubblicista, collaborò tra l'altro con l'Unità di Salvemini, la Riforma sociale, il Corriere della sera, La Stampa e Il Mondo. Tra le sue opere: La riforma agraria (1945); Abolire la miseria (1946); Critica del capitalismo (1948); Settimo, non rubare (1951); Lo stato industriale (1952); I padroni del vapore (1954); Il malgoverno (1954); Il Sillabo (1957); Il manganello e l'aspersorio (1958).