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Gaetano Salvemini

Storico e uomo politico (Molfetta 1873 - Sorrento 1957). Iscritto al PSI, approfondì le sue riflessioni sul nesso tra socialismo e questione meridionale, criticando la tendenza al protezionismo operaio settentrionale. L'attenzione ai problemi del paese lo condusse a polemizzare con il governo di G. Giolitti. Diresse, con A. De Viti De Marco, il settimanale L'Unità (1911-20), tramite il quale esercitò una profonda influenza sul dibattito politico. Interventista nel 1915, fu deputato nel 1919. Nel 1925 fondò il quotidiano clandestino antifascista Non mollare!: arrestato, espatriò in Francia, dove fu tra i fondatori di Giustizia e Libertà, e poi negli Stati Uniti.

 
  • 1949  -Gaetano Salvemini - Qualche sasso in capponaia

    1949 -Gaetano Salvemini - Qualche sasso in capponaia

    Sabato, 20 Ottobre 2018 - 62.94 Kb - pdf - b34ec605b94050654157d917bfb5cb78 - Un articolo di Gaetano Salvemini tratto da 'Il Mondo' del 24 dicembre 1949[...] 'Da quando ero piccina', mi diceva pochi giorni or sono una donna del popolo, 'io sono stata sempre socialista'. 'Che cosa intendi per socialista?'. 'Intendo che ci dovrebbe essere un po' di bene per tutti. Mi avvicino alla vecchiaia; allora non potrò più lavorare; non è giusto che io vada a Montedomini o a domandare l'elemosina'. Quella donna non aveva mai domandato in vita sua la socializzazione degli strumenti di produzione e di scambio.Su mille seguaci dell'apparato comunista, forse non uno ha un'idea precisa di quel che gli darebbe 'Baffone', ma tutti vogliono 'un po' di bene per tutti'. Gli uomini raccolti a Firenze vogliono che ci sia un po' di bene per tutti, anche se hanno sepolta questa loro umanità, che è la sorgente perenne del socialismo, sotto una piramide di parole insulse. Non solo vogliono un po' di bene per tutti, ma sentono che quel po' di bene per tutti si può raggiungere soltanto attraverso una azione politica nuova, nella quale non si sperperino attività preziose, come sono state sperperate negli anni trascorsi. [...]

  • 1919 - Ettore Rota - Gaetano Salvemini: Il non conformista

    1919 - Ettore Rota - Gaetano Salvemini: Il non conformista

    Lunedì, 21 Gennaio 2019 - 730.67 Kb - pdf - 3b8bae40c59994fb41b57942feeae038 - Ettore Rota, Una pagina di storia contemporanea: Gaetano Salvemini, in Nuova Rivista Storica, Anno III, Fasc. IV, Società Editrice Dante Alighieri, 1919, pp. 311-395: L'uomo, il combattente, i metodi di lotta.[...] Ettore Rota Nacque a Milano il 3 marzo 1883. […] Nel 1917 insieme con Corrado Barbagallo, Antonio Anzilotti e Guido Porzio fondò la Nuova Rivista storica nel cui programma si asseriva che si voleva dare largo spazio alla storia sociale, economica, politica e delle idee. Nei primi due anni della rivista Rota intervenne con articoli che proseguivano i suoi studi sulle relazioni culturali tra Francia e Italia (Nazionalismo e storicismo. Rapporti di pensiero tra Italia e Francia avanti e dopo la Rivoluzione francese, in Nuova Rivista storica, I (1917), 1, pp. 21-55; 2, pp. 294-338; II (1918), 2, pp. 190-208; 5-6, pp. 523-555). […] Rota morì d’infarto il 23 agosto 1958 a Cannobbio, allora in provincia di Novara (oggi del Verbano Cusio Ossola). [...]

