G. De Felice contro la forca.
Finalmente! Finalmente da G. de Felice convertitosi alla politica della conquista italiana viene da Tripoli una parola democratica, italiana, civile. E' una protesta contro la forca.
Il titolo dell'articolo mandato al Giornale di Sicilia (18-19 Dicembre) dice molto, moltissimo. Eccolo: Chi s'inforca a Tripoli? I traditori o le persone incomode?
G. De Felice promette di ritornare sull'argomento dei traditori e delle persone incomode. Anche noi torneremo sull'argomento. Aggiungiamo che nell'articolo, del 30 novembre (L'Impresa africana. Ipotesi, fatti e commenti) c'era un forte brano sul tradimento e sulle fucilazioni in massa. Fu soppresso per un senso di doverosa opportunità, per rispettare il dolore inenarrabile delle madri italiane dopo la scoperta ad Heuni delle infamie commesse a danno dei prigionieri e dei feriti italiani dagli Arabo-turchi. Lo pubblicheremo più tardi e, più documentato, a dimostrazione dell'imbarbarimento che produce la guerra. Intanto rileviamo, che quando l'uomo si abitua alla crudeltà ed alla reazione contro gli stranieri, contro gl'inferiori, gli stessi sentimenti li rivela a danno dei propri concittadini (grassetto mio).
Cosi si spiegano certe condanne enormi contro poveri soldati italiani. Uno di essi, un certo Trotto un nevroastenico, venne condannato a 10 anni di reclusione per avere reclamato la sua porzione di vino e, per non averla avuta, adoperato parole vivaci!
Sai dove s'annida più florido il suol? |
Tripoli, bel suol d'amore, |