Letteratura

In origine, l'arte di leggere e scrivere; poi, la conoscenza di ciò che è stato affidato alla scrittura, quindi in genere cultura, dottrina. Oggi s'intende comunemente per letteratura l'insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano comunque; e, con significato più astratto, l'attività intellettuale volta allo studio o all'analisi di tali opere. Con accezione più ristretta (calco del tedesco Literatur), il termine indica l'insieme degli scritti relativi a una scienza, arte o disciplina.

 
  • 1994 - Giuseppe Antonio Borgese - Joseph Tusiani

    1994 - Giuseppe Antonio Borgese - Joseph Tusiani

    Lunedì, 03 Settembre 2018 - 186.38 Kb - pdf - 11ebc01b523fbd9bde1a30404be1e1cf - G. A. Borgese, Poesie inglesi, trad., introd. e note di Joseph Tusiani, notizia e appendici di Antonio Motta, acquaforte originale di Domenico Faro, Manduria-Bari-Roma, Lacaita, 1994da Ester Saletta, The city of men, Roma, 2012[…] Sono riconoscente a Joseph Tusiani, rinomato traduttore di una vasta selezione di lirica italiana in lingua inglese, fra cui anche le Poesie inglesi (1944-1950) di Giuseppe Antonio Borgese, che mi ha aperto amichevolmente le porte della sua accogliente dimora dell’EastSide newyorkese per raccontarmi del suo indimenticabile incontro con Borgese quella sera dell’11 settembre 1951 al Rocco’s Restaurant del Greenwich Village a New York. Ricordi, questi, che mi hanno avvicinato alla personalità di Borgese con naturalezza e familiarità.

  • 1869 - Francesco Mastriani - I misteri di Napoli

    1869 - Francesco Mastriani - I misteri di Napoli

    Mercoledì, 12 Dicembre 2018 - 154.59 Kb - pdf - 893851b717307918b563bc70aec391f2 - Pubblico alcuni appunti su Francesco Mastriani: 1) Una Prefazione a I misteri di Napoli, del 1869. 2) Un Brano tratto da I drammi di Napoli del Mastriani del 1878. 3) Notizie varie su Francesco Mastriani. 4) Un estratto dalla Critica di Benedetto Croce del 1909. 5) Un brano di Jessie White Mario del 1877. 6) Un brano di Matilde Serao del 1891.Francesco Mastriani, I misteri di Napoli, Vol. I, Napoli, 1869, VII-XVI[...] Ma, che dico! I governi san pure trovare un premio per... la più sfacciata immoralità, per la mezzanità proterva e boriosa, per la raffinata ipocrisia, per la codarda ed abbietta cortigianeria.Vistosi emolumenti, alti ufizi, ciondoli e croci piovono addosso a gente immorale, ignorante, proterva, strisciante, vituperevole.Siamo ogni dì contristati dallo scoraggiante spettacolo d'impieghi ottenuti per la impudicizia di donne disonorate, per la vergognosa condiscendenza di abbietti mariti, e non poche volte pel sacrificio di caste ed innocenti donzelle. Ci nausea la vista perpetua di eleganti camoristi accolti e festeggiati nelle case patrizie e sfacciatamente sfolgoranti di un lusso, la cui origine dovrebbe fare arrossire il codice penale.Intanto, che cosa fanno i governi civili a pro dell'ingegno e della virtù? Colpiscono il ladro, se ha la malaccortezza di farsi ghermire nel momento che mette la mano nell'altrui tasca per rubare il portafogli, l'oriuolo o il moccichino; ma gli appiccano un ciondolo al petto, se ha l'abilità di deviare un milione. [...]

