Venerdì, 11 Febbraio 2022 - 238.86 Kb - pdf - 398c61a119d58c12525df7960cf56414 - Eric Rouleau, l’Astrolabio, n. 40 del 12 ottobre 1969Parigi, ottobre. Fin dalla conclusione della conferenza panislamica, tenutasi a Rabat dal 22 al 25 settembre, è incominciata nel mondo musulmano una delicata partita a scacchi. Ventiquattro paesi, rappresentanti di mezzo miliardo d'uomini, vi prendono parte sia direttamente che come "sostenitori" dell'uno o dell'altro campo. Le poste sono molteplici e d'importanza ineguale, ma grosso modo il confronto mette di fronte “progressisti” e “conservatori”, tutti appartenenti al Terzo Mondo.Per il testimone degli incontri di Rabat, convocati all'inizio per discutere dell'avvenire di Gerusalemme e dei luoghi santi la conferenza è apparsa più come un pretesto per suscitare il confronto che un'occasione per dibattere un problema religioso specifico. L'incendio del 21 agosto della moschea di El Aksa uno dei luoghi santi dell'Islam, aveva dato l'occasione ad alcune monarchie arabe di prendere l'iniziativa per una assise che speravano di dominare. L'Islam non fa distinzioni tra spirituale e temporale, per cui è stato loro facile trasformare il concilio in arena politica. [...]