Mercoledì, 22 Settembre 2021 - 174.33 Kb - pdf - 4fe4f05657333add5a551a8e06bc941d - Ugo D'Ascia, L'Astrolabio, n. 5, Pag. 19-20, 30 Gennaio 1966“Non ho bisogno di rispondere e non risponderò affatto”, così, alteramente domenica 9 gennaio, il cardinale Wyszynski, arcivescovo di Gmezno e Varsavia, primate di Polonia, dinnanzi alle accuse del governo e della stampa che gli imputavano “le cose più terribili che possano far torto all'uomo”.Ed in Polonia, oggi, la “cosa più terribile” è la messa in discussione della frontiera, quella linea Oder-Neisse, che respinge verso occidente la perenne angoscia polacca, l'incubo di quel giorno di settembre del 1939, in cui panzer tedeschi corsero liberi sulla pianura. E' un'immagine che i polacchi hanno visto in filigrana dietro le parole ecumeniche di pace e di religione scambiate nel dialogo a tre fra episcopato polacco e vescovi tedeschi e Chiesa evangelica di Germania, Su questo in Polonia si cade, quale che sia il prestigio di cui per altre ragioni si gode. Per questo il primate ha chiesto ai suoi fedeli, nella chiesa di San Carlo Borromeo a Varsavia di aver fede in lui, di ricordare il suo patriottismo: “Vi prego, carissimi, voi che mi conoscete bene, perché è da anni che lavoro con voi, abbiate fiducia più che potete nel vostro vescovo, il quale finora non ha fatto il minimo male, il minimo torto alla sua patria”. [...]