  • 1912 - Carlo Dossi - L'Altrieri

    1912 - Carlo Dossi - L'Altrieri

    Giovedì, 02 Gennaio 2020 - 244.63 Kb - pdf - f81eded785eccd85cbfccb0573990cb5 - Carlo Dossi, L'Altrieri, nero su bianco, Treves, 1910Da Carlo Dossi, Note azzurre, Milano 1912 [...] 2333 Noi italiani, i vinti dei vinti dei vinti (perocché vinti a Custoza dagli Austriaci, che erano stati battuti a Magenta dai Francesi, alla loro volta sconfitti a Worth ecc. dai Prussiani) siamo stati finalmente vincitori. E di chi? Dei soldati del Papa.4473 Dei fiorentini che si mangiano il c iniziale diceva un milanese “quand disen cacca l'han già mezza mangiada!”4531 A Bologna, dicono si trovasse un'antica iscrizione che faceva sudare per decifrarla da una cinquantina d'anni tutta una academia di archeologia. Passò un villano e lessela correntemente. È questa la via degli asini.4785 I dromedari pajono colossali gallinacci pelati.4792 1878-81. Il sig.r Augusto Peiroleri, sedicente barone, direttore generale dei Consolati e del Commercio chiama talvolta qualche impiegato nel suo gabinetto per impartirgli istruzioni. Prende in mano qualche nota, la legge attentamente, appoggia la mano alla fronte, resta alcuni istanti meditabondo, poi, con un fare d'importanza, e lentamente: Ella conosce ciò che ha scritto la Francia sull'argomento in parola... e ciò che ha scritto la Germania... al riguardo... Faccia a tale proposito una nota in cui si dica, che... che la cosa... allo stato delle cose... non è del caso. - Vada.4797 Le donne telegrafiste fanno spropositi senza fine ne' telegrammi. Tale operajo di telai di tessitura, andato in campagna ad aggiustare una macchina telegrafava al suo principale “Filonimo spostato: strumento non entra”. E la telegrafista trasmise la frase, così: Filomena sposata: strumento non entra. [...]

  • 1861 - La peste ad Atene - Tucidide

    1861 - La peste ad Atene - Tucidide

    Sabato, 14 Marzo 2020 - 78.74 Kb - pdf - f44ea3f51335b882f16310d531368ce9 - Tucidide, Della guerra del Peloponneso, Vol. I, Torino 1861, pp. 210-215[...] Quindi a poco il male calava nel petto con acerba tosse; e quando si fissava sulla bocca del ventricolo, lo sconvolgeva, producendo con tormento incredibile quante secrezioni biliose vengono descritte e denominate dai medici. La maggior parte soffriva eziandio un vano singhiozzo congiunto a gagliarde convulsioni, che in alcuni tosto, in altri più tardi cessavano. Il corpo esternamente era né troppo caldo a toccarlo, né pallido, ma rossigno, livido, e di minute pustole ed ulcere ricoperto; internamente poi cotanto ardeva, che gli infermi né vesti né coperte anche sottilissime sopportare potevano, ma amavano di star nudi, e volentieri si sarebbero gettati nell'acqua fredda; il che avvenne a molti non custoditi da alcuno, i quali si buttarono in cisterne, compresi da inestinguibile sete. Ma il poco o molto bere tornava lo stesso. La mancanza di riposo e l'insonnia li travagliava incessantemente. Nel crescere del morbo il corpo non illanguidiva, anzi oltre ogni credere resisteva al tormento. [...]

  • 1912 - Carlo Dossi - Carlo Cattaneo

    1912 - Carlo Dossi - Carlo Cattaneo

    Lunedì, 11 Maggio 2020 - 156.73 Kb - pdf - 0d53355bde15d827ecda13efd5bbfcdb - Carlo Dossi, Note azzurre , Milano 1912Ah, i bei tempi andati che esistono solo nella fantasia dei contemporanei per poter rimpiangere qualcosa che non c’è più e che, quasi per definizione, dovrebbe essere migliore del presente. Le “note azzurre”, raccolte dal conte Carlo Dossi (1849-1910) per più di quarant’anni e ora scelte dal giornalista Giorgio Dell’Arti, raccontano invece un passato da cui probabilmente non siamo ancora usciti: si dice, tanto per fare un esempio, che sua maestà Vittorio Emanuele II spendesse un milione e mezzo all’anno in puttane, contro le 7.200 lire spese per il cibo, e - racconta Dossi - le gentili donzelle non erano così scontente di andare a letto col re, visto che “possedeva un membro virile così grosso e lungo che squarciava le donne più larghe”. In confronto, spiega Vittorio Feltri, “il bunga bunga è un esercizio spirituale”. I politici immorali, i filosofi vuoti, i burocrati cretini e pure i “bassi” insegnanti sono alcune delle prede di Dossi che, grazie anche all’apparato critico firmato Dell’Arti, tratteggia un inquietante ritratto dell’Italia di cui siamo, se non figli, almeno pronipoti. Tutti ammiriamo Carlo Cattaneo, patriota risorgimentale; bene, il conte Carlo ci racconta dell’amletico dilemma che lo dilaniava da giovane: “il dubbio se la fica fosse per sbiess o per indrizz”. E questo lo porta a prendere una povera ragazza, a buttarla sul pagliericcio e a guardare, giusto per togliersi la curiosità: “l’è indrizz”.Una beffarda descrizione dell’Italia che viaggia verso il ventesimo secolo, fra le manie, le paure, le infamie e le lodi che i libri di storia ci hanno sempre censurato.Fonte: lavocechestecca.com/2015/11/23/cor-carl/, 23 novembre 2013

