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L'Unità del 22 febbraio 1953
Faziosità

Francesco Saverio Nitti
Francesco Saverio Nitti
La stampa italiana ha dato ieri, con ampiezza e rilievo, la tristissima notizia della morte di F. S. Nitti, lumeggiandone la grande figura di democratico e di antifascista, di uomo di stato e di studioso.
Due rilievi, tuttavia, è necessario fare, rilievi dolorosi perché rivelano come l'odio fazioso che la reazione italiana ha portato al gran vegliardo fino al tramonto della sua esistenza, non si è arrestata neppure sulla soglia della camera ardente.
E diciamo odio fazioso, perché da altro non può nuocere l'ignorare o il travisare l’ultimo gesto con cui Francesco Saverio Nitti ha voluto concludere la sua vita politica; l’iniziativa per la creazione di un largo fronte di tutti gli nomini onesti, amanti della pace, della libertà e della democrazia, l'iniziativa a Roma della Lista Cittadina.
Orbene, di ciò goffamente tacciono, nelle loro biografie, il Giornale d'Italia e il Popolo, il Momento e il Tempo seguendo l'esempio dato dalla RAI; mentre altri giornali, non meno puerilmente, tentano di travisare la realtà: il Messaggero, per esempio, che si limita a dire che Nitti “appoggiò (sic!) la Lista -civica”, o il Globo e la Voce Repubblicana che parlano di “lista socialcomunista”.
Primeggia su tutti il Quotidiano dell’Azione cattolica, il quale dedica al lutto che ha colpito la nazione una notizia in basso pagina, una notiziola di una quarantina di righe, in cui la vita di questo grande uomo della generazione che fece l'unità d'Italia è riassunta testualmente, in queste righe; “Francesco Saverio Nitti era nato a Melfi (Potenza) il 20 luglio 1868”.
Vergogna!

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