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Il ruolo del Comune e dei cittadini di San Marco in Lamis (LEGGI) nel ritorno dei Frati a San Matteo dal 1867 al 1905.

Foto del convento di s. Matteo con, a sx, il cosiddetto "boschetto dei monaci".
Foto del convento di s. Matteo con, a sx, il cosiddetto "boschetto dei monaci".
25 giugno 1867. L'Amministrazione del fondo per il Culto cede al Comune di San Marco in Lamis il convento di S. Matteob_800_600_16777215_01_images_mario-villani_Saluto-29102019_04-Ruolo_tooltips_convento_san_matteo_2.jpg perché realizzi un'opera di interesse pubblico.
Gli Amministratori del Comune favorirono sempre la permanenza dei Frati in convento attraverso l'incarico di Cappellani. Le autorità politiche si preoccupavano che a San Marco in Lamis risorgesse la vecchia consorteria di Frati ignoranti e ribelli e per mezzo dei prefetti chiedevano spiegazioni agli Amministratori cittadini. La risposta era sempre la stessa: i pochi e vecchi frati presenti non rappresentano alcun pericolo per l'incolumità dello Stato. Risposta simile dava il sindaco di San Giovanni Rotondobeltramelli-12a.jpg.
1 giugno 1885. Fra Matteo Donato Tancredi di San Marco in Lamis acquista dal comune di San Marco il fondo il fondo rustico adiacente il convento, già orto dei Frati, comprendente una piccola vigna e un boschetto. Il prezzo fu concordato per £ 2.389. Il 28 ottobre del 1903 Fra Matteo Donato Tancredi per una cifra simbolica vendeva a P. Antonio (al sec. Salvatore) Dotapadre_a_m_dota_a.jpg. nuovo Provinciale della rinata provincia Monastica di S. Michele Arcangelostemma_provincia-monastica.jpg, il suddetto fondo rustico. Il fondo è così descritto: Un fondo rustico consistente in giardino con piccola vigna, boschetto annesso ed accessori, come mandre, grotte per animali ed altro; dalla estensione a corpo e non a misura di circa versure tre od Ettari 3.70.35; sito nel tenimento di S. Marco in Lamis alla contrada Convento S. Matteo, coerente a
Il convento di s. Matteo agli inizi del '900.
Lavori di restauro del convento di s. Matteo.
Levante con terra di Giovanni Potenza, a mezzogiorno con la strada che mena al Convento di S. Matteo, a settentrione col fabbricato del Convento in parola e da ponente coi terreni del Signor Carmine Spagniuoli
 (Arch. Conv. Fasc. l).In seguito il fondo in questione passò in eredità a Blunno Michele fu Matteo (P. Vincenzo Blunno) e P. Botta Francesco fu Matteo (P. Eugenio Botta) i quali, a loro volta lo trasferirono a favore della Provincia Monastica di S. Michele Arcangelo, nella persona di P. Cristoforo Valentini, Ministro Provinciale. Data della registrazione presso la Corte dei Conti 24 ottobre 1936 (Arch. Ibid).
2 agosto del 1902. Il Capitolo Provinciale celebrato a Bitonto, presieduto dal Ministro Generale P. Davide Fleming, prendendo atto che la presenza francescana a S. Matteo si era ormai stabilizzata, e che ci sarebbe stata l'aperta collaborazione delle autorità e del popolo sammarchese, istituì nello stesso convento lo Studio di TeologiaRefettorio-studentato.jpg. Naturalmente la decisione non ebbe effetto immediato perché il convento di S. Matteo non era ancora disponibile. Era quindi necessario intavolare trattative con le Autorità e avere molta pazienza.
Il 27 aprile del 1904 finalmente i Frati tornarono a S. Matteo.
Il 6 maggio del 1904 il Regio Commissario Alfredo Musso a nome dell Amministrazione Comunale e il P. Provinciale P. Antonio Dota stipularono il contratto di fitto del Convento di S. Matteo valido per cinque anni. La quota annua fu fissata a £ 500. Da notare che il contratto fu firmato da P. Antonio Dota a nome proprio, non a nome della Provincia Monastica, legalmente inesistente.
Il convento di s. Matteo agli inizi del '900.
Il convento di s. Matteo agli inizi del '900.
Il 2 giugno del 1905
il sindaco di S. Marco in Lamis, Luigi Ciavarella e il nuovo Provinciale dei Frati Minori P. Filippo Petraccapadre-filippo-petracca.jpg rinnovarono il contratto di fitto per 29 anni, per una somma annua di £ 300. I Frati s'impegnavano alla manutenzione ordinaria e ai lavori straordinari.
18 giugno 1933. Il Podestà di San Marco in Lamis Luigi Ciavarella col suo Consiglio, prendendo atto del sentimento popolare, e nella consapevolezza che S. Matteo è lustro e decoro del Comune di S. Marco, deliberò di cedere irrevocabilmente e senza limiti di sorta il convento ai Frati.
Frati dello studentato di s. Matteo.
Frati dello studentato di s. Matteo.
Il 12 maggio 1939 la Provincia monastica di S. Michele Arcangelo di Puglia e Molise con Decreto Reale fu autorizzata ad accettare il convento di S. Matteo.
Il 17 giugno del 1940 la cessione del convento ai Frati fu perfezionata con atto pubblico del notaio Massimo Tardio. Nello studio del notaio convennero il Podestà dott. Matteo Schiena e il P. Provinciale P. Agostino Castrillo. Testimoni furono il Prof. Pasquale Soccio e il prof. Paglia. Erano presenti il P. Guardiano di S. Matteo, P. Doroteo Forte e P. Aurelio PorzioP-aurelio-porzio.jpgP. Agostino Castrillorotundi-castrillo-scaramuzzi.jpg ringraziò di cuore a nome di tutto l'Ordine Serafico.
Nel 1948 il Comune concesse al Santuario una larga fascia di m 50 di lunghezza per 20 m di larghezza per allargare lo spazio utile di fronte all'entrata del Santuario e consentire ai pellegrini e ai mezzi meccanici di poter sostare in tranquillità.

Hai mai visto gli ex voto di san Matteo? Conosci Giovanni Gelsomino?