Raccolte di Beni Culturali

II primo è il patrimonio dei pochi residui artistici scampati alle ruberie ottocentesche in seguito alla cacciata dei Frati nel 1866 a seguito delle leggi oppressive. Il patrimonio del convento è costituito dai paramenti sacri conservati in sacrestia, dalla raccolta delle tavolette votive dipinte ed ex voto metallici. È costituito anche dalle opere d'arte acquistate negli ultimi decenni da Nicola Petruccelli e Filippo Pirro e da quelle da essi donate al convento.
Il secondo nucleo è costituito dalle collezioni della Biblioteca nate a cominciare dal 1968 quando la Biblioteca di fatto fu aperta al pubblico (l'apertura ufficiale è del 1970), fino al 19 giugno 2018. Insieme ai libri arrivarono dipinti, statue, paramenti sacri, arredi liturgici.
Oggi le raccolte sono le seguenti:
1. Raccolta archeologica con diverse centinaia di manufatti di epoche diverse.
2. Raccolta paleontologica dovuta al senso civico di giovani, contadini e persone varie che nel corso dei loro lavori hanno trovato oggetti interessanti.
3. Lapidarium medievale costituito dai frammenti architettonici relativi alla storia del convento quando era abbazia benedettina e cistercense, dei sec. VIII-XV.
4. Dello scultore cartapestaio leccese Salvatore Bruno: 14 quadri della Via Crucis e 4 quadri di cui 2 riguardano S. Antonio di Padova e 2 i Santi terziari S. Ludovico di Francia e Santa Elisabetta d'Ungheria.
5. Statue provenienti da chiese chiuse e da cappelle private.
6. Dipinti provenienti da chiese chiuse.
7. Paramenti sacri provenienti ugualmente da chiese chiuse e cappelle private.
8. Arredi e strumenti liturgici provenienti come sopra, ma anche donati da antiquari.
9. Statue in campane di vetro provenienti da famiglie soprattutto da San Marco in Lamis.
10.Raccolta di grafiche fatte con tecniche diverse: a) Acqueforti di Giuseppe Jannantuoni di Foggia raffiguranti Santi della Capitanata. b) Di Filippo Pirro serigrafie raffiguranti scene di vita di S. Marco, e alcune di soggetto astratto. c) Del pittore A. Grilli di Foggia serigrafie raffiguranti scorci di Foggia antica. d) Serie di litografie colorate a mano raffiguranti personaggi ecclesiastici. e) Acqueforti del sec. XVIII e XIX raffiguranti la città di Foggia e alcuni luoghi del Gargano. f) Carte geografiche riguardanti la Capitanata acquistate dal sottoscritto a Firenze, Roma, Bologna. Atlanti, carte sciolte tra cui una serie di carte di Benedetto Marzolla, dono del prof. Tommaso Nardella, appartenute a Marco Centola, giudice a Melito di Calabria alla metà del sec. XIX. Stampe originali di diversi autori dei sec. XVII, XVIII e XIX. g) Due serie di fascicoli sulle città pugliesi delle due edizioni delle Cento Città d'Italia (fine '800, e del sec. XX con fotografie dei Fratelli Alinari).
11. Materiale vario: a) Dalla famiglia Panzone, strumenti musicali di civiltà diverse. b) Dal convento di Sannicandro, grande Armonium Tubi a pressione capace di sostenere anche un grande Coro. c) Da diversi donatori, attrezzi metallici della vita domestica e contadina. d) Da Luigi Nardella. oggetti di vita domestica (tra l'altro due bellissime serie di piatti della tradizione contadina, ma anche un complesso di ceramiche di maggior valore artistico), attrezzi della vita contadina, comprendente anche trappole per lupi ecc. e) Dallo stesso Luigi Nardella, una raccolta di armi da fuoco, tutte anteriori al 1880 giunte in convento dopo l'iter burocratico che ne autorizzava il trasferimento. f) Dallo stesso Luigi Nardella, n. 100 libri antichi che sono stati catalogati e inseriti nelle raccolte della Biblioteca. g) Dal compianto Ins. Pietro Villani e Cristofaro Lillino, riproduzione in sughero del Castel del Monte e n. 5 proposte di riuso costruite con materiale di scarto (cestelli in acciaio di lavatrici elettriche reinterpretate come lampade per le camere dei bambini, tavoli da scacchi e dama).
Tutto ciò rappresenta, insieme alla Croce di Guardiagrele, alla campana del Magister Manfredinus della chiesa delle Grazie, alla Biblioteca di S. Matteo e ad altre preziose raccolte conservate nelle case private, un patrimonio che fa di San Marco in Lamis un centro culturale privilegiato non solo per il Gargano, ma per l'intera Puglia.
A chi appartengono i Beni Culturali di S. Matteo?
Come si vede il patrimonio accumulato è enorme essendo costituito da alcune migliaia di oggetti. I Frati ne sono i custodi, ma non i proprietari; la loro responsabilità, quindi, è verso Dio e la Chiesa, ma anche verso la cittadinanza di San Marco in Lamis e di tutti i donatori. Secondo le nostre leggi, infatti, questi beni, come anche lo stesso edifìcio, restano di dominio dei donatori e dell'intera Comunità Cittadina i quali hanno il potere di chiedere e il diritto di avere risposte sulla loro conservazione, gestione, disponibilità nei riguardi degli utenti, studiosi, visitatori, ecc. (Costituzioni Generali dell'Ordine art. 73 La proprietà degli edifici e dei beni che sono necessari per la vita e le opere dei frati minori rimanga realmente in dominio di coloro ai quali i frati prestano servizio, o dei benefattori, o della Chiesa o della Santa Sede in ottemperanza della Regola, cap. 6,1 I Frati non si approprino di nulla, né casa, né luogo, né alcuna altra cosa).
Mario Villani
Convento S. Matteo 15 agosto 2019