  • 1963 - Gaetano Salvemini - La ragioni dell'intransigenza

    1963 - Gaetano Salvemini - La ragioni dell'intransigenza

    Mercoledì, 15 Luglio 2020 - 104.68 Kb - pdf - d31036fa333b858e87f05584675d292d - Nino Valeri, Gaetano Salvemini, in L'Astrolabio, pagg. 36-37, n. 8, 10 luglio 1963[...] Avendo dedicato la mia attività politica al problema del Mezzogiorno, mi sono trovato senza base nel Mezzogiorno, che è troppo ignorante, inerte, troppo pezzente intellettuale e morale per vedere i suoi diritti e per sostenere chi sostiene i suoi diritti. In provincia dì Bari non più di una mezza dozzina di persone ha capito, dopo venti anni di propaganda, le mie idee. I contadini hanno intuito confusamente che ero con loro, ma non erano in grado di creare un movimento organico, povera gente! Avevano bisogno di una classe dirigente che li inquadrasse; ma non l'hanno trovata. Nel decennio 1904-1914 io non riescii i a raccogliere intorno a me nessun gruppo abbastanza numeroso di piccoli borghesi: questi sentivano che ero loro avversario. Vennero con me appena cinque o sei giovani generosi ma non pratici, gli altri - pochi del resto - non valevano niente, e non capivano niente. Il più forte nucleo di miei seguaci piccolo-borghesi, quelli di Molfetta, non aveva che una preoccupazione: farsi aiutare da me, sventolarmi come bandiera per uccellar voti nella conquista del Comune. Dopo la guerra, sembrò che i combattenti venissero con me; ma questa era una tale razza di mascalzoni, che sudo freddo a pensare di essermi unito con loro! Ed ora sono andati a finire al fascismo: anche qui la massa dei contadini è buona, i condottieri sono piccolo-borghesi meridionali, quali li ho descritti io per la prima volta meritandomi i loro odii. [...]

  • 1963 - Augusto Torre - G. Salvemini e il riformismo meridionalista

    1963 - Augusto Torre - G. Salvemini e il riformismo meridionalista

    Lunedì, 04 Gennaio 2021 - 89.77 Kb - pdf - 25bd5b36cbd16facee13354baca64a12 - Augusto Torre, L'Astrolabio, pp. 38-39, N. 16, 25 Novembre 1963E' questa forse la raccolta di scritti di Salvemini che meglio ci rivela il suo pensiero e la sua azione politica, il perché della sua adesione al partito socialista e del suo progressivo allontanamento da esso. E' una raccolta che comprende scritti che vanno dal 1896 al 1955, cioè per un arco di tempo di quasi 60 anni.Giustamente nella prefazione Arfè osserva che l'origine del socialismo di Salvemini non è nella questione meridionale, la quale solo in seguito diventò prevalente e costituì tutta la ragione della sua adesione al partito socialista. Come Salvemini sia arrivato al socialismo ce lo rivela egli stesso in quella mirabile rievocazione del primo anno universitario, nella quale ci narra come al socialismo, in armonia con le inclinazioni della gioventù del tempo, passò tutto un gruppo di amici, del quale, fra l'altro, facevano parte i due Mondolfo, Gennaro Mondaini, Cesare Battisti, i quali rimasero uniti fra loro per tutta la vita. Sempre durante gli studi universitari Salvemini “divorò” il Manifesto dei Comunisti e gli scritti di Marx sulle lotte di classe in Francia nel 1848, sul colpo di stato del 1851 e sulla Comune, oltre al Materialismo storico di Antonio Labriola. [...]

  • 1964 - Gaetano Salvemini - Cristianesimo e clericalismo

    1964 - Gaetano Salvemini - Cristianesimo e clericalismo

    Giovedì, 07 Gennaio 2021 - 216.22 Kb - pdf - 4f4d57dedb7c8774b511e6f44b7c27b8 - Gaetano Salvemini, L'Astrolabio, pagg. 34-38, Anno II, N. 5, 10 Marzo 1964[...] Da www.attualita.it Mons. Tonino Bello. Non è un tentativo di accaparramento.Oltre che maldestro, risulterebbe sacrilego. Prima di tutto, perché destinato a fare i conti con queste lucide dichiarazioni con cui Gaetano Salvemini, nel testamento che stilò pochi mesi prima di morire, si sottraeva a ogni strumentalizzazione: “Mi dorrebbe se, negli ultimi momenti della mia vita, un oscuramento del mio pensiero permettesse a qualcuno di farmi passare come ritornato ad una fede religiosa qualsiasi… Cessai di essere cattolico quando avevo diciotto anni e intendo morire fuori della Chiesa cattolica, senza equivoci di sorta”. [...]

