Jean Lacouture

Jean Lacouture è nato il 9 giugno 1921 a Bordeaux, Gironda, Francia. È stato regista e scrittore, noto per Un comédien lit unuteur (1979), Leclerc le libérateur (1994) e Lontano dal Vietnam (1967). Era sposato con Simonne Miollan. È morto il 16 luglio 2015 a Roussillon, Vaucluse, Francia.
Famoso giornalista di Le Monde, oltre agli articoli politici, è stato anche un reporter sportivo per loro sul rugby. Divenne un rispettato biografo di Charles de Gaulle, François Mitterrand, François Mauriac e altri e in totale scrisse 71 libri. Ha fondato e gestito presso Seuil editors a Parigi 2 collezioni: L'histoire immédiate e La Traversée du siècle.

 
  • 1969 - Jean Lacouture - Guerra in liquidazione

    1969 - Jean Lacouture - Guerra in liquidazione

    Venerdì, 07 Gennaio 2022 - 239.48 Kb - pdf - 1f5c1b0c6b8a1929d13b739d42a5ea7c - Jean Lacouture, l’Astrolabio, n. 4 del 26 gennaio 1969Parigi, gennaio. I negoziati parigini sul Vietnam nascono sotto un doppio segno: l'insediamento di Richard Nixon alla Casa Bianca e l'esplosione di una nuova "battaglia di Saigon". In tutti i modi è previsto che “le cose andranno per le lunghe". Né la fretta del nuovo presidente americano di sbarazzarsi della spinosa questione vietnamita, né la formidabile pressione dei guerriglieri del Fronte, sembrano poter provocare una soluzione affrettata del tipo di quella che la disfatta francese di Dien Bien Phu impose alla Conferenza di Ginevra del '54, data che segnò la fine della "prima guerra" (o piuttosto la prima fase della guerra intrapresa dalla rivoluzione vietnamita contro l'occidente per guadagnarsi l'indipendenza e il diritto all'unità). [...]

  • 1969 - Jean Lacouture - Il tramonto dei fantocci

    1969 - Jean Lacouture - Il tramonto dei fantocci

    Martedì, 01 Febbraio 2022 - 140.91 Kb - pdf - 2ac98290e83ed5031701b594175b76cd - Jean Lacouture, l’Astrolabio, n. 32 del 10 agosto 1969Parigi, agosto. Questa pace nel Vietnam, che dipende essenzialmente dalle decisioni americane e che sembrava a portata di mano nello scorso mese di gennaio, è resa più difficile dalla conquista della luna e dal trionfo di Nixon a Buacarest? Signore dello spazio, e potendo approfittare di un memorabile agosto per il dialogo con il campo socialista - che ha dimostrato una evidente volontà di riallacciare i rapporti con l'Occidente - Nixon va rimettendo in discussione il neoisolazionismo asiatico, che aveva elaborato il suo augure diplomatico, Henry Kissinger, per tornare alle antiche tentazioni del roll-back antisovietico e della crociata contro il comunismo del tempo di John Foster Dulles?Il pericolo c'è. Tali ipotesi però sono state escluse dai portavoce della nuova diplomazia americana, quando, lunedì, Kissinger è passato per Parigi. A prestar loro ascolto, la dottrina vietnamita dell'amministrazione repubblicana resta quella dello sganciamento progressivo, accompagnato dal tentativo di salvare il salvabile della borghesia militare sudvietnamita.Ma i nuovi slogans "basta col Vietnam" e "l'Asia agli asiatici" appaiono così drastici, da non riuscire a far tacere obiezioni di questo tipo anche ai cattivi asiatici?In breve, né il viaggio del presidente Usa da Manila a Bucarest, né il volo di Apollo 11, sembrano modificare fondamentalmente i dati del problema posto ai negoziati americo-vietnamiti, ove il passaggio di Kissinger è interpretato nel senso di un rilancio del negoziato piuttosto che di un rinnovato avvertimento del tipo di quello che Nixon lanciò la settimana scorsa ai suoi ospiti di Saigon "siamo giunti al limite delle nostre concessioni. Spetta a voi, comunisti, fare un passo, sennò ... ". [...]

