Martedì, 14 Settembre 2021 - 181.92 Kb - pdf - c1d3f96dd2cc8e4ad47ac670de081c14 - Umberto Segre, in L'Astrolabio, pp. 9-11, N. 3, 1963“Poiché siamo sulla cresta dell'onda, possiamo permetterci il gusto delle questioni difficili”. E' una frase che abbiamo letto, al colmo della campagna elettorale, sulla Giustizia. Ci è rimasta impressa, per il suo tono di presunzione; ma, in fondo, un pizzico di eleganza intellettuale non guasta neppure in un dibattito fatalmente semplicistico, come quello del 28 aprile. Ora non si può dire che Saragat non abbia cercato, per quanto stava in lui, di uscire dal trivio: in fondo il contraddittorio con Moro ha dato respiro a una polemica, in cui tutto pareva già previsto.L'argomentazione di Saragat è la seguente. Non è vero che, attenuatasi l'insidia comunista, sia divenuto finalmente opportuno impostare una linea costruttiva di democrazia economica e sociale, quella formula di centro-sinistra, che designa la benevolenza con la quale i cattolici accettano di farsi appoggiare dai partiti di sinistra democratica. La proposizione stessa “né frontismo né centrismo” non dice tutto, o dice solo quello che alla DC piace ammettere, in termini che confermino la sua indefessa preponderanza nel sistema politico italiano. E' vero invece che l'indebolimento obbiettivo del comunismo in Italia ha “liberato” due alternative, una a preponderanza democristiana, e una a preponderanza socialista. E' un atteggiamento di supina rinunzia, quello che si rassegna alla supremazia democristiana; e si basa solo su luoghi comuni che devono essere escussi. Quello, ad esempio, che l'unità dei cattolici esiga che il loro voto si concentri unicamente sulla DC. Al contrario, in una democrazia ormai abbastanza solida per non dover consegnare a nessuna “autorità” la tutela delle sue libertà, i cattolici possono votare per qualsiasi partito, sapendo che ognuno di essi coopera alla tutela della libertà religiosa, come di tutte le altre. Si osservi, invece, come, continuando a sostenere che solo l'unità dei cattolici difende ed esonera gl'italiani dall'esperimento comunista, da un lato si ingrandisca e si preservi l'importanza, in realtà decaduta e ridotta, del comunismo; dall'altra si mantenga alla DC, una funzione di partito-baluardo, che le consente di contrastare l'altra alternativa, l'alternativa socialista. [...]