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Raccolte di Beni Culturali

I servizi culturali del convento di san Matteo a S. Marco in Lamis.
I servizi culturali del convento di san Matteo a S. Marco in Lamis.
Le diverse collezioni di Beni Culturali del convento di S. Matteo possono essere considerate una sintesi di tutta la storia del Gargano. Propongono alla nostra conoscenza un quadro ampio dell'attività, degli interessi, soprattutto religiosi, delle popolazioni del territorio che va dai manufatti litici e fittili delle epoche antiche alle preziose sculture medievali, alle splendide edizioni del Quattrocento e Cinquecento , ai raffinati paramenti sacri dei sec. XVI-XVII-XVIII, ai dipinti devozionali, alle statue, alla splendida collezione delle tavolette votive dipinteTavoletta-votiva.jpg. I Beni culturali di San Matto rispecchiano soprattutto la storia del convento negli ultimi cinque secoli. E è facile arguire che essi non sono frutto di donazioni importanti, vestigia prestigiose dei grandi della terra, è altrettanto facile riconoscere la preziosità della dedizione e della devozione delle genti garganiche e daune.
Incisione dello Iannantuoni raffigurante i santi Guglielmo e Pellegrino
Incisione dello Iannantuoni raffigurante i santi Guglielmo e Pellegrino
Il patrimonio culturale di S. Matteo è formato da due nuclei.
II primo è il patrimonio dei pochi residui artistici scampati alle ruberie ottocentesche in seguito alla cacciata dei Frati nel 1866 a seguito delle leggi oppressive. Il patrimonio del convento è costituito dai paramenti sacri conservati in sacrestiasacrestia-san-matteo.jpg, dalla raccolta delle tavolette votive dipinte ed ex voto metallici. È costituito anche dalle opere d'arte acquistate negli ultimi decenni da Nicola Petruccelli e Filippo Pirro e da quelle da essi donate al convento.
Il secondo nucleo è costituito dalle collezioni della Biblioteca nate a cominciare dal 1968 quando la Biblioteca di fatto fu aperta al pubblico (l'apertura ufficiale è del 1970), fino al 19 giugno 2018. Insieme ai libri arrivarono dipinti, statue, paramenti sacri, arredi liturgici.
Oggi le raccolte sono le seguenti:
1. Raccolta archeologicaraccolta-archeologica.JPG con diverse centinaia di manufatti di epoche diverse.
2. Raccolta paleontologicaraccolta-paleontologica.JPG dovuta al senso civico di giovani, contadini e persone varie che nel corso dei loro lavori hanno trovato oggetti interessanti.
3. Lapidariumlapidarium.JPG medievale costituito dai frammenti architettonici relativi alla storia del convento quando era abbazia benedettina e cistercense, dei sec. VIII-XV.
4. Dello scultore cartapestaio leccese Salvatore Bruno: 14 quadri della Via CrucisVia-crucis-Bruno.jpg4 quadricartapesta-Bruno.JPG di cui 2 riguardano S. Antonio di Padova e 2 i Santi terziari S. Ludovico di Francia e Santa Elisabetta d'Ungheria.
5. Statuesanta-Lucia.jpg provenienti da chiese chiuse e da cappelle private.
6. Dipintidipinto.JPG provenienti da chiese chiuse.
7. Paramenti sacriparamento-sacro.JPG provenienti ugualmente da chiese chiuse e cappelle private.
8. Arrediarredo-liturgico.JPGstrumenti liturgicistrumento-liturgico1.JPG provenienti come sopra, ma anche donati da antiquari.
