Martedì, 18 Agosto 2020 - 122.72 Kb - pdf - 572604f8a951a91b3972a84ca13879c1 - Panfilo Gentile, Polemica contro il mio tempo, Pagg. 158-181, Giovanni Volpe Editore, Roma 1965Preti politicanti ce ne sono stati sempre. Tutti ricorderanno il gustoso ritratto fattone da Anatole France nella sua “Histoire de la France contemporaine”. Ma i preti della Terza Repubblica erano più discreti di quelli dei nostri tempi ed in ogni caso dovevano tenere conto che la Terza Repubblica mandava al governo uomini come Combes e Waldeck-Rousseau, esponenti di quel radicalismo massonico che in fatto di anticlericalismo non scherzava. Oggi, invece, nel nostro Paese, da circa vent'anni è al potere un partito confessionale, il quale si guarda bene dal reprimere le ingerenze degli ecclesiastici negli affari dello Stato, anche quando sono palesemente violatrici delle nostre leggi. Tipico, ad esempio, l'intervento oramai abituale dell'episcopato, alla vigilia di ogni elezione, per imporre ai cattolici di votare in una determinata maniera, contravvenendosi così ai Patti Lateranensi, alla Costituzione e alla legge penale. L'art. 7 della Costituzione, uniformandosi ai criteri dei Patti Lateranensi, dichiara: “Lo Stato e la Chiesa sono ciascuno nel proprio ordine indipendenti e sovrani”. [...]