Rentiers, e speculatori (Nota 1) (Nota 2)
Questi nomi indicano male le cose alle quali si applicano; io li impiego in difetto di meglio, ma il lettore è pregato di non attenervisi e di fermare la sua attenzione esclusivamente sulle cose.
Da un punto di vista astratto e scientifico si può distinguere il “risparmiatore” che vive unicamente dell'interesse del suo risparmio e l' “intraprenditore” che impegna sul mercato tanto i servigi del risparmio che di altri capitali. Da un punto di vista concreto consideriamo due tipi:
1. Degli individui dei quali le risorse uniche, o principali, sono gl'interessi di fondi di Stato, obbligazioni di società commerciali o industriali, salari fissi, pensioni etc.
2. Degl'individui dei quali le risorse uniche o principali, provengono da azioni di società commerciali o industriali, dall'esercizio diretto del commercio o dell'industria, da operazioni di Borsa, da fitti di case situate in città che si sviluppano; da speculazioni su terreni urbani o agricoli, infine da tutto ciò ehe è essenzialmente variabile e che dipende dall'abilità delle persone che se ne occupano. Ecco ancora le nostre due categorie.
La prima categoria è in gran parte conservatrice, ostile alle novità che, teme sempre un poco; è patriota, nazionalista. La seconda è, al contrario innovatrice, investigando da ogni parte per far buone operazioni; internazionalista, poichè da per tutto essa trova da esercitare la sua industria; in fondo, il danaro non ha patria. Nella prima categoria sono gli “abarbicati”; (enracineés) nella seconda gli “sbarbicati” (deracinées).
La letteratura ci ha descritto a sazietà i tipi estremi delle due categorie. Da una parte i piccoli borghesi, bottegai, piccoli proprietari, attaccati al loro villaggio come ostriche agli scogli, alle idee strette, agli orizzonti limitati, ai pregiudizi tenaci.
Dall'altra l'abitante di Cosmopolis che si trova dovunque in casa sua, dalle idee larghe, sorridente ironicamente dei pregiudizi: tanto delle convinzioni religiose come dell'idea di patria; vedendo il più spesso negli uomini non altro che semplici cifre di fortuna o dei lati d'influenza.
I tipi estremi sono rari, i tipi intermedi sono comuni e, sotto ai difetti sui quali si esercita la verve dei letterati, si trovano delle qualità che hanno grande importanza sociale.
Il buon mercato della vita è essenziale per la prima categoria. Chi ha una piccola rendita fissa soffre se i prezzi dei generi aumentano, giacché deve ridurre i suoi consumi. Il produttore di mercanzie, il commerciante che le distribuisce aumentano i loro prezzi e vi trovano un compenso - spesso più che un compenso - al caro della vita.
Gli aumenti d'imposta che pesano sulla prima categoria, che non ha nessuno su cui scaricarlo, sono favorevoli ad un gran numero di persone della seconda categoria, che non solamente se ne scaricano sui consumatori; ma che sanno anche accaparrare le ordinazioni che fa il governo col prodotto delle imposte.Codeste osservazioni spiegano i fatti seguenti. Il caro della vita altre volte era tenuto come un male perché la prima categoria di persone era numerosa, anche nelle classi governanti. Oggi esso non solleva che rare proteste perché la seconda categoria di persone è presso a poco padrona dello Stato. La maggior parte delle insurrezioni, fino alla fine del XVIII secolo hanno come causa diretta, alla loro origine, il carovivere e l'aumento d'imposte; attualmente non se ne sente più parlare.
In Inghilterra i “liberali” protestavano prima contro l'aumento delle spese; appena giunti al potere, la loro prima cura è stata quella di aumentarle ancora più. E vi sono stati obbligati per soddisfare gli appetiti dei loro gregari.
In Francia i “progressisti” che corrispondono ai “iberali” italiani, sono contrari all'imposta progressiva sulle entrate. A Milano quei liberali, aventi il potere, hanno stabilito un'imposta progressiva sulle entrate nonostante l'appoggio dei radicali. Quale è la spiegazione di codesti fatti?
I liberali milanesi hanno uno stato maggiore di persone della seconda categoria; i radicali s'appoggiano, in parte sugli elettori della prima categoria: è dunque naturale che in queste condizioni i liberali sieno favorevoli e i radicali contrari ad una imposta progressiva. In altre circostanze, per esempio per una imposta di Stato, potrebbe non essere lo stesso.
In Francia è un ministero composto di multimilionari che cessa di far votare l'imposta progressiva. Guardando da vicino si vedrà facilmente che quell'imposta non graverà affatto né su di essi né sui loro amici. In ogni caso non sarà l'imposta progressiva che impedirà alla Banca Ottomana né al Credito Fondiario Argentino di far buone azioni e di ricompensare largamente il loro presidente.
In Italia, in data 26 maggio 1911, il Giornale d'Italia scriveva:
“La dimissione del Ministero Luzzatti non poteva lasciar le nostre borse