  • 1965 - Gaetano Salvemini - Esame di coscienza di un interventista

    1965 - Gaetano Salvemini - Esame di coscienza di un interventista

    Mercoledì, 27 Gennaio 2021 - 90.14 Kb - pdf - 9bdd446e3b35f91b60c63c50a933b697 - Gaetano Salvemini, L'Astrolabio, Anno III, N. 20 (61), Pagg. 37-39, 2 Dicembre 1965 Presentiamo ai nostri lettori un passo, inedito, del Diario 1922 -1923 che sta per essere pubblicato integralmente nel volume delle Opere di Gaetano Salvemini edite da Feltrinelli (Scritti sul fascismo, II).

  • 1967 - Augusto La Torre - L'Europa verso la guerra

    1967 - Augusto La Torre - L'Europa verso la guerra

    Venerdì, 12 Febbraio 2021 - 196.63 Kb - pdf - 3ab52cb2bb42237f7f2cbbd28018ed2b - Augusto Torre, L'Astrolabio, n. 15, pp. 32-35, 9 aprile 1967L'avversione di Salvemini al fascismo, e cioè ad un regime che sopprimeva la libertà e offendeva la dignità umana e la giustizia, si manifestò fin dagli albori del movimento e fu una avversione irriducibile. Andato in esilio poté conoscere direttamente quello che all'estero pensavano del fascismo e come lo giudicavano. Mentre gli ambienti democratici lo condannavano apertamente, quelli conservatori di Francia ed Inghilterra lo consideravano con favore e come il regime che senz'altro si meritava il popolo italiano. La grande maggioranza dell'opinione pubblica poi si atteneva a quello che pubblicavano i giornali, che nella maggioranza erano l'eco della propaganda fascista. Su quello che pensavano gli ambienti conservatori inglesi abbiamo l'autorevolissima testimonianza di Churchill, che definì Mussolini “grande uomo” e per venti anni lo ammirò, e ancora nel 1951 scrisse di lui che durante i 21 anni della sua dittatura ... [...]

  • 1963 - Arturo Barone - Movimento Salvemini e Federconsorzi

    1963 - Arturo Barone - Movimento Salvemini e Federconsorzi

    Martedì, 14 Settembre 2021 - 96.16 Kb - pdf - e2b9db5e87800d90fc21dd9167072f00 - Arturo Barone, L'Astrolabio, N. 2, pp. 19-22, 10 Aprile 1963Come preannunciato, il 30 e il 31 marzo si è tenuta a Roma, nel ridotto del teatro Eliseo, il convegno sulla Federconsorzi, promosso del Movimento Gaetano Salvemini, Tre i relatori; Ernesto Rossi, sui rapporti tra la Federconsorzi e lo Stato; Piero Ugolini, sui rapporti fra la Federconsorzi e gli agricoltori; Leopoldo Piccardi, sulla soppressione della Federconsorzi e sul modo di risolvere i problemi che tale soppressione comporta.In attesa della pubblicazione degli atti, che dovrebbe aver luogo fra qualche mese per i tipi di Feltrinelli, ci pare opportuno offrire ai nostri lettori un sintetico resoconto dei lavori del Convegno, anche perché i giornali cosiddetti d'informazione si sono - in generale - astenuti dal farlo, dimostrando ancora una volta, se pure rosse stato necessario, quali e quanti vincoli allo sviluppo delle libertà democratiche (in particolare della libertà d'informazione) ponga il gruppo di pressione bonomiano, che nella Federconsorzi ha la sua base economica e nella Confederazione dei coltivatori diretti la sua base sindacale. [...]

  • 1966 - Ernesto Sestan - Salvemini storico

    1966 - Ernesto Sestan - Salvemini storico

    Martedì, 05 Ottobre 2021 - 203.35 Kb - pdf - d90881de7eb84503610798b61f353ef1 - Ernesto Sestan, L'Astrolabio n. 50, pagg. 31-34,18 dicembre1966Un punto, credo pacifico e scontato: che non sia il caso di aspettarsi di sentire cose nuove su Salvemini storico, dopo che tanto e tanti ne hanno già parlato e scritto, e fra costoro anche chi ha l'onore di parlarvcne oggi. E un secondo punto mi pare altrettanto pacifico: che se l'uomo conta nella storia per quello che di lui vive ed opera oltre la sua vita, nella posterità, il Salvemini più grande e, in questo senso, più “storico” e il Salvemini maestro di vita morale, l'agitatore dei problemi più vivi e scottanti della vita politica italiana (dalla questione meridionale alla questione della scuola), l'apostolo intemerato e intrepido di ogni ideale di giustizia e di libertà.Tuttavia, mi pare che nel giudizio più generale e più diffuso fuori dalla corporazione degli storici professionali, il piatto della bilancia di Salvemini storico sia sceso un pò troppo e che la sua figura di storico sia rimasta un pò annebbiata, un pò sfocata rispetto alla, certo, preminente figura del Salvemini tutto immerso, con intelligenza e con passione, nella lotta civile. Un pò dipende dal mutevole susseguirsi delle stagioni storiografiche, nelle quali, non dirò futili mode, ma serie tendenze prendono ad imporsi soprattutto negli interessi culturali dei giovani, sempre connessi, quando siano vivi, con gli interessi etico-politici. [...]

