Martedì, 01 Febbraio 2022 - 140.91 Kb - pdf - 2ac98290e83ed5031701b594175b76cd - Jean Lacouture, l’Astrolabio, n. 32 del 10 agosto 1969Parigi, agosto. Questa pace nel Vietnam, che dipende essenzialmente dalle decisioni americane e che sembrava a portata di mano nello scorso mese di gennaio, è resa più difficile dalla conquista della luna e dal trionfo di Nixon a Buacarest? Signore dello spazio, e potendo approfittare di un memorabile agosto per il dialogo con il campo socialista - che ha dimostrato una evidente volontà di riallacciare i rapporti con l'Occidente - Nixon va rimettendo in discussione il neoisolazionismo asiatico, che aveva elaborato il suo augure diplomatico, Henry Kissinger, per tornare alle antiche tentazioni del roll-back antisovietico e della crociata contro il comunismo del tempo di John Foster Dulles?Il pericolo c'è. Tali ipotesi però sono state escluse dai portavoce della nuova diplomazia americana, quando, lunedì, Kissinger è passato per Parigi. A prestar loro ascolto, la dottrina vietnamita dell'amministrazione repubblicana resta quella dello sganciamento progressivo, accompagnato dal tentativo di salvare il salvabile della borghesia militare sudvietnamita.Ma i nuovi slogans "basta col Vietnam" e "l'Asia agli asiatici" appaiono così drastici, da non riuscire a far tacere obiezioni di questo tipo anche ai cattivi asiatici?In breve, né il viaggio del presidente Usa da Manila a Bucarest, né il volo di Apollo 11, sembrano modificare fondamentalmente i dati del problema posto ai negoziati americo-vietnamiti, ove il passaggio di Kissinger è interpretato nel senso di un rilancio del negoziato piuttosto che di un rinnovato avvertimento del tipo di quello che Nixon lanciò la settimana scorsa ai suoi ospiti di Saigon "siamo giunti al limite delle nostre concessioni. Spetta a voi, comunisti, fare un passo, sennò ... ". [...]