Il testo che segue è opera di p. Mario Villani ed è stato usato per un documentario di 30 minuti sugli ex voto presenti a s. Matteo. Il documentario è opera del sottoscritto che si è avvalso, oltre che di p. Mario Villani per la sceneggiatura, di Ciro Iannacone per la voce narrante (gratis) e di Angelo Gualano per la musica originale che accompagna il filmato ed echeggia il canzoniere popolare sammarchese. Lo scrivente non ha preso un centesimo per il suo lavoro, costato tantissimo impegno. Ah, dimenticavo: il documentario non è stato pubblicato, anche se è stato visto ed apprezzato da molte migliaia di persone. Mancano i soldi, mi diceva il Guardiano dell'epoca, quando gli facevo notare la possibilità di guadagno per la Fraternità. In verità non aveva capito nulla e non gliene importava un fico secco.
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L’ex voto, quindi è, insieme, ringraziamento e proclamazione che solo Dio è grande, padrone degli eventi, padre dei poveri e dei miseri.
I Santi sono nostri avvocati e protettori; la loro intercessione ci avvicina a Dio; anche per i loro meriti Dio ci soccorre nelle necessità. L’ex voto perciò è la documentazione della sollecitudine di Dio verso i bisognosi e della potenza dei Santi che con la loro vita umile hanno servito il Signore e i fratelli.
Le vicende storiche, spesso drammatiche, del convento, soprattutto del sec. XIX, hanno provocato la perdita di molte centinaia di tavolette votive che si erano accumulate nei secoli. Le rimanenti sono contenute entro un arco temporale che va dalla metà del sec XIX ai nostri giorni.
Le materie usate sono povere: sottili fogli di legno, compensati, masonite, carte e cartoni, tele, e soprattutto lamine di ferro. Anche le tecniche della riproduzione delle scene sono diverse, dall’olio alla tempera, alla fotografia al disegno.
La povertà dei materiali usati mette in pericolo anche oggi la loro sopravvivenza. Diverse sono andate distrutte negli ultimi anni soprattutto a causa della ruggine che attacca facilmente le lamine di ferro, dei tarli che svuotano del tutto le tavolette in legno o compensato e dell’umidità che distrugge carte e cartoni. Negli anni scorsi alcuni interventi di restauro hanno consentito la sopravvivenza di decine di tavolette, altre, invece, soprattutto alcune fotografiche sono andate completamente distrutte a causa dell’umidità.
Il mondo contadino e pastorale
Il Dente di San Matteo e altri denti
I cani arrabbiati
Il santuario di San Matteo nasce con un rapporto privilegiato col mondo contadino e pastorale. Il Dente di San Matteo che i buoni contadini della Capitanata vengono a venerare, richiama alla loro mente altri denti, primi fra tutti quelli dei cani arrabbiati. Fin dall’inizio del culto sulle pendici del Monte Celano, San Matteo fu venerato come colui che protegge dai cani arrabbiati. A questo scopo, nei tempi passati, le persone morse venivano portate nel santuario dove ricevevano la benedizione con l’olio della lampada che ardeva nel sacello del Santo.
Cavalli e asini
Fin quando le campagne non furono completamente motorizzate, i denti con i quali i contadini più facilmente venivano in contatto, dopo quelli dei cani, appartenevano alla classe degli animali più preziosi, collaboratori necessari e amici più fidati. Ogni tanto cavalli e asini dimenticavano la propria natura di erbivori e invadevano volentieri il pericoloso campo dei leoni e delle tigri.
Gli asini, si sa, sono animali pazienti e laboriosi, ma quando gli salta la mosca al naso, sanno essere anche pericolosi.
San Matteo protettore degli animali della campagna
I contadini dauni e garganici amano immaginare che la protezione del Santo vada ben oltre le persone e abbracci anche gli animali. Cavalli in preda a violente emottisi, mucche alla mangiatoia tramortite dal fulmine guizzante, pecore e mucche gonfie intossicate da germogli di anemoni, sono rappresentanti essi stessi di una povertà che vive di doni restituiti a Dio con immensa gratitudine.
Ancora oggi molte stalle del Tavoliere e del Gargano hanno ben in vista l'immagine del Santo. Sembra che nella fantasia popolare gli animali preferiti dal santo siano i cavalli molti dei quali nei tempi passati all'anagrafe zootecnica erano insigniti col nome di Matteo. Di qui il facile motteggio comune fra i salaci contadini ti chiami Matteo come un cavallo.
Il rapporto con i cavalli è quasi canonizzato sul fastigio del tempietto in cui è esposta la statua del Santo. Un tondo marmoreo scolpito nel 1927 da ignoto lapicida cerignolano ritrae l'immagine veneranda di San Matteo accompagnata non dalla regolamentare sagoma umana ma dall'inconfondibile profilo di un volto cavallino.
I cavalli e le nuove tecnologie
Ma era sulla strada che il rapporto tra il vecchio e il nuovo si mostrava davvero problematico. I cavalli, come gli uomini, non erano abituati alle nuove regole, il rombo dei motori li faceva imbizzarrire, spesso non rispondevano alla guida dei carrettieri. Accecati dalla polvere, impauriti dai mostri semoventi, i cavalli si scontravano con automobili, autocarri, motociclette, biciclette e perfino con i treni.
La casa e la famiglia
Le malattie danno modo di spingere lo sguardo verso un mondo fatto di cose umili e usuali e tuttavia esibite come preziose. La camera da letto fino ad alcuni decenni fa era non tanto il luogo del riposo e dell'intimità, quanto il quadro da esibire, l'intimo agghindato da aprire solo in occasioni speciali: di regola per la nascita di un bimbo; spesso anche per la malattia e la morte, per l’arrivo del medico o del sacerdote, ma sempre con la medesima solennità e il medesimo orgoglio. Anche nelle situazioni più drammatiche, mai nelle camere vi era qualcosa fuori posto, che non fosse tutto ordinato e pulito.
Naturalmente sono presenti anche le malattie, insieme ai ricoveri negli ospedali, operazioni chirurgiche ecc. Non mancano episodi di violenza domestica, o che hanno per protagonisti briganti e grassatori. Vi sono anche alcune drammatiche scene di guerra.
Nelle tavolette moderne sono più frequenti gli incidenti stradali. Negli ultimi decenni sono cresciute le tavolette che riguardano incidenti sul lavoro, soprattutto nell’ambito dell’edilizia.
Un posto particolare occupano gli incidenti accaduti in terra straniera. Le ataviche condizioni di povertà che ha spinto generazioni fuori dell’Italia non hanno spento negli uomini e nelle donne il rapporto con San Matteo che emerge continuamente con struggente nostalgia nella vita quotidiana, e con maggiore intensità nel momento della solitudine e del pericolo.
Negli ultimi tempi sono cresciute le tavolette che riproducono incidenti di navigazione riguardanti soprattutto la flotta peschereccia di Manfredonia.
L’arrivo delle tavolette votive nel nostro Santuario di San Matteo, benché non con la frequenza del passato, non è mai cessato. Oggi l’ex voto non è più l’oggetto straordinario e a volte prezioso. Si preferisce la fotografia, molto spesso anonima. Non mancano, tuttavia, espressioni più pensate e personali, come l’ex voto che un anonimo studente di medicina ha disegnato su cartoncino e spedito per posta per ringraziare San Matteo del buon esito degli esami.
p. Mario Villani