Venerdì, 29 Dicembre 2017 - 119.68 Kb - pdf - 4568c6992a942690b277043462466ee4 - Brano tratto da Consalvo Di Taranto, La Capitanata nel 1848, Deliceto 1910 pp. 11-15Le condizioni politiche e sociali di Capitanata verso il 1848.La provincia di Capitanata. fino a che durò il regno borbonico della Due Sicilie, era assai più estesa di quella che è attualmente. Comprendeva allora anche i Comuni di Accadia, Anzano, Castelfranco, Ginestra, Greci, Montaguto, Montefalcone, Monteleone, Orsara, S. Bartolomeo e Savignano, che le furono tolti e per formare la nuova Provincia di Benevento e per accrescere quella diminuita di Avellino. Era ed è ancor oggi costituita da una parte piana, che è il Tavoliere, sino alle sponde dell'Ofanto, e da una parte montuosa che comprende il Gargano ed un poco del subappennino napoletano. La popolazione che l'abita, corrisponde alla natura del paese: quella dei monti talvolta rozza e fiera, amante di libertà, tal'altra alla buona, di una semplicità e schiettezza, di cui rimangono tuttavia le vestigia, malgrado i mutamenti che avvengono nelle idee e nei costumi per la continua emigrazione dei giorni nostri. Tutta dedita alla coltura dei campi, non lascia affatto incolto ogni colle, ogni pendice, ogni luogo qualsiasi, ove la zappa o la vanga possa affondare, e ne trae il sostentamento e la vita. Boschi di querce e di castagno, noceti sulla cima dei monti; verso il piano a mano a mano che vi si discende lentamente, seminati e vigne e corone di ulivi, sparsi qua e là senza ordine, ma belli a vedere. [...]