Sabato, 15 Gennaio 2022 - 327.17 Kb - pdf - 4ee200b03c41793c1d871452acc3ca0c - Renato Tomasino, l’Astrolabio, n. 16 del 20 aprile 1969Il cinema "proibito" trova la sua forza nella censura e questa trova nei film erotici la sua ragion d'essere. Un gioco delle parti che rivela il meccanismo nascosto dell'industria cinematografica.Un'ondata di interventi censori, o della Magistratura, si abbatte sul cinema italiano in difesa del "comune sentimento del pudore" offeso da troppi film. Vediamo un po' i titoli attualmente in circolazione nel nostro paese: La Rivoluzione Sessuale, L'altra faccia del peccato (ovvero, come dice la pubblicità, gli aspetti più sconvolgenti della libertà sessuale in Svezia, Danimarca, etc.), Inghilterra nuda, Io sono curiosa (reportage erotico politico sulla Svezia), Svezia inferno e paradiso, Nuda sotto la pelle, Vedo nudo, Orgasmo etc ...Sembrerebbe che l'ondata censoria sia priva di effetti pratici, in realtà le cose vanno diversamente, l'istituto della censura vive sull'esistenza di questi film e questi film vivono proprio grazie all'esistenza della censura, che conferisce loro un carattere "proibito", il carattere di opere giocate al limite della tolleranza e della moralità pubblica. La manipolazione commerciale del sesso, e la conseguente repressione, non sono che due facce di una stessa politica produttiva, che non può rinunziare al momento della libertà sessuale, in quanto momento di spinta ai consumi e di accrescimento del mercato, in questo caso cinematografico, e d'altra parte ritiene pericoloso per la sua stessa esistenza, trascurare il momento repressivo e moralizzatore dei costumi, e quindi anche dei consumi.Così il giuoco di sessualità e repressione si svolge in un ciclo costante di espansione del mercato, regolamentazione moralizzatrice, e nuova espansione del mercato proprio sull'onda della curiosità, della moda, a volte della morbosità, suscitate dall'intervento repressivo. Il fenomeno va dal cinema alla pubblicità, alle riviste per "soli uomini", a certi capi d'abbigliamento, senza per questo volere stabilire una astratta equivalenza tra fenomeni con caratteristiche specifiche diverse. [...]