  • 1943 - Lezioni di Harvard-Da Premessa a Cap. XI

    1943 - Lezioni di Harvard-Da Premessa a Cap. XI

    Lunedì, 30 Maggio 2022 - 713.21 Kb - pdf - 7050da8885b7e3b8ddf3e194b3c17497 - Gaetano Salvemini, Le origini del Fascismo in Italia (Lezioni di Harvard), a cura di Roberto Vivarelli, RCS 2022Nota IntroduttivaL’opera che qui si presenta non venne mai pubblicata durante la vita del suo autore; concepita come corso universitario per gli studenti dell‘università americana di Harvard e redatta in forma di lezioni presumibilmente intorno al 1943, di essa vennero fatte allora solo poche copie a ciclostile. In quel tempo Gaetano Salvemini, che per ragioni politiche nell’agosto del 1925 aveva definitivamente abbandonato l’Italia e la cattedra di cui era titolare a Firenze, si trovava da circa un decennio negli Stati Uniti, dove a partire dal 1934 aveva trovato stabile e cordiale asilo presso la Harvard University, occupando una cattedra di storia della civiltà italiana intitolata a Lauro De Bosis, (che permise a Salvemini di riprendere in più serene condizioni morali e materiali la sua attività di studioso e di insegnante, e di portare a compimento quell’opera di ricerca e di riflessione critica, ininterrottamente condotta sin dall’avvento di Mussolini al potere, per chiarire a sé e spiegare agli altri come fu che il fascismo nacque e si affermò nella vita italiana: che è appunto il tema di queste Lezioni di Harvard. [...]

  • 1922 - Amici - G.Prezzolini - G. Salvemini

    1922 - Amici - G.Prezzolini - G. Salvemini

    Mercoledì, 05 Ottobre 2022 - 88.22 Kb - pdf - 43e88c1104e6ad4c25fea32ba9274998 - Giuseppe Prezzolini, Amici, Vallecchi Editore Firenze 1922, pagg. 117-131Per uno straniero, di un paese politicamente bene organizzato, sarebbe difficile capire come mai Gaetano Salvemini possa avere un' importanza politica in Italia, sebbene come uomo politico non sia riescito che tardi ad essere deputato, come professore di storia sian passati anni prima che occupasse una cattedra in una università importante, come giornalista non abbia disposto che di un modesto settimanale di quattro pagine, che forse non aveva duemila abbonati (L'Unità).Eppure nella nostra vita politica ed intellettuale il nome di Salvemini è qualche cosa di più del suo successo pratico, e la sua forza risiede forse proprio in quello che più gli sembra mancare. Ciò che ha ottenuto ha valore piuttosto per la resistenza che ha incontrato, che in sé; per l'esempio della lotta, che per l'effetto ottenuto. Si potrebbe anzi dire che Salvemini è apparso più una forza in Italia quando ha perduto che quando ha vinto, e che è un uomo piuttosto di battaglia che un consolidatore di posizioni conquistate.In un paese dove una fama si ottiene presto, e vi sono infinite strade per salire, senza un'aristocrazia chiusa e gelosa, e dove magari è possibile fare sorridere tutti ma avere degli ottimi posti, sarebbe stato facile ad un uomo del suo ingegno arrivare prima e più in alto. Non essere riescito ad occupare quella posizione politica, alla quale per tante sue qualità parrebbe avere diritto, è un fatto significativo per 1'Italia e per la comprensione della personalità di Salvemini. [...]