  • Giuseppe Marotta - A Milano non fa freddo

    Giuseppe Marotta - A Milano non fa freddo

    Mercoledì, 18 Agosto 2021 - 142.21 Kb - pdf - a40d93135bf7a5eacd0fea863213a654 - Giuseppe Marotta, A Milano non fa freddo, Garzanti 1966Benché sia disoccupato da tre settimane, Carlo si sveglia regolarmente alle sette. Fa caldo. Teresa si è districata nel sonno dalle coltri, dorme seminuda e scoperta. Carlo piglia la lampada che è sul comodino e ne dirige la luce sul seno della moglie; pensa ai riflettori che frugano le danzatrici sul palcoscenico ec sorride; ci vuol altro, Teresa è ancora una bella donna ma ieri sera Carlo non ha mangiato, senza contare che più si è inattivi e meno si pensa a certe cose. Carlo si alza, si rade senza sapone perché nel tubetto non ne trova più; alla fine gli bruciano, sulle guance, non solo gli schiaffi che si prese come prigioniero di guerra ma anche quelli, più antichi, che i genitori gli davano quando era bambino. “Pane ce n’è?” domanda Carlo alla moglie che si è destata. “Come no. E l'aragosta con maionese è pronta in ghiacciaia”, risponde sbadigliando Teresa. Che vita, che donna, Carlo esce sbattendo la porta. Si ferma all'edicola per sogguardare i giornali; legge che a Montecitorio l’onorevole T. ha detto e che il ministro G. ha risposto, legge che il Foreign Office metterà le carte in tavola e che il bigamo di Nuova Orleans aveva una terza moglie, legge che per salvare la lira bisogna aumentare la produzione e diminuire il consumo. Io più diminuisco il mio consumo di cibo e più aumento la mia produzione di sbadigli, pensa Carlo allontanandosi amaramente divertito; si dirige a lenti passi verso il Castello Sforzesco, là su una panchina c'è Guido che se non altro gli offre una mezza sigaretta e sospira. Guido lavora soltanto di sera, come "maschera" in un cinematografo, ma ha egualmente le scarpe rotte e tre figli deformi. [...]

  • 1966 - Mario Tobino - Ettore Petrolini all'Eden

    1966 - Mario Tobino - Ettore Petrolini all'Eden

    Domenica, 29 Agosto 2021 - 164.13 Kb - pdf - a0836cdc3225f349ba2123363f261057 - Mario Tobino, Sulla spiaggia e al di là del molo, Oscar Mondadori Cles (TN) 1978, pp. 158-174[...] Petrolini, fossero pure gli spettatori dei cinici, degli ignoranti o dei volgari, comunicava con quella parte della loro anima che era rimasta celeste, toccava quello spiraglio di salvezza, spiegava perché anche i pessimi hanno le fattezze di uomini. Intorno alle sue spalle, mentre recitava, c'erano gli dei, scesi dal buio del cielo, che si divertivano, gli suggerivano, scherzavano, per mezzo suo frustavano i filistei.Petrolini espresse il patetico della morte, il surrealismo, l'intimismo, ricordò l'esistenza della satira in piena fascistica ignoranza, tradusse la grande e inalienabile eredità dei latini, il paesano buon senso, le radici come ce l'ha una pianta. [...]

