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Antonio Jerkov

http://www.cnj.it/home/en/information/jugoinfo/5641-5674-6-ottobre-2003-2007-antonio-jerkov.html
Lunedi 6 ottobre 2003 moriva a Roma Antonio Jerkov.
Nato nel 1922 presso Benkovac, tra la Krajina e Dalmatinska Zagora, Jerkov frequenta le scuole superiori a Valjevo in Serbia. All'inizio degli anni Quaranta, durante la guerra di Liberazione, Jerkov è a Zagabria. Impegnato nel movimento giovanile cattolico, egli guarda con stupore ed angoscia a quello che sta succedendo nello Stato indipendente Croato degli ustascia, guidato dal nazista Ante Pavelic con l'appoggio di tutto il clero. Sono anni di traumi e scissioni per ogni coscienza: lo stesso Alojzije Stepinac, arcivescovo di Zagabria collaborazionista di Pavelic, viene colto da Jerkov mentre piange la morte del fratello partigiano. La disapprovazione di Stepinac per la lotta partigiana non fa esitare Jerkov, che entra a far parte del Movimento Popolare di Liberazione (NOP), per il quale svolge compiti della massima importanza, e pericolosi.
E' il periodo della storica assemblea del Comitato Antifascista di Liberazione Popolare della Jugoslavia (AVNOJ: Jajce, Bosnia, fine novembre 1943), che promuove la lotta per la liberta'
dall'occupazione straniera e la creazione di una Federazione di tutti i popoli dell'area. Jerkov e' ormai uno jugoslavista convinto, e tale rimarrà fino alla morte.
A noi diceva: dobbiamo sempre parlare di "Jugoslavia", e lo "jugoslavo" e' la nostra lingua. Atteggiamento valido a maggior ragione adesso, quando si vuole cancellare il nome della Jugoslavia
dalle coscienze e dalla Storia, dopo averlo proditoriamente cancellato dalle mappe geografiche.
Trasferitosi a Roma si laurea, nel primo dopoguerra, in Storia e Filosofia. Diventa giornalista, analista della politica vaticana, addetto culturale all'Ambasciata. Fonda un Centro di informazione
politica, e prosegue fino agli anni Novanta in un lavoro di documentazione ed analisi minuziosa, sui mille risvolti della vita politica jugoslava, che lo portera' a creare e dirigere il bimestrale
Balcanica, unica fonte di informazione di orientamento jugoslavista in un panorama politico-diplomatico devastato dalla guerra e dai voltafaccia. E' l'ennesima occasione, per Jerkov, di dimostrare il suo amore per la sua terra, i popoli e le nazionalita' che la abitano.
Negli ultimi anni continuava a viaggiare, nonostante la salute precaria: si recava alle terme di Rogaska Slatina in Slovenia, si fermava a Trieste, ed in ogni occasione curava i contatti con i
rappresentanti delle comunità serba, croata, slovena, e con tutti gli amici della Jugoslavia.
Su Balcanica si impegno' in particolare a promuovere la conoscenza della Macedonia di Gligorov, che del suo grande paese ormai frammentato manteneva la struttura multinazionale, fondata sui valori di Unita' e Fratellanza. La vittoria elettorale delle destre nazionaliste muto' tragicamente lo scenario anche in Macedonia, con esiti tuttora imprevedibili. I valori ai quali Antonio Jerkov ha dedicato tutta la propria vita restano oggi piu' giusti e indispensabili che mai.
I compagni del Coordinamento Romano 2003-2007

 
  • 1964 - Antonio Jerkov - Il santo massacro

    1964 - Antonio Jerkov - Il santo massacro

    Sabato, 09 Gennaio 2021 - 138.21 Kb - pdf - 3864f3081c4bffd0013d93e134b9147b - Antonio Jerkov, L'Astrolabio, pag. 33-35, Anno II, N. 8, 25 Aprile 1964La polemica sul “Vicario” di Hochhuth ha sollevato, com'era inevitabile, uno strascico di reazioni, nelle quali l'elemento passionale ha spesso prevalso sulla doverosa ricerca della verità storica. Diremmo che da un certo settore della pubblica opinione s'è quasi contestata le legittimità di un'indagine storica che abbia come obiettivo la salutazione delle responsabilità del Papato nei confronti delle persecuzioni razziste. Si tratta d'una reazione comprensibile, umanamente giustificata e tuttavia pericolosa, nella misura in cui si tende a vedere un attentato alla fede in ogni discorso che porti alla luce, suffragandole con una seria documentazione, quelle che furono le responsabilità ed anche, diciamolo, le colpe di una parte delle gerarchie cattoliche nella tragedia degli ebrei E' un atteggiamento dal quale proprio i cattolici dovrebbero stare in guardia, se non vogliono essi stessi indebitamente identificare nelle responsabilità personali di singoli uomini - i quali, siano pure vescovi o papi, portano in proprio le loro colpe - tutto il mondo cattolico nel suo complesso. [...]