  • 1902 - Gaetano Salvemini - Relazione sulla scuola

    1902 - Gaetano Salvemini - Relazione sulla scuola

    Giovedì, 22 Dicembre 2022 - 119.80 Kb - pdf - ccbb732fc7bec93b98380d4017c29713 - Atti del Congresso di insegnanti delle Scuole Medie Tenuto in Palermo il 30 e 31 di Maggio 1902, Palermo 1902, pagg. 19-32[...] Ed eccomi così alla fine della mia forse troppo lunga relazione, che io non potrei chiuder meglio che ripetendo le parole pronunziate nel Senato il 18 dicembre 1892, dal nostro massimo poeta, Giosuè Carducci: “Possano quei degni insegnanti, che tanti anni lavorano come martiri e sono pagati come … non oso esprimere il termine del paragone ..., che sono ballottati irrisoriamente di promessa in promessa, di riforma in riforma, e per giunta tenuti in sì mediocre concetto dai più; possano una buona volta veder rialzate le loro sorti, possano sentirsi tenuti dalla nazione nel concetto che meritano. Se ciò non avverrà, e presto, sarà incagliato pure quel progresso che certo oggi e nelle scuole verrà a raffreddarsi la fiducia che molti, io avanti tutti, ora hanno in un fulgido avvenire della scuola e della coltura italiana. Perché infine, pretendere che giovani uscendo dopo tante spese dall’Università a vent’anni, debbano essere pronti a spendere con entusiasmo la migliore età in divulgare fra gente svogliata le letterature d’Omero, di Virgilio, di Dante, e insegnare la storia universale compresa la geografia, e tutta la filosofia, e tutta la matematica, e tutta la fisica, e, di più, tutto che piaccia aggiungere a un ministro di buona volontà, e ciò con la speranza di arrivare quando che sia ad avere 5 lire al giorno, onorevoli colleghi, questa è una pretesa che si fonderebbe su una iniquità sociale”. G. Salvemini della R. Università di Messina.

  • 1918 - Gaetano Salvemini su Pasquale Villari

    1918 - Gaetano Salvemini su Pasquale Villari

    Giovedì, 29 Dicembre 2022 - 188.19 Kb - pdf - b8c0885ed1275b162e3cf8fe91c471da - Gaetano Salvemini, Pasquale Villari e l'opera sua.Gaetano Salvemini, Nuova Rivista Storica, Anno II, Fasc. II, Marzo-Aprile 1918[...] La vita gli è mancata nell'ora triste del disastro dell'Isonzo. Non è giunto a superar quel dolore. Non vedrà l'alba del nuovo giorno.Di chi è la colpa? dev'essersi domandato più volte, sotto il peso della grande angoscia, in attesa del supremo viaggio. Di chi è la colpa? E la risposta deve essere stata quella di cinquant'anni or sono: - Non riduciamo a questione di partito una questione, che riguarda la nostra esistenza e il nostro avvenire, in un momento in cui ci troviamo a esperimentare così dolorosamente la incapacità, gli errori e la mancanza d'uomini in tutti i partiti. Vi è in Italia un gran colpevole: e quest'uno, siamo tutti noi.Si trova in guerra quel che si era preparato in pace. Questo popolo, che un bel giorno abbiamo inviato in trincea, rivelandogli che per la Patria, per la libertà, per la civiltà, ha il dovere di sopportare, non per un giorno, non per un mese, ma per anni, un inaudito martirio; questo popolo si era mai sentito considerato, protetto, amato, nella patria nostra, come in una patria, che fosse anche la patria sua? Che cosa abbiamo fatto per renderlo partecipe, in giusta misura, di quella libertà, di quella civiltà, per cui oggi gli ingiungiamo di morire? A compiere oggi con anima eroica il suo dovere, l'avevamo forse preparato, adempiendo, prima noi, verso di lui, negli anni della lunga pace, i nostri, tanto più agevoli e meno penosi, doveri? E se noi - classe dirigente - abbiamo sempre avuto, se finanche mentre infuria la tempesta, continuiamo ad avere un così debole sentimento della giustizia sociale e della solidarietà nazionale, abbiamo noi il diritto di pretendere dal nostro popolo quello che da tutti i popoli esige questa immensa guerra? Per nostra immeritata fortuna, in cinquant'anni di unità nazionale e di progresso generale, il mondo ha camminato coi suoi piedi anche fra noi: la forza delle cose ha supplito in parte alla imprevidenza e all'egoismo degli uomini. Nel 1866, l'Italia si sentì vinta, dopo la sola battaglia di Custoza, con soli 736 morti. Oggi il nostro popolo, sebbene combatta da due anni e mezzo la guerra più micidiale della storia, si è ripreso dopo un attimo di funesto abbandono, è tornato ad affermare la sua volontà di resistenza e di vita, grida di nuovo in faccia al nemico la coscienza del suo onore. Esso è assai migliore di noi. Ha in sé tutti gli elementi per divenire un nobile popolo libero, purché trovi alfine una classe dirigente, capace intellettualmente di comprenderlo, degna moralmente di governarlo. Perché “popolo libero è quello solamente, in cui i potenti e ricchi fanno un perenne sacrificio di sé ai poveri e ai deboli. Aiutare coloro che soffrono, vicino a noi, è il nostro dovere, è il nostro interesse, supremo, urgente; e ci restituirebbe l'ideale perduto”.Gaetano Salvemini.