  • 1966 - Mario Tobino - Le rotonde

    1966 - Mario Tobino - Le rotonde

    Martedì, 07 Settembre 2021 - 50.00 Kb - doc - a41f03e44901875d52aee42c27832d1e - Mario Tobino, Le rotonde, pp. 141-149, in Sulla spiaggia e di là del molo, Mondadori 1978[...] Di fronte alla vecchia Viareggio, in quella parte del viale Margherita che va dal molo a piazza Mazzini, vivono i bagni storici, che sono: il Nettuno, il Colombo, il Balena e il Felice. Sono i bagni del tempo glorioso, quando sul viale Margherita Puccini incontrava Marconi, Petrolini andava a braccetto con Fregoli, D’Annunzio lasciava sulla rena le impronte dei suoi purosangue, Rilke alloggiava all'Hôtel Russie, e la contessa F. nel fondo della notte, al Kursaal, faceva fede alla promessa di ballare nel più completo abbandono. [...]

  • 1975 - Enzo Biagi - Leonardo Sciascia

    1975 - Enzo Biagi - Leonardo Sciascia

    Lunedì, 06 Settembre 2021 - 43.42 Kb - pdf - 15a3cac62160293b4dc895e408a3150c - Enzo Biagi, Italia, Rizzoli 1975, pp. 335-340Leonardo SciasciaSe lo chiedono in tanti: dove andiamo a finire? È una curiosità motivata, ma non c'è, ovviamente, una risposta sicura. L’Italia è il paese meno prevedibile; quando la danno per spacciata, ecco che si tira su. Trova sempre l’alleanza comoda al momento giusto, vive del momento; il senso, o l'angoscia del futuro, non ci sono congeniali. Ma qualche volta, l’avvenire incombe.Sono andato a parlare con alcuni uomini che, per la loro autorità morale, possono rappresenùtare la nostra coscienza, e scoprire anche un breve bagliore nell'incertezza che ci sovrasta.Di Leonardo Sciascia mi piace la vita, e come scrive. È un letterato senza alterigia, è un siciliano senza orgoglio. Lo trovo, anche moralmente, il più forte: distaccato, ironico, senza indulgenze mondane. [...]

  • 1966 - Mario Tobino - La Passeggiata

    1966 - Mario Tobino - La Passeggiata

    Giovedì, 09 Settembre 2021 - 63.00 Kb - pdf - 16bfcd555ef8fa6a7f5b9b22cc6ecf0f - Mario Tobino, La passeggiata, pp. 127-140, in Sulla spiaggia e di là del molo, Mondadori 1978A Viareggio c'è un viale una volta chiamato Margherita - oggi della Libertà - detto popolarmente la Passeggiata. Inizia dalle spallette del molo e arriva, percorrendo più di due chilometri paralleli al mare, fino alla Fossa dell'Abate.Nella storia di Viareggio piazza Grande - ufficialmente Nieri e Paolini - raccoglie i ricordi politici, le serie emozioni popolari. La Passeggiata accoglie ogni gaiezza, tutte le frivolezze; qui da numerosi anni si svolsero amori, feste, baldorie, carnevali. Questo viale dalla parte che guarda i monti è delimitato da palme, lecci, aiuole e giardini; dalla parte del mare vi sono le costruzioni, i cinematografi, le botteghe, i negozi di moda, di articoli da spiaggia, i ristoranti. Il mare, benché a pochi metri, non si vede, è al di là delle costruzioni; all'improvviso appare negli intervalli tra un gruppo di stabili e l’altro. [...]

  • 1974 - Pier Paolo Pasolini - Io so

    1974 - Pier Paolo Pasolini - Io so

    Lunedì, 31 Gennaio 2022 - 86.82 Kb - pdf - 636dff9526bdc95b650db749cd337ca8 - https://www.corriere.it/speciali/pasolini/ioso.html del 14.11.1974Io so. Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato "golpe" (e che in realtà è una serie di “golpe” istituitasi a sistema di protezione del potere). Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969. Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974.Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di "golpe", sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli "ignoti" autori materiali delle stragi più recenti. Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi, opposte, fasi della tensione: una prima fase anticomunista (Milano 1969) e una seconda fase antifascista (Brescia e Bologna 1974). Io so i nomi del gruppo di potenti, che, con l'aiuto della Cia (e in second'ordine dei colonnelli greci, della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata anticomunista, a tamponare il '68, e in seguito, sempre con l'aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del “referendum”. [...]

