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16/11/2010
La protesta di Maroni. "Chiedo risposta - ha spiegato il ministro - anche a nome dei milioni di leghisti che si sono sentiti indignati dalle insinuazioni gravissime di Saviano e quindi auspico che mi venga concesso lo stesso palcoscenico per replicare ad accuse così infamanti che devono essere smentite". Maroni ha scritto al presidente della commissione vigilanza Sergio Zavoli, ai presidenti del Senato Renato Schifani e della Camera Gianfranco Fini e all'intero Cda della Rai e al direttore di Rai3 Paolo Ruffini. "Chiunque ha diritto di replicare - ha detto Maroni - altrimenti vuol dire che siamo tornati al tribunale della Santa Inquisizione. Non credo che alla Rai si sia arrivati a questo punto, ma non mi stupirei di nulla. Attendo risposta". Nella lettera inviata dopo il diniego di Mazzetti alla replica, Maroni ha scritto: "Come ministro dell'Interno che combatte quotidianamente ogni forma di criminalità organizzata con assoluta determinazione, mi sento profondamente offeso da queste parole e chiedo, pertanto, di poter esercitare il diritto di replica per contestare tali falsità nel corso della prossima puntata del programma".
La replica dello scrittore a Maroni. "Sono stupito e allarmato dalle parole del ministro Maroni - ha replicato Saviano in una nota - Non capisco di quali infamie parli. Temo che abbia visto un'altra trasmissione. Lo invito a rivederla e riascoltarla: io ho parlato solo di fatti, frutto di un'inchiesta giudiziaria dell'Antimafia di Milano e Reggio Calabria sul nuovo assetto della 'ndrangheta e sulla sua presenza culturale, politica ed economica in Lombardia. Fatti che dovrebbero preoccupare il ministro dell'Interno invece di spingerlo ad accusare chi li denuncia".
A Maroni ha risposto l'Idv: "Nessuno tocchi Saviano - ha detto Leoluca Orlando - Dal ministro arriva un'intollerabile intimidazione ad uno scrittore che vive sotto scorta per la sua denuncia coraggiosa di tutte le mafie. Il ministro dell'Interno, invece di reagire in maniera scomposta, faccia pulizia all'interno del suo partito e cacci i disonesti. Per la carica che ricopre avrebbe l'obbligo morale di elogiare chi predica l'onestà e lotta contro la criminalità". Per Massimo Donadi, presidente del gruppo Idv alla Camera, le accuse di Maroni sono un favore alle cosche: "Un ministro dell'Interno non può permettersi di legittimare, con le sue parole, il clima di omertà sugli affari delle mafie al Nord e sulle collusioni tra criminalità e politica".
"Roberto Saviano ha raccontato a milioni di persone come la grande criminalità abbia messo radici a Nord, come lì cerchi complicità e legami con la politica - ha rilevato Walter Veltroni (Pd) - Le sue parole sono confermate dalle indagini che hanno portato a decine di arresti in Lombardia, come io stesso ho più volte denunciato in questi mesi. La reazione di Maroni è assurda e grave, colpisce una voce libera, un italiano minacciato dalle mafie e costretto a vivere, per quello che dice e che scrive, sotto scorta. A Saviano va la mia solidarietà e l'apprezzamento per le sue parole di denuncia".
Il capogruppo democratico alla Camera, Dario Franceschini, ha commentato la vicenda dicendo che "da oggi Saviano è un simbolo non solo della lotta alla camorra ma anche della libertà di informazione. Noi non lo lasceremo mai solo".
Per Maroni la mafia non esiste? chiedono i Verdi. "Il ministro dell'Interno Maroni rischia di accodarsi a quella lunga lista di persone che dicevano che la mafia non esiste mentre le organizzazioni criminali uccidevano ed investivano fior di miliardi al Nord e a Milano", ha dichiarato il Presidente nazionale Angelo Bonelli.
Dall'Udc il deputato Roberto Rao ha definito pretestuose le polemiche della Lega contro Saviano: "Lo scrittore ha denunciato una realtà già emersa da molte indagini e operazioni condotte in queste ore: la crescente ramificazione delle organizzazioni malavitose nel nord del paese. Il ministro dell'Interno sta facendo un ottimo lavoro nel contrasto alla criminalità organizzata, ma non può pretendere di nascondere una parte di realtà italiana solo perché scomoda per i suoi elettori".
Con Maroni si schierano diversi esponenti del Pdl, dal coordinatore Fabrizio Cicchitto al ministro della Difesa Ignazio La Russa secondo il quale la trasmissione di ieri sera "fa capire che la campagna elettorale è iniziata e che Raitre è schierata". Per il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, "Saviano ha confuso la sua Italia da romanzo con quella che ogni giorno segna veri i trionfi contro la criminalità organizzata".
2010 - E la Lega negava la 'ndrangheta
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