  • 1965 - Antonio Jerkov - Un'ombra sul Concilio

    1965 - Antonio Jerkov - Un'ombra sul Concilio

    Sabato, 18 Settembre 2021 - 110.43 Kb - pdf - bbd5289622bcb63713e1d2596327597d - Antonio Jerkov, L'Astrolabio, Pagg. 27-28, Anno III, N. 5 (46), 15 Marzo 1965Nelle discussioni suscitate dal “Vicario” di Hochhuth si è inserito autorevolmente in questi giorni, un alto prelato italiano, monsignor Luigi Maria Carli, vescovo di Segni. E' un personaggio che si era fatto nota in precedenza, durante i lavori del Concilio: l'estrema destra vaticana, che fa capo al cardinale Ottaviani, aveva alcuni portavoce, tra i quali il cardinale di Palermo Ruffìni, il vescovo jugoslavo monsignor Frante, e il Carli. Costoro individuavano la coda del diavolo dietro qualsiasi proposta per il rinnovamento della Chiesa. In un articolo apparso sull''ultimo numero del periodico veneto Palestra del Clero monsignor Carli ha riproposto con immutato entusiasmo tutte le vecchie accuse contro il popolo ebraico. [...]

  • 1965 - Antonio Jerkov - Il Sillabo e dopo

    1965 - Antonio Jerkov - Il Sillabo e dopo

    Lunedì, 20 Settembre 2021 - 79.02 Kb - pdf - f41c7efb1e06df6d706ab8ec93034e76 - Antonio Jerkov, L'Astrolabio, Pag. 35, Anno III, N. 12 (53), 1-15 luglio 1965In occasione del primo centenario del Sillabo, promulgato da Pio IX, la ricca ed esemplare attività di Ernesto Rossi, scrittore e critico anticlericale, si è arricchita in questi giorni di un nuovo volume, intitolato Il Sillabo e dopo. Il nuovo libro è una riedizione, debitamente ampliata e aggiornata, del volume ormai introvabile pubblicato dallo stesso Rossi nel 1957. Il “Sillabo” rappresenta, senza dubbio, la prova più evidente dell'oscurantismo clericale. Ernesto Rossi ha voluto dimostrare, e lo ha dimostrato citando esclusivamente le fonti papali dell'ultimo secolo, che la politica vaticana è rimasta ancorata alle tesi enunciate da Pio IX. E' istruttivo quanto il Rossi stesso scrive sulle difficoltà trovate per la nuova edizione, evidentemente non gradita ai “benpensanti”. (Rimando il lettore a pag. 17 della nuova edizione, ove l'autore indica quanto è stato difficile trovare oggi un editore disposto a pubblicare tale opera, sgradita ai “benpensanti”, nonostante il clima del centro sinistra). [...]

  • 1968 - Antonio Jerkov - I peccati del voto DC

    1968 - Antonio Jerkov - I peccati del voto DC

    Martedì, 02 Novembre 2021 - 207.17 Kb - pdf - 766ec779fd600ccc4715bd67f6baf8c0 - Antonio Jerkov, L’Astrolabio, n. 18 del 5 maggio 1968Davanti ai nostri occhi sta avvenendo un fatto stranissimo. Nel 1948 l'ex-sostituto della Segreteria di Stato vaticana, Giovanni Battista Montini, fu il più fiero avversario dell'ingresso della Chiesa nell'agone elettorale italiano. I Comitati Civici del prof. Luigi Gedda e di Papa Pacelli ebbero in lui e in alcuni dei suoi amici degli aperti avversari. E' noto che, a causa della sua avversione alla politica dei “Civici”, Monsignor Montini fu trasferito a Milano e, nonostante che alla Curia ambrosiana spettasse per tradizione la porpora cardinalizia, durante il papato di Pio XII Monsignor Montini non venne promosso cardinale. Per la stessa ragione, il montiniano Monsignor Giovanni Urbani, allora assistente ecclesiastico generale dell'Azione Cattolica, fu trasferito da Roma e “promosso” vescovo a Verona. Ci volle il Pontificato di Giovanni XXIII per aprire la strada al Papato di Paolo VI e per annoverare Urbani tra i cardinali. [...]
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