  • 1969 - Jean Lacouture - Le quattro vittorie di Ho Chi Minh

    1969 - Jean Lacouture - Le quattro vittorie di Ho Chi Minh

    Lunedì, 07 Febbraio 2022 - 261.77 Kb - pdf - 92cdd28f9db76a2027a616014e03586c - Jean Lacouture, l’Astrolabio, n. 36 del 14 settembre 1969Parigi, 8 settembre - Ho Ci Minh era forse, con Fidel Castro, l'uomo del mondo comunista con cui molti non comunisti si erano sentiti più spesso in un rapporto veramente fraterno. E la morte del vecchio comunista che era l’ultimo compagno dei grandi combattenti dell'Internazionale - che né Mao, né Tito, né Gomulka hanno conosciuto - porta con sé una parte della nostra storia, quella della prima grande rivoluzione proletaria alla quale egli aderì in modo totale, quella della resistenza al fascismo, quella della distruzione egli imperi coloniali.Ma perché ritornare ancora una volta su questa vita favolosa? Quello che ci importa prima di tutto è l’eredità che Ho ha lasciato al sue popolo e al mondo, la situazione che ha lasciato morendo, quel Vietnam la cui resistenza all’egemonia americana è una dei fattori più importanti della strategia mondiale del nostro tempo. Cosa resterà di tante decisioni politiche e militari, di un mezzo secolo di lotte contro l'ordine dei potenti? a noi sembra quattro cose.La prima è la fondazione o piuttosto la rinascita dello stato vietnamita. Per duemila anni il popolo del Vietnam è stato esposto a molti tentativi di distruzione dal nord dalla Cina, soprattutto nel periodo Manciù - dall'ovest, con i Khmers, e soprattutto dalla lontana Europa. Circa cento anni fa, un 'armata francese distruggeva la forza militare vietnamita e divideva il paese in tre pezzi, una colonia e due protettorati. La sovranità vietnamita non era più che una finzione. Dal 1908 al 1930, diverse organizzazioni nazionaliste avevano tentato - talvolta con l'aiuto di uno dei sovrani di Hué "protetti" dalla Francia di distruggere il sistema coloniale. [...]

  • 1969 - Jean Lacouture - Come non uscire dal Vietnam

    1969 - Jean Lacouture - Come non uscire dal Vietnam

    Lunedì, 14 Febbraio 2022 - 170.73 Kb - pdf - a641365fad3d83263290497bac57aff1 - Jean Lacouture, l’Astrolabio, n. 42 del 26 ottobre 1969Parigi, ottobre. La guerra del Vietnam ha ispirato un buon numero di battute storiche. L'ultima e più bella l'ha pronunciata il vice-presidente Spiro Agnew a proposito di un telegramma di felicitazioni indirizzato agli organizzatori del moratorium day per il Vietnam dal primo ministro nordvietnamita Pham Van Dong: "E' un inqualificabile intervento negli affari interni degli Stati Uniti". Da dieci anni il governo di Washington, raccogliendo l’eredità di quello di Parigi, abusa del popolo vietnamita, fà e disfà i regimi, reprime le popolazioni; da cinque anni interviene per terra, aria, mare nel Vietnam, tenendo più di mezzo milione di uomini sul territorio di un piccolo paese e dominando più di un milione di vietnamiti. E quando il governo di Hanoi saluta la libera iniziativa di un immenso settore dell'opinione pubblica americana, è accusato di intervento.E' evidente che Agnew, portavoce dei segregazionisti e degli ultranazionalisti nell'amministrazione repubblicana, ha perso il poco sangue freddo che gli ha dato madre natura; il moratorium sul Vietnam ha sconvolto i dati della situazione, sicuramente meno dell’offensiva del Tet del febbraio 1968, ma molto più di quanto abbiano fatto fino ad ora le grandi manifestazioni, dal sit in del 1966 alla marcia sul Pentagono dell'ottobre 1967. Quale che sia il numero esatto dei partecipanti alla giornata del 15 ottobre, che essi rappresentino il 10, il 20 o il 30 per cento dell'elettorato americano, è chiaro comunque come per la prima volta membri dell'establishment liberale o semplicemente moderato, o anche semplicemente deluso dai risultati della politica di Rusk e Johnson, non abbiano esitato ad unirsi ai vietmens. [...]
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