  • 1990-Sciascia e Qualesammarco

    1990-Sciascia e Qualesammarco

    Giovedì, 07 Aprile 2022 - 92.06 Kb - pdf - a5eeea28159eb897bb137050e722d469 - Da Qualesammarco n. 1 del 1990All'età di 69 anni, nella sua casa: di Palermo, si è spento, il 21 novembre, Leonardo Sciascia, uno dei più grandi scrittori italiani ed europei. Autore di celeberrimi gialli, di sapore metafisico, Il giorno della civetta, A ciascuno il suo, Todo modo e di altrettanti celebrati e amari pamphlets, alla Courier, La scomparsa di Majorana, L’affaire Moro, come di cronache esemplari: Storia della povera Rosetta, Porte aperte. Sciascia aveva anche il raro dono della gentilezza e della liberalità.Una gentilezza squisita, di altri tempi, che a me dava quel timore confuso, reverenziale, che si prova di fronte a un Maestro. Conoscendolo non lo si poteva che amare: e frequentandolo, scrivendoci, sempre ne ho avuto un senso di liberazione, che sconfinava in una leggerezza profumata, che ora mi manca, come le cose importanti ed eterne.San Marco in Lamis, che l’ha avuto ospite illustre nel 1986, lo ricorda con questo inserto speciale di Qualesammarco, che la redazione ha voluto dedicargli.

  • 1908 - R. Barbiera - Gli ultimi anni di Ugo Foscolo

    1908 - R. Barbiera - Gli ultimi anni di Ugo Foscolo

    Sabato, 04 Marzo 2023 - 254.84 Kb - pdf - 968c74ddd846a359fbece1946a970fc5 - Raffaello Barbiera, Figure e figurine del sec. XIX, Milano Treves 1908, pp. 71-94Qual libro animato si potrebbe scrivere sugli italiani esuli in Inghilterra! Dal Baretti a Ugo Foscolo, al Panizzi, al Berchet, Ruffini e Mazzini … quale sfilata di figure! Come il pensiero italiano cova nella grand'isola ospitale, portatovi da italiani eminenti e come ivi è alimentato da liberali spiriti britannici, che amano l'Italia a misura che conoscono le virtù degli esuli, la bontà, la giustizia della loro causa, e anche a misura del bene che essi, gl'Inglesi, operano a prò dell'Italia; poiché è umano l'amare chi si benefica. Ma, per iscriverlo bene, tal libro, bisognerebbe essere vissuti o vivere là, in mezzo a quel popolo, assorbere quella vita, immedesimarsi con quei caratteri; certe monografie storiche sono scolorite, e perché? perché scritte (fra altro) da chi non è mai vissuto nel luogo dove si svolsero i fatti non antichi che narra.Ugo Foscolo lasciò Milano, dove tanta parte della procellosa sua vita s'era svolta, dopo l'assassinio del Prina: e partì esule prima per la Svizzera, poi per Londra. [...]

