Lunedì, 08 Agosto 2022 - 39.24 Kb - pdf - 09233bcdf51f0a259a157c441df8314c - Qualesammarco, Nr. Zero, Marzo 1988Amministrazione, burocrazia e “cultura della produzione”di Sandro AucelloI rapporti con gli enti locali e la burocrazia sono essenziali - Al Sud manca una “Cultura della produzione” perché non c’è un tessuto produttivo - Così come sono, amministratori e burocrazia impediscono il cambiamento.Lasciando stare tutte le questioni sul terziario avanzato e tecnologico, su quale settore concorre in misura maggiore alla formazione del PIL (Prodotto Interno Lordo) o sulle tendenze della nostra (occidentale) società, potremmo rappresentare la realtà economica di S. Marco in Lamis mediante due soli settori: il primario e un terziario in grandissima parte pubblico senza particolari obblighi di produttività. Il secondario [industrie, NdR] è poca cosa rispetto ai primi due e può essere rappresentato dall’edilizia e dalle cave di pietra. Altro il paese non offre se non qualche piccola realtà artigianale o qualche accenno di sviluppo nella dinamica produttiva nel settore primario (cooperative agricole).Bene. Fatta questa inevitabile premessa, possiamo iniziare il nostro discorsetto. E’ ovvio che chiunque produce lo fa in un dato ambiente economico, sociale, ecc. e che l’insieme dei rapporti che deve intrattenere con gli altri è abbastanza complesso. Non si starà certo a tentare una disamina dei vari problemi che i produttori devono affrontare; si vuol semplicemente mettere in evidenza qual è la qualità dei rapporti che esistono tra i produttori, gli amministratori dei vari enti locali e la burocrazia. Ciò perché, per una qualsiasi attività che non voglia essere autarchica, i rapporti con i suddetti soggetti sono essenziali. [...]