  • 1918 - J. Destrée - G. Salvemini

    1918 - J. Destrée - G. Salvemini

    Venerdì, 20 Gennaio 2023 - 138.32 Kb - pdf - e406d6c42ee0f0d50247aad7ac760f05 - Jules Destrée, Figures italiennes d’aujourd’ui, Bruxelles et Paris G. Van Oest & Cie. 1918, pp. 135-158Gaetano Salvemini: Un mazzinien.Turin a inauguré, en juillet 1917, un monument à Mazzini. Dans cette Italie où la fureur statuaire est sans égale, un monument de plus n'est pas un événement émouvant. Je note pourtant celui-ci comme un signe des temps. La gloire de Mazzini était un peu périmée.La guerre lui a rendu une actualité étonnante et j'ai pu suivre les progrès de ce retour à Mazzini. De plus en plus, ceux d'aujourd'hui allaient demander des conseils à l'ancêtre. De plus en plus, ses enseignements étaient répétés avec l'étonnement de les voir s'adapter si exactement aux temps présents. Et presque toujours ceux qui s'en réclamaient étaient de tous, les plus nobles et les plus généreux. En eux resplendissait, comme une flamme et une clarté, ce qu'il y a vraiment de plus pur et de plus élevé dans l'âme italienne contemporaine.Si j'avais à définir d'un mot Gaetano Salvemini, je dirais qu'il est un mazzinien. Et ce serait, à mon sens, un fort bel éloge. Mazzinien, il l'est à différents titres. D'abord, plus qu'aucun autre Italien,il a étudié la vie et la pensée de Mazzini, et toujours une grande admiration fervente est un signe de similitude entre l'admirateur et l'admiré et agit en désir d'imitation. Ensuite, parce qu'à la différence des nationalistes dont nous étudierons plus loin le réalisme égoïste et sec, il accorde aux forces sentimentales toute leur valeur et ne conçoit l'amour de la patrie qu'en fonction de l'humanité. Mazzinien enfin, par la sévère probité de sa vie publique et son souci constant d'illustrer par des actes ses paroles, de vouloir la réalisation de l'idée préconisée quel que soit le prix qu'il la doive payer.D'autres, à cause d'une renommée plus retentissante, paraîtront, à un observateur superficiel, peser d'un poids plus lourd dans les balances de l'opinion. Gaetano Salvemini est pourtant un leader. Non seulement parce qu'il s'est beaucoup adressé au peuple et qu'il lui est devenu très cher; mais surtout par l'influence qu'il exerce sur l'élite et sur la jeunesse. Pour nombre de ces jeunes gens à qui incomberont, demain, les grandes tâches nationales, il fut un éducateur, un professeur d'énergie, un conducteur de consciences. ...