  • 1833 - G. Pecchio - Le ultime lettere di Jacopo Ortis

    1833 - G. Pecchio - Le ultime lettere di Jacopo Ortis

    Sabato, 04 Marzo 2023 - 158.33 Kb - pdf - 9a68dde1e6ff5b8e4d4921e8fc893fbe - Giuseppe Pecchio, Vita di Ugo Foscolo, Lugano 1833, pp. 88-103Romanzo di Jacopo Ortis… E prende in prima la volta per Bologna, poi si reca in Toscana ed a Firenze.Egli corrisponde con un tenero amico, di nome Lorenzo, a cui rende conto della sua peregrinazione, di tutti i suoi pensieri e delirj. Non è ricco, ma è nato d’una famiglia civile, e la madre sua ch’egli rammenta spesso con molta affezione e tenerezza, sembra essere il solo parente che gli rimanga; fa de’ sacrifizj oltre la propria fortuna per procacciargli i mezzi di viaggiare.Da Firenze passa a Milano, e dopo un breve soggiorno prende la via di Genova ed Antibo, col disegno di recarsi ad Avignone; ma in un subito pentitosi, lascia Antibo, ritorna sulle sue proprie traccie, e va a Rimini. Intanto la sua ipocondria va crescendo insieme con quel sentimento della vanità della vita, che dalla natura, dalla moderna filosofia, e dalle sciagure gli era stato inspirato. Quando finalmente alla notizia che la giovine Teresa stava in procinto di pronunziare il giuramento, che doveva stringerla per sempre a un altro uomo, egli delibera di darsi la morte. Prima però di lasciar questa terra, la sola consolazione che desidera è di rivedere ancora una volta quella creatura, che l’amore gli avea data, e il destino gli togliea per sempre.Visita adunque, per 1’ultima volta, que’ colli Euganei dove nacque in prima quella sua passione; rivede Teresa, le parla ancora, si accerta ch’ella non può essere più sua; si accomiata da lei, che non sa che quel comiato è la sentenza di morte del suo amante. Dopo aver preso congedo anche dalla madre in Venezia, a cui fa credere che stia per intraprendere un lungo viaggio, ritorna ai colli Euganei: e in quella stessa casa che soleva abitare quando vide la prima volta Teresa, dà compimento al suo fatale proposito. Fu ritrovato la mattina nuotante nel suo sangue, trafitto da un pugnale che si era piantato sotto il cuore. [...]

  • 1914 - T. Casini - Gli amori di Ugo Foscolo

    1914 - T. Casini - Gli amori di Ugo Foscolo

    Domenica, 05 Marzo 2023 - 221.59 Kb - pdf - 18519e1e506598d5a420feb68489c769 - Tommaso Casini, Ritratti e studi moderni, Milano-Roma-Napoli Società Eitrice Dante Alighieri Albrighi, Segati e C. 1914, pp. 173-201...Gli amori di Ugo FoscoloGli amori degli uomini grandi, e massime quelli dei grandi poeti sui quali il piccioletto Iddio suole adoperare più gagliardamente, è naturale che sieno materia per le indagini della critica biografica; poiché, se è officio di essa il ricercare quanto e come nella produzione intellettuale dello scrittore abbiano avuto efficacia le vicende della vita più usuale dell'uomo, e il determinare le relazioni tra il carattere e le opere, non potrebbe compierlo senza alzare i veli che spesso occultano le avventure erotiche di coloro che al rispetto dei posteri acquistarono il diritto con poesie immortali.Non è dunque morbosa curiosità o improntitudine di sfaccendati quella ricerca che da tempo si viene facendo della vita intima dei nostri grandi scrittori: sì invece una necessità, che trova facilmente la sua giustificazione nelle ragioni della critica storica. E se dalla ricerca avveduta e serena escono accertati dei fatti che oscurino qualche aureola di tradizionale purità, che distruggano qualche leggenda di virili caratteri e di forti propositi, che abbattano le fantastiche creazioni dei biografi panegiristi, non è poi da darne biasimo alla critica: perché, in fine, agli uomini veramente grandi, appunto perché tali, molte cose si perdonano volentieri, e la rivelazione di ciò che ebbero comune con gli uomini dappoco serve a mettere in più chiara luce la loro grandezza. Per questo io non sono certo di quei molti, ai quali crede Giuseppe Chiarini che debba spiacere il libro da lui pubblicato in questi giorni intorno agli amori di Ugo Foscolo; [...]

  • 2006 - Silvio d'Arzo - Casa d'altri

    2006 - Silvio d'Arzo - Casa d'altri

    Giovedì, 30 Marzo 2023 - 135.77 Kb - pdf - 9c0a5083c227291ec6f9fff28f7c478d - Silvio d’Arzo, Casa d'altri, Parma MUP 2006“Così in treno non ci si arriva, lassù … ”“No. E neanche in corriera”.“ … ““Vi ci vogliono tre ore di mulo. E poi non d’inverno, s’intende. E neanche quando le nevi si sciolgono. Allora, non ce la fareste nemmeno con cinque”.”Beh ... avrà pure un nome”.“Sì, mi pare di sì. Dev’essere l’unica cosa che abbia”. [...]
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