

Gli studiosi sono concordi nel dire che qualcosa di vero esiste. Sarebbero il segno della particolare antichità di questi conventi, tutti risalenti al periodo immediatamente successivo alla morte del Santo avvenuta nel 1227. Già prima che s’insediassero i frati, sul Gargano e nella Daunia la devozione a S. Francesco era molto diffusa, e non mancavano i miracoli. Nel Trattato dei miracoli fra Tommaso da Celano narra di un fanciullo abitante di un borgo della Capitanata, giocando con i compagni in campagna, cadde in un profondo pozzo che si apriva nel terreno senza alcuna protezione. Mentre precipitava invocò S. Francesco. I soccorritori, chiamati dagli amici, lo trovarono calmo e sereno seduto sulla superficie dell’acqua. Raccontò che S. Francesco gli aveva teso la mano sorreggendolo sull’acqua fin quando non arrivarono gli aiuti. Il borgo si chiamava Celano. Certo non è l’attuale Borgo Celano, ma niente ci vieta di pensare che il miracolo sia accaduto nelle vicinanze del Monte Celano.
Palmerio de Monte Gargano, un omone rustico e gentile, di grande giovialità e trascinatore nato, è il primo frate minore garganico di cui si conosce il nome. Lo troviamo nel 1221 ad Assisi, a Santa Maria degli Angeli, nel Capitolo generale detto delle stuoie, mentre recluta i frati da mandare in missione in Germania dove, dopo qualche anno fu eletto guardiano, cioè superiore del convento di Magdeburgo.
Non mancavano problemi. Nel 1245 il papa Innocenzo IV inviò una lettera ai vescovi di Napoli, Messina e Siponto in cui si davano disposizioni su alcuni abusi che si perpetravano nei confronti dei Frati. Ma anche qualche frate zoppicava con ambedue i piedi. L’Ordine era cresciuto rapidamente e non sempre i nuovi frati erano scelti con la dovuta oculatezza. S. Bonaventura, eletto Ministro Generale, scrisse una lettera in cui richiamava i Ministri Provinciali a un maggiore discernimento.
A cominciare dal sec. XIV dal primitivo ceppo nato dal cuore di S. Francesco, sorsero altre famiglie francescane che colonizzarono a ondate successive il Gargano e la Daunia. Ognuna di esse aveva le sue caratteristiche e i suoi campi di azione. Ognuna offriva al Popolo di Dio qualcosa di specifico e altamente qualificato. Tutte fondarono in Puglia i loro primi insediamenti mettendoli sempre sotto il patrocinio di S. Michele in monte Gargano.
Agli inizi del ‘500 nacquero i conventi osservanti di Gesù e Maria a Foggia, S. Maria delle Grazie a Manfredonia, S. Antonio a Deliceto, la SS. Pietà a Lucera, S. Maria di Stignano a S. Marco in Lamis. Uno degli ultimi del sec. XVI, 1578, fu S. Matteo a S. Marco in Lamis.
Nei primi decenni del ‘500 nacquero nuove famiglie francescane. La prima fu quella dei Cappuccini, eretta a provincia autonoma nel 1528. Nel giro di un secolo e mezzo i Cappuccini fondarono case in tutta la provincia di Foggia e del Molise. Sul Gargano ebbero conventi a San Giovanni Rotondo, Rodi, Vico Garganico, Manfredonia, Monte Sant’Angelo e Vieste. Nella famiglia cappuccina fu sempre rigoglioso il fiore della santità. S. Camillo De Lellis recandosi dal convento cappuccino di Manfredonia a quello di S. Giovanni Rotondo, nella Valle dell’Inferno si riebbe dal sonno dell’anima e trovò la strada di Dio. A San Giovanni Rotondo crebbe il giglio purissimo di S. Pio da Pietrelcina.
I Frati Minori Conventuali ereditarono la maggior parte dei conventi della prima generazione francescana: Manfredonia, Foggia, S. Giovanni Rotondo, Monte Sant’ Angelo, San Severo, Lucera, Apricena, tutti dedicati al Patriarca S. Francesco; a questi in seguito si aggiunse Sant’Agata di Puglia. Oggi i Conventuali sono rimasti a Lucera in cui risplende la santità del Padre Maestro San Francesco Antonio Fasani e del Beato Antonio Lucci, e a Monte Sant’Angelo dedicato al ricordo di S. Francesco pellegrino alla Grotta dell’Arcangelo Michele. Durante il sec. XVI nacquero in Spagna i Frati Minori Alcantarini i quali, però, sul Gargano non furono mai presenti con loro conventi.
Lo spirito francescano fu vissuto intensamente anche da numerosi laici di ogni stato e condizione. Già alla metà del sec. XIII il Terz’Ordine della penitenza, fondato da S. Francesco, era presente in tutte le città e ambienti della Capitanata. Alcuni terziari conducevano vita comune ed emettevano i voti. Si ricorda Jacobella di San Giovanni Rotondo che, insieme alla Beata Antonia da Firenze ed altre sorelle, alla metà del sec. XV in Abruzzo diedero vita a una comunità monastica. Ricordiamo anche che nel Santuario della Madonna di Cristo, tuttora attivo, sito in agro di Rignano Garganico, tra la seconda metà del sec. XVI e il 1652 fu attiva una fraternità del Terz’Ordine Regolare di S. Francesco.
Anche le sorelle clarisse nei passati secoli furono presenti in gran numero sul Gargano, in particolare a Monte Sant’Angelo e a Manfredonia.
Oggi la presenza francescana in Capitanata e sul Gargano, anche se non nella intensità dei secoli passati, è attiva e vitale. Le famiglie degli Osservanti, dei Riformati e degli Alcantarini non ci sono più perché nel 1897 furono riunite sotto la denominazione di Ordine dei Frati Minori. Insieme a questa famiglia restano in vita anche i Frati Minori Conventuali e i Frati Minori Cappuccini e il TOR Terz’Ordine Regolare di S. Francesco.
S. Michele sul Gargano e i Francescani
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