  • 1906 - Giuseppe Kirner - G. Salvemini

    1906 - Giuseppe Kirner - G. Salvemini

    Martedì, 31 Gennaio 2023 - 193.25 Kb - pdf - 314c80222e00fbedc6e87b6cec0cf038 - Discorsi e scritti di Giuseppe Kirner, Commemorazione di Gaetano Salvemini, Bologna 1906CommemorazioneIQuando - or sono cinque anni - gli insegnanti della Scuole medie cominciarono ad associarsi e ad affermarsi come forze operose e battagliere nella vita pubblica del nostro paese, nessuno avrebbe potuto prevedere le parte predominante che sarebbe toccata a Giuseppe Kirner in quell’agitazione così pericolosa; nessuno sospettava in Lui quelle doti così mirabili nella loro complessività, di entusiasmo e di tenacia, di equilibrio e di slancio, di audacia e di prudenza, che fecero di Lui uno dei meglio dotati temperamenti politici della nostra generazione, e che Egli rivelò, ad un tratto, non appena si trovò sbalzato senza saper neanche Lui come, nel folto della battaglia.Era uno studioso molto serio, che dopo i primi incerti passi giovanili sul campo della storia letteraria e politica italiana, si era specializzato nelle ricerche di filologia latina, e aveva pubblicati su questa materia parecchi pregevoli lavori. Era un ottimo insegnante di storia, ricco di vasta e solida cultura, scrupolosissimo nell’adempimento dei suoi doveri, affettuoso e austero con gli alunni, cordiale coi colleghi, quando erano galantuomini, tutt’altro che arrendevole coi presidi, quando erano viceversa. [...]

  • 1977 - A. Vivarelli - C.Rosselli - G. Salvemini

    1977 - A. Vivarelli - C.Rosselli - G. Salvemini

    Sabato, 11 Febbraio 2023 - 236.00 Kb - pdf - 52aa25d77381a4dcb7142a2dfdc90a99 - Roberto Vivarelli, Carlo Rosselli e Gaetano Salvemini, in AA.VV., Giustizia e Libertà nella lotta antifascista e nella storia d’Italia, La Nuova Italia 1978, pp. 69-97Che tra Carlo Rosselli e Gaetano Salvemini sia esistito un forte legame affettivo, è cosa troppo nota perché occorra insistervi. Di ciò i documenti ancora inediti e i non pochi scritti editi ma scarsamente noti forniranno ampia e più precisa conferma, mettendo in luce particolari nuovi soprattutto interessanti sul piano biografico.C’è da credere, tuttavia, che si tratterà soltanto di arricchire una conoscenza che ci è già nota nei suoi tratti sostanziali. Se dunque l'amicizia profonda che unì Carlo Rosselli e Salvemini è un dato acquisito, le cose stanno ben altrimenti per quanto riguarda il carattere del loro rapporto intellettuale, che è questione ancora del tutto aperta. Proprio intorno a tale questione e all'apporto che Salvemini possa aver recato al pensiero e all'azione di Carlo Rosselli, la presente ricerca si propone di portare un primo contributo, senza peraltro alcuna pretesa di raggiungere una soddisfacente completezza; per la quale occorrerebbe, almeno, da un lato un confronto puntuale di tutti gli scritti editi di Carlo Rosselli, che invece ho visto solo nei limiti delle esistenti raccolte, all'altro una indagine sistematica sia dell'insieme dei fondi che costituiscono gli archivi di Giustizia e Libertà, sia dell'Archivio Salvemini, fonti che invece ho potuto consultare solo limitatamente alla corrispondenza tra Carlo Rosselli e Salvemini. [...]

  • 2005 - G. Salvemini - Il Non Mollare

    2005 - G. Salvemini - Il Non Mollare

    Giovedì, 16 Febbraio 2023 - 155.99 Kb - pdf - 4c636aac6c427027e0647dbb29c945b2 - Non Mollare (1925), a cura di Mimmo Franzinelli, Bollati Boringhieri 2005Il Non MollareGaetano SalveminiUna sera del gennaio 1925, eravamo Carlo e Nello Rosselli, Ernesto Rossi, Nello Traquandi, non ricordo più chi altri ed io, e commentavamo il discorso fatto da Mussolini il 3 gennaio. Eravamo tutti d’accordo che i deputati dell’opposizione antifascista, il così detto Aventino, non avevano capito che la seconda ondata, tante volte minacciata da Mussolini, aveva ormai avuto luogo e li aveva travolti; bisognava far punto e da capo, e prepararsi a una resistenza lunga e ben dura. Nel corso della conversazione, ad uno di noi capitò di dire: “Ora che la libertà di stampa è abolita, vedremo comparire la stampa clandestina”. ...