9. Statue in campane di vetrocampana-vetro.JPG provenienti da famiglie soprattutto da San Marco in Lamis.
10.Raccolta di grafiche fatte con tecniche diverse: a) Acquefortis-anna-Iannantuoni.jpg di Giuseppe Jannantuoni di Foggia raffiguranti Santi della Capitanata. b) Di Filippo Pirroacquaforte-filippo-pirro.jpg serigrafie raffiguranti scene di vita di S. Marco, e alcune di soggetto astratto. c) Del pittore A. GrilliA-Grilli.jpg di Foggia serigrafie raffiguranti scorci di Foggia antica. d) Serie di litografie colorate a mano raffiguranti personaggi ecclesiastici. e) Acqueforti del sec. XVIII e XIX raffiguranti la città di Foggia e alcuni luoghi del Gargano. f) Carte geografiche riguardanti la Capitanata acquistate dal sottoscritto a Firenze, Roma, Bologna. Atlanti, carte sciolte tra cui una serie di carte di Benedetto Marzolla, dono del prof. Tommaso Nardella, appartenute a Marco Centola, giudice a Melito di Calabria alla metà del sec. XIX. Stampe originali di diversi autori dei sec. XVII, XVIII e XIX. g) Due serie di fascicoli sulle città pugliesi delle due edizioni delle Cento Città d'Italia (fine '800, e del sec. XX con fotografie dei Fratelli Alinari).
11. Materiale vario: a) Dalla famiglia Panzone, strumenti musicali di civiltà diverse. b) Dal convento di Sannicandro, grande Armonium Tubi a pressione capace di sostenere anche un grande Coro. c) Da diversi donatori, attrezzi metallici della vita domestica e contadina. d) Da Luigi Nardella. oggetti di vita domestica (tra l'altro due bellissime serie di piatti della tradizione contadina, ma anche un complesso di ceramiche di maggior valore artistico), attrezzi della vita contadina, comprendente anche trappole per lupi ecc. e) Dallo stesso Luigi Nardella, una raccolta di armi da fuoco, tutte anteriori al 1880 giunte in convento dopo l'iter burocratico che ne autorizzava il trasferimento. f) Dallo stesso Luigi Nardella, n. 100 libri antichi che sono stati catalogati e inseriti nelle raccolte della Biblioteca. g) Dal compianto Ins. Pietro Villani e Cristofaro Lillino, riproduzione in sughero del Castel del Monte e n. 5 proposte di riuso costruite con materiale di scarto (cestelli in acciaio di lavatrici elettriche reinterpretate come lampade per le camere dei bambini, tavoli da scacchi e dama).
Tutto ciò rappresenta, insieme alla Croce di Guardiagrelecroce-Guardiagrele.jpg, alla campana del Magister Manfredinus della chiesa delle Grazie, alla Biblioteca di S. Matteo e ad altre preziose raccolte conservate nelle case private, un patrimonio che fa di San Marco in Lamis un centro culturale privilegiato non solo per il Gargano, ma per l'intera Puglia.
A chi appartengono i Beni Culturali di S. Matteo?
Come si vede il patrimonio accumulato è enorme essendo costituito da alcune migliaia di oggetti. I Frati ne sono i custodi, ma non i proprietari; la loro responsabilità, quindi, è verso Dio e la Chiesa, ma anche verso la cittadinanza di San Marco in Lamis e di tutti i donatori. Secondo le nostre leggi, infatti, questi beni, come anche lo stesso edifìcio, restano di dominio dei donatori e dell'intera Comunità Cittadina i quali hanno il potere di chiedere e il diritto di avere risposte sulla loro conservazione, gestione, disponibilità nei riguardi degli utenti, studiosi, visitatori, ecc. (Costituzioni Generali dell'Ordine art. 73 La proprietà degli edifici e dei beni che sono necessari per la vita e le opere dei frati minori rimanga realmente in dominio di coloro ai quali i frati prestano servizio, o dei benefattori, o della Chiesa o della Santa Sede in ottemperanza della Regola, cap. 6,1 I Frati non si approprino di nulla, né casa, né luogo, né alcuna altra cosa).
Mario Villani
Convento S. Matteo 15 agosto 2019

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