Il ruolo del Comune e dei cittadini di San Marco in Lamis (LEGGI) nel ritorno dei Frati a San Matteo dal 1867 al 1905.

Gli Amministratori del Comune favorirono sempre la permanenza dei Frati in convento attraverso l'incarico di Cappellani. Le autorità politiche si preoccupavano che a San Marco in Lamis risorgesse la vecchia consorteria di Frati ignoranti e ribelli e per mezzo dei prefetti chiedevano spiegazioni agli Amministratori cittadini. La risposta era sempre la stessa: i pochi e vecchi frati presenti non rappresentano alcun pericolo per l'incolumità dello Stato. Risposta simile dava il sindaco di San Giovanni Rotondo.
1 giugno 1885. Fra Matteo Donato Tancredi di San Marco in Lamis acquista dal comune di San Marco il fondo il fondo rustico adiacente il convento, già orto dei Frati, comprendente una piccola vigna e un boschetto. Il prezzo fu concordato per £ 2.389. Il 28 ottobre del 1903 Fra Matteo Donato Tancredi per una cifra simbolica vendeva a P. Antonio (al sec. Salvatore) Dota. nuovo Provinciale della rinata provincia Monastica di S. Michele Arcangelo, il suddetto fondo rustico. Il fondo è così descritto: Un fondo rustico consistente in giardino con piccola vigna, boschetto annesso ed accessori, come mandre, grotte per animali ed altro; dalla estensione a corpo e non a misura di circa versure tre od Ettari 3.70.35; sito nel tenimento di S. Marco in Lamis alla contrada Convento S. Matteo, coerente a 
2 agosto del 1902. Il Capitolo Provinciale celebrato a Bitonto, presieduto dal Ministro Generale P. Davide Fleming, prendendo atto che la presenza francescana a S. Matteo si era ormai stabilizzata, e che ci sarebbe stata l'aperta collaborazione delle autorità e del popolo sammarchese, istituì nello stesso convento lo Studio di Teologia. Naturalmente la decisione non ebbe effetto immediato perché il convento di S. Matteo non era ancora disponibile. Era quindi necessario intavolare trattative con le Autorità e avere molta pazienza.
Il 27 aprile del 1904 finalmente i Frati tornarono a S. Matteo.
Il 6 maggio del 1904 il Regio Commissario Alfredo Musso a nome dell Amministrazione Comunale e il P. Provinciale P. Antonio Dota stipularono il contratto di fitto del Convento di S. Matteo valido per cinque anni. La quota annua fu fissata a £ 500. Da notare che il contratto fu firmato da P. Antonio Dota a nome proprio, non a nome della Provincia Monastica, legalmente inesistente.
18 giugno 1933. Il Podestà di San Marco in Lamis Luigi Ciavarella col suo Consiglio, prendendo atto del sentimento popolare, e nella consapevolezza che S. Matteo è lustro e decoro del Comune di S. Marco, deliberò di cedere irrevocabilmente e senza limiti di sorta il convento ai Frati.
Il 17 giugno del 1940 la cessione del convento ai Frati fu perfezionata con atto pubblico del notaio Massimo Tardio. Nello studio del notaio convennero il Podestà dott. Matteo Schiena e il P. Provinciale P. Agostino Castrillo. Testimoni furono il Prof. Pasquale Soccio e il prof. Paglia. Erano presenti il P. Guardiano di S. Matteo, P. Doroteo Forte e P. Aurelio Porzio. P. Agostino Castrillo ringraziò di cuore a nome di tutto l'Ordine Serafico.
Nel 1948 il Comune concesse al Santuario una larga fascia di m 50 di lunghezza per 20 m di larghezza per allargare lo spazio utile di fronte all'entrata del Santuario e consentire ai pellegrini e ai mezzi meccanici di poter sostare in tranquillità.






