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Acquarello monocromato di Giovanni Migliara (1785-1837).
Acquarello monocromato di Giovanni Migliara (1785-1837).
Rivista popolare di politica, lettere e scienze, Anno XVII, N. 19, Roma 15 ottobre 1911
Le modeste pretese degli italiani secondo Ferdinando Martini. A proposito dell'impresa tripolina.
Togliamo dal Marzocco senza aggiungere nulla di nostro questo stelloncino edificante, che risponde a verità sacrosanta, di cui tutto si accorgeranno quando gl'Italiani saranno chiamati a pagare i conti della conquista.
I tre 'senza' dell'on. Martini.
Nel corso di una intervista, naturalmente su Tripoli, il più politico dei nostri letterati e certo il più letterato dei nostri politici, discorrendo con un collaboratore della Stampa ha citato un periodo di un suo libro; il periodo, fra le molte pagine che ha scritto in vita sua, a cui tiene di più. Ferdinando Martini è un uomo di buon gusto e anche fra le pagine della sua prosa sceglie bene. Il periodo di fatti è gustoso e come definizione demopsicologica vale un Perù, mentre si adatta perfettamente alla Tripolitania, e a ogni altra parte del mondo coloniale a cui per avventura l'Italia abbia rivolto o sia per rivolgere le sue brame.

Chi dice che gl'Italiani non sanno mai cio che vogliono? In certi punti anzi siamo irremovibili, vogliamo la grandezza senza spesa, le economie senza sacrifici e la guerra senza morti. Il disegno è stupendo, forse difficile ad effettuare.

Qcquarello a colori di Giovanni Migliara (1785-1837).
Qcquarello a colori di Giovanni Migliara (1785-1837).
Riconosciamo volentieri a Ferdinando Martini anche il merito della sobrietà. Un altro che avesse scoperto nella vita italiana il punto debole dei senza non si sarebbe fermato a quei tre e invece dell'osservazione arguta di cinque righe ci avrebbe snocciolato la teorica che può essere svolta in cinque pagine o in cinque volumi, a scelta, secondo i bisogni o le opportunità. Non è difficile accorgersi una volta stabilito il principio, che i nove decimi, per essere ottimisti, della nostra vita nazionale rientrano nell'amabile formula martiniana. Ogni età, ogni classe, ogni regione, ha i suoi innumerevoli devoti del senza. Il corrispettivo che per ogni benefizio bisogna saper pagare, noi lo paghiamo mal volentieri o facciamo di tutto per non pagarlo. I ragazzi vogliono lo studio senza fatica, i governanti si contentano delle leggi senza esecuzione.
Olio su tavola di Giovanni Migliara (1785-1837).
Olio su tavola di Giovanni Migliara (1785-1837).
Ora la disciplina sarebbe per l'appunto quella rarissima virtù che induce a perseverare verso una meta qualsiasi sopportando tutti i rischi che ci dividono dalla meta. E la politica della disciplina sarebbe la perfetta antitesi di quella che riscosse sin qui tante simpatie nella penisola: la politica astrologica della stella o stellone che si abbia a chiamare”.
Ciò che ci costerà la Tripolitania.
A quei socialisti ignoranti che caldeggiano l'impresa tripolina, ma che giurano di non volere spendere un soldo, né sacrificare un uomo dedichiamo un grave e sereno articolo della Finanza Italiana (30 settembre). Vi si dimostra che il momento economico e finanziario è grave per l'Italia; che saremo costretti a ricorrere al credito in condizioni assai svantaggiose, che è doveroso far comprendere al paese che Tripoli ci costerà assai cara.
Tanto per cominciare si spenderanno per la prima spedizione dai 50 ai 100 milioni. Il resto verrà; oh! Se verrà. E allora vedremo sbollire gli entusiasmi degli italiani, anche senza che sopraggiungano complicazioni europee. Se sopraggiungessero il disastro sarebbe spaventevole.
La liquidazione della Società per la pace e per l'arbitrato in Italia.
Ernesto Teodoro Moneta ha voluto cantare il deprofundis all'associazione internazionale per la pace e per l'arbitrato da lui presieduta in Italia mandando queste due inverosimiii telegrammi:

1. all'on. Di San Giuliano: Plaudendo vostra energica azione e mirabile preparazione diplomatica rivelata stampa odierna, auguro prossimo fine conflitto trionfo buon diritto (?!) italico.
2. all'on. Giolitti alla vigilia del banchetto di Torino: Lieto buon avviamento soluzione conflitto italo turco auguro sicuro vostro discorso Torino sanzioni avveduta condotta governo italiano dissipando censure dubbiezze amici avversari.

Disegno a penna di Giovanni Migliara (1785-1837).
Disegno a penna di Giovanni Migliara (1785-1837).
La lettura dei due telegrammi avrà provocato un sorriso satanico sulle bocca dei due ministri, che tanto si rassomigliano nello scetticismo e nel cinismo. Essi vi avranno visto la fine indecorosa in Italia del grande movimento per la pace, almeno sino a tanto che sarà rappresentato da Ernesto Teodoro Moneta, che così disinvoltamente lo ha rinnegato.
Noi non sappiamo se il Direttore della Vita internazionale avrebbe mandato quei due telegrammi contrari alla verità ed alla dignità, prima di ricevere il Premio Nobel; ma si può essere sicuri che i giudici che glielo assegnarono oggi glielo negherebbero.
Tra tante defezioni tra i difensori della causa della pace e della giustizia, noi che ricordiamo l'ardore posto dal Moneta nel difendere l'Austria dalle accuse dei nazionalisti e degli irredentisti, confessiamo di avere subito la più dolorosa impressione alla lettura dei suoi due telegrammi, degni di portare la firma del De Gubernatis, lo staffiere di Casa Savoja.

Hai mai visto gli ex voto di san Matteo? Conosci Giovanni Gelsomino?