Vecchia foto: Convento di StignanoAgli inizi degli anni '50 era di stanza a S. Matteo P. Gerardo di Lorenzo, di Motta Montecorvino, fresco di studi filosofici compiuti nel Pontificio Ateneo Antoniano di Roma, dove aveva frequentato anche corsi di sociologia e problemi del lavoro. Fu incaricato dalla Fraternità di S. Matteo di curare la celebrazione della festa della Vergine di Stignano. Lo spettacolo era a dir poco indecente: pecore e capre dappertutto, pastori non troppo collaborativi, il piano superiore inservibile per i crolli e la precarietà di ciò che rimaneva delle coperture, i chiostri pieni di letame fino alla metà del meraviglioso pozzale cinquecentesco. P. Gerardo cominciò a ritessere rapporti mai completamente interrotti. I contatti con il dott. Francesco Centola, medico pediatra, erede della famiglia Centola proprietaria dell'immobile (LEGGI), furono cordiali e fortemente collaborativi. Si cominciò a pensare a una rinascita dalle fondamenta. E finalmente nel 1953 il dott. Centola firmò l'atto di donazione del convento e dell'annesso fondo rustico alla Provincia dei Frati Minori di S. Michele Arcangelo in Puglia. Nell'atto si spiegavano le motivazioni del dono: in modo che i frati minori, messi in condizione di poter stabilmente risiedere sul posto, possano tener costantemente aperta al culto la chiesa e consentire quindi ai fedeli di accedervi per venerare la miracolosa immagine di Maria Santissima di Stignano che ivi si conserva. La dichiarazione di cui sopra era anche l'unica condizione posta dal donante il quale aggiungeva: stabilendosi che non adempiendo la Provincia di S. Michele Arcangelo a tale onere il donante od i suoi eredi potranno in qualsiasi tempo domandare la risoluzione della suddetta donazione. La donazione di Francesco Centola apriva ampie prospettive al rinato convento di Stignano che furono coltivate appieno da P. Gerardo. Era un maestro nei rapporti umani: telefonava, scriveva, visitava, si circondava di amici tecnici, avvocati, politici che contribuirono a ridare dignità a un santuario che nei tempi andati era uno dei più importanti non solo della Capitanata, legato al mondo della transumanza con importanti ruoli religiosi ed economici, già Noviziato della Provincia dei Frati Minori Osservanti di S. Angelo, luogo di cultura. Anche P. Michelangelo Manicone aveva fatto i suoi studi e l'anno di Noviziato a Stignano. P. Gerardo con gravi sacrifici personali ricostruì, aggiustò, trasformò. La sua grande umanità e l'eccezionale capacità comunicativa e dialettica gli facilitò una incredibile quantità di rapporti personali con politici, ingegneri, imprenditori ecc. Vecchia foto davanti ad un'ingresso del convento di StignanoAveva la straordinaria capacità di comprendere e seguire le piste giuste non solo a beneficio dei conventi di S. Matteo e di Stignano, ma dell'intero territorio sammarchese, e non solo. Si ricordano i Cantieri di lavoro con cui furono recuperate molte strutture sia a S. Matteo che a Stignano. Si interessò del rimboschimento nei territori di San Marco, dell'acquedotto per Borgo Celano e S. Matteo, mise in moto cielo e terra per l'istituzione del Consorzio di Bonifica Montana. Stignano ebbe le sue linee elettrica e telefonica, e l'acquedotto. Intorno al 1965 a Stignano fu istituita la scuola professionale per la quale furono eretti dei padiglioni, e un istituto per i bimbi in difficoltà. Diede nuova vita alla tradizionale festa celebrata dagli agricoltori nella tarda primavera. Istituì, insieme all'avv. Francesco Prigionieri l'Associazione di cultura Contardo Ferrini che svolgeva un intenso lavoro di aggiornamento giuridico e culturale con l'intervento di professori di Università e di politici. Tra i più solerti frequentatori il prof. Del Prete, Rettore Magnifico dell'Università di Bari, l'on. Antonio Carcaterra, P. Ernesto Caroli, fondatore dell'Antoniano di Bologna, quello dello Zecchino d'Oro, suo collega e grande amico dal periodo degli studi romani. A volte interveniva anche l'on. Aldo Moro. P. Gerardo pensava e agiva in grande con realismo, senso di responsabilità e capacità progettuale avanzata coltivando il rapporto con la popolazione fra cui svolgeva il suo ministero sacerdotale con una visione la più ampia possibile in cui il rigore della parola e del buon esempio non escludeva mai la comprensione dei problemi della società, delle famiglie, dell'economia; né la necessità di alfabetizzare gli ultimi e renderli idonei ad affrontare i problemi della vita. Pur non essendo fascista, conservò sempre l'amicizia con Donna Rachele Mussolini. Loggiato del convento di Stignano.In tutto questo fervore di opere l'Amministrazione di San Marco in Lamis fu sempre coinvolta e collaborativa. Questa collaborazione proseguì dopo la morte di P. Gerardo. Nel 1999 cominciarono i lavori giubilari, finanziati dallo Stato. Poi il comune di San Marco intervenne con somme rilevanti per la copertura della cupola con maioliche e contribuì alla ricostruzione del pozzo rinascimentale devastato da malviventi pagati da chissacchì che tentavano di rubarlo e trasferirlo nel giardino di qualche neoricco in cerca di quarti di nobiltà. Il convento di Stignano è particolarmente importante per la storia dell'arte: è, insieme al grande banco della Sacristia di S. Matteo, un eminente superstite di architettura rinascimentale in Capitanata. Purtroppo il convento di Stignano non ha cessato di soffrire. Dalla morte di P. Gerardo non ha mai smesso di subire movimenti ondivaghi che dicono, non dicono o dicono cose incomprensibili, e non si sa mai a quali interlocutori questi movimenti siano diretti. Già negli anni '80 un convegno organizzato ad hoc dal Lions club di San Marco in Lamis aveva posto interrogativi ed espresso alcune idee, aveva anche evidenziato il disagio della popolazione di San Marco da sempre legatissima al suo Santuario di Stignano. Al termine del dibattito, P. Angelo Marracino, allora Ministro Provinciale, dichiarò che il convento di Stignano sarebbe stato sempre francescano e avrebbe continuato a svolgere il suo ruolo per il futuro.
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