Martedì, 09 Novembre 2021 - 138.33 Kb - pdf - 5e3a354417226e6c1d9b721707eb78d1 - Francia, Umberto Terracini, L’Astrolabio, n. 25 del 23 giugno 1968Se in Francia la grande guerra di movimento iniziata da più di un mese, sfida del potere costituito, da quelle masse universitarie, e condotta con una serie di violentissimi scontri con la polizia, è ancora aperta, chiari sono però i segni del suo vicino esaurimento.E allora, come già in Italia, anche là le cause prime del suo impetuoso improvviso esplodere torneranno senz'altro all'evidenza, imponendosi con imperiosità all'attenzione universale ma specialmente alla preoccupazione dei governanti. Tanto infatti è stato facile a questi ultimi deviare la emozione pubblica contro le radicali contestazioni dell'intera società agitate dagli studenti, additandole come manifestazioni di un irresponsabile furore nichilista al quale neanche l'età giovanile poteva offrire attenuanti, altrettanto sarà per essi difficile, anzi impossibile, continuare a difendere, magari con lievi correzioni, l'arcaica, assurda, intollerabile regolamentazione che ancora regge quegli studi superiori, e contro la quale, dopo un lunghissimo tempo di inspiegabile immobilità, le masse studentesche finalmente sono insorte. Le forme insurrezionali, suggestive e romantiche, assunte dal movimento studentesco francese, col suo drizzarsi non solo contro il potere autoritario, ma contro ogni altro potere che non coincidesse immediatamente con il suo proprio, comunque non ancora definito e tanto meno strutturato, se anche pongono l'obbligo di uno studio approfondito della natura di quel movimento nei suoi più intimi rapporti coll'intero processo sociale di questa epoca travagliata e combattuta di transizione, non devono farcene però accogliere una prospettica ingannevole, la quale ci porterebbe a dare di quel movimento un giudizio errato e, in connessione, a giudicare erroneamente anche ogni altro fatto connesso. [...]