  • 2005 - P. Calamandrei - G. Salvemini - Non Mollare

    2005 - P. Calamandrei - G. Salvemini - Non Mollare

    Martedì, 21 Febbraio 2023 - 255.53 Kb - pdf - 9d2ac2005ed186953875158c1b33e2f2 - Non Mollare (1955), a cura di Mimmo Franzinelli, Bollati Boringhieri 2005Il manganello, la cultura e la giustiziaL’apparizione del fascismo risvegliò in molti italiani fino a quel tempo rimasti estranei ai partiti, il senso del dovere politico. Prima della guerra era largamente diffuso tra gli uomini di cultura il pregiudizio che la politica fosse un’attività di ordine inferiore, da sfaccendati o da faccendieri: e anche dopo la guerra i giovani migliori, appena smobilitati, si erano ridati a corpo morto ai loro studi, per riguadagnare gli anni perduti. Ma quando lo squadrismo incominciò a insanguinare le piazze e le campagne d’Italia, gli spari all’angolo della via e il bagliore delle camere del lavoro incendiate costrinsero anche gli appartati nelle biblioteche ad alzare la testa dai libri e ad affacciarsi alla finestra. E per una quantità di gente senza partito il problema politico si impose coll’urgenza di un problema morale, che riproponeva ad ogni galantuomo il dovere civico di assumersi la sua parte di responsabilità di fronte ad un rigurgito di violenza criminale che minacciava di distruggere le basi della civiltà.

  • 2005 - E. Rossi - G. Salvemini - Non Mollare

    2005 - E. Rossi - G. Salvemini - Non Mollare

    Martedì, 21 Febbraio 2023 - 139.97 Kb - pdf - 0d5a58efe2eaeed8aae13bb51e0fd1fd - Non Mollare (1955), a cura di Mimmo Franzinelli, Bollati Boringhieri 2005L’Italia LiberaErnesto Rossi (https://www.garganoverde.it/storia/l-astrolabio/ernesto-rossi.html)La iniziativa di organizzare a Firenze l’Italia Libera fu presa, pochi giorni dopo l’uccisione di Matteotti, da alcuni ex combattenti: Raffaele Cristofani, Achille De Liguori, Luigi Piani, Nello Traquandi.Erano disgustati dai dirigenti dell’Associazione nazionale combattenti, che volgevano le vele a seconda del vento, per navigare tranquilli.La prima riunione fu tenuta nello studio dell’avvocato Enrico Bocci, che doveva essere torturato e assassinato nel giugno 1944, quale capo della Resistenza a Firenze. Ci trovammo in una dozzina di persone, fra le quali - oltre ai quattro promotori - Enrico Bocci, Carlo Rosselli, il dottor Luigi Rochat, Ernesto Menichetti e il dottor Dino Vannucci.Ci mettemmo d’accordo sul fine che volevamo dare all’Italia Libera fiorentina: condurre una metodica propaganda contro le leggi vigenti e quelle che prevedevamo sarebbero state presto emanate in difesa del “regime”. Ci distribuimmo l’opera, che ognuno di noi avrebbe svolto nell’ambiente in cui aveva amicizie e conoscenze. Stabilimmo anche l’ammontare delle quote sociali, e senz’altro pagammo il nostro contributo per le spese necessarie al primo manifesto.Fu un’associazione segreta; ma senza riti di iniziazione, senza giuramenti su pugnali ed altra roba del genere. Gli iscritti proponevano al direttivo le persone che ritenevano meritevoli di fiducia. Il direttivo assumeva informazioni su ogni candidato: moralità, precedenti politici, attività professionale, composizione famigliare e conoscenze. [...]

  • 2005 - M.Franzinelli - G.Salvemini - Non Mollare

    2005 - M.Franzinelli - G.Salvemini - Non Mollare

    Mercoledì, 22 Febbraio 2023 - 152.44 Kb - pdf - 493842e80fd7ae971afc102da5bcc526 - Non Mollare (1955), a cura di Mimmo Franzinelli, Bollati Boringhieri 2005Introduzionedi Mimmo Franzinelli1. Intellettuali e politica a Firenze: dal Circolo di Cultura a Italia LiberaPer Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Carlo e Nello Rosselli il Non Mollare ha rappresentato il punto d’approdo e la svolta decisiva di un percorso politico travagliato e per certi versi contraddittorio. Entrati in guerra come volontari, ne erano usciti con un carico di delusioni e di lutti; insensibili alle sirene del nazionalismo e a quelle dell’internazionalismo, giudicavano negativamente sia i governi susseguitisi al potere sia il movimento socialista appiattito su posizioni massimaliste. [...]
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