Illustrazione da H.M.De Mathuisieulx, La Tripolitaine d'hier et de démain, 1912Rivista popolare di politica, lettere e scienze, Anno XVII, N. 23, Roma 15 dicembre 1911 Chi ha mentito maggiormente: il governo italiano o il governo turco? Ancora dello sfratto di De Luca Aprile e di Bordiga. A guerra finita - e ci auguriamo che finisca al più presto - ci occuperemo di molte menzogne del governo italiano. Una ne viene fuori oggi chiara e lampante. La ragione principale per la quale furono espulsi da Tripoli e diffamati ignobilmente da Giolitti i corrispondenti del Giornale di Sicilia di Palermo e del Lavoro di Genova fu questa: avevano mandato false notizie sul numero dei morti nella giornata del 23 ottobre; essi, contro le notizie ufficiali del governo, li portarono ad oltre 600. C'erano molti elementi per giudicare che essi avessero detto la verità; pure la Federazione della stampa italiana presieduta dall'on. Barzilai non volle levare la sua voce di protesta in attesa di più esatte informazioui. Ne rileviamo una e la sottoponiamo all'on. Barzilai. Ecco ciò che si legge nella relazione commovente del soldato Scaletta Vittorio, un ferito di Sciara Sciat:
“Che strazio atroce! 670 caddero dei nostri, calcolando pure quelli sperduti, finiti chissà dove, certamente morti anche essi, se non trucidati, di fame o di sete, estenuati, avviliti, perduti per sempre”.
Illustrazione da H.M.De Mathuisieulx, La Tripolitaine d'hier et de démain, 1912Il Mattino (10 dicembre) che pubblica la relazione veramente straziante e che suscita la pietà pei soldati e l'ammirazione sconfinata pei combattenti, premette che solo oggi si può dire la verità; ed uno degli Scarfoglio da Tripoli ne aveva già detta altra più grave in uno dei numeri precedenti. Ma ora che la verità è stata detta noi domandiamo: che pensa il signor Vittore Vettori? Che pensa l'on. Barzilai? Che pensa l'Associazione della Stampa? Troverà l'energia contro la menzogna e le diffamazioni dell'on. Giolitti dopo avere tanto protestato contro le menzogne e le diffamazioni dei giornalisti stranieri? Arabi e Italiani in Tunisia e in altri paesi musulmani. Sui fatti di Tunisi riportiamo nella Rivista delle riviste una corrispondenza all'Economiste français. Intanto da un grosso centro della Tunisia a noi è pervenuta un'altra lettera, che crediamo interessante, benché in parte contraddica alla prima. Crediamo che ci sia del vero e nell'una e nell'altra; e reputiamo utile farla conoscere perchè in Tunisia ci sono 160 mila italiani e lo spirito degli Arabi riteniamo che sia uguale in tutta l'Africa settentrionale. Una corrispondenza alla Tribuna e altri episodi fanno temere la continuazione dei moti xenofobi, che si traducono fatalmente in moti anti-italiani per la grandissima prevalenza dei nostri concittadini in Tunisia.
3 dicembre 1911 Ill.mo professore, Ho letto giorni fa su l'Unione di Tunisi qualche brano di corrispondenza tolta da la Ragione di Roma. Credo che l'autore sia il dott. ... Io non sono de l'avviso di questi e ritengo che i fatti di Tunisi nelle loro manifestazioni non sono stati anticristiani. Secondo il mio modesto pensare, ammettendo col dottor .... che c'è stato concerto preventivo, le direttive del movimento non dovevano subire deviazione solo perché gli arabi dopo le prime gesta s'accorsero della grave loro responsabilità. Illustrazione da H.M.De Mathuisieulx, La Tripolitaine d'hier et de démain, 1912Se la levata di scudi doveva essere essenzialmente anticristiana, se era prestabilito che dovevano ucciderci tutti gli europei, diciamo così, in che cosa i ferimenti di agenti francesi e la morte del brigadiere avrebbero dovuto sorprendere gli attori? Ma io penso che tali ferimenti e tale morte debbono attribuirsi al fatto che gli Arabi, volendo battere e non essere battuti, sono stati costretti per eseguire il loro piano, a sbarazzarsi degli ostacoli che si frapponevano a l'azione. Certo non può negarsi che la guerra Tripolina; la neutralità della Francia e dell'Inghilterra che impediscono i turchi di potere soccorrere ed aiutare i tripolini; la perdita del Marocco; la possibile annessione dell'Egitto e l'elevamento intellettuale di certi indigeni non che l'azione dei giornali, abbiano scosso l'anima araba di tutti i paesi, facendola pensare e sognare. Ma da l'idea a l'azione la distanza nel nostro caso è enorme e non si può dedurre per conseguenza dallo stato psichico degli indigeni della Tunisia, la natura anticristiana del fatto materiale. Del resto in Egitto l'eccitazione ha prodotto i medesimi effetti, ma le vittime non sono state, ch'io sappia, che italiane. Né la morte del portiere e del Vanel, contadino e non colono, pregiudicano la mia presunzione, perchè nel portiere gallonato hanno visto un'agente di polizia e nel Vanel dimessamente vestito un italiano. Ora se io sostengo questa tesi è, illustre professore, perchè la trovo corroborata da l'osservazione personale di tutti i giorni, per il fatto che io ho la cattiva sorte di vivere in un paesone arabo di 25 mila abitanti contro 500 europei, mentre il dott... vive a a Tunisi città più europea che araba ed il contatto con l'in digeno per averlo bisogna andarlo a trovare. Ora noi esportatori di braccia valide e stomachi vuoti siamo mal veduti perchè rappresentiamo dei concorrenti. Illustrazione da H.M.De Mathuisieulx, La Tripolitaine d'hier et de démain, 1912Siano mal visti perchè nel paragone coi francesi educati e manierosi noi ci perdiamo; perchè noi non abbiamo il prestigio del potere e tutti gli Arabi sanno, perchè i giornali indigeni l'hanno stampato, che noi siamo i discendenti di Custoza, di Lissa, di Dogali e di Adua. Ed i giornali gli arabi li leggono più di noi e quelli che non leggono ne apprendono il contenuto nei numerossimi e frequentissimi caffè arabi a prezzi mitissimi - qui ci sono più di 100 caffè arabi! E parecchi giorni fa io sono stato sorpreso di quanto ebbe a dirmi un Arabo analfabeta - gl'Italiani prendendo la Tripolitania oltre i capitali, vi importerranno i lavoratori della terra e tutti gli operai necessari per la messa in valore - sicchè i Tripolini che non hanno beni, saranno costretti ad emigrare. Questa è una verità indiscutibile e sotto questo rapporto nel paragone coi francesi noi perdiamo enormemente. Per tutti questi motivi l'eccitazione degli emissari turchi in persona degli ufficiali ha trovato in Tunisia un terreno favorevole e le vittorie turche della fine del mese di ottobre hanno messo il colmo nella eccitazione degli Arabi che ha avuto il suo epilogo nella questione del cimitero arabo; questa è stata la solita scintilla che produce il grande incendio. E per queste medesime ragioni io credo che si sbaglino di grosso quei giornali che pretendono che i Tripolini combattano perché costretti dai turchi. No; combattono disperatamente oltre che per il fanatismo religioso e per difendere la loro patria, per la loro esistenza, per i quattro datteri che costituiscono frequentemente il solo loro nutrimento: quattro datteri però che noi non potremo più loro assicurare. Suo Dev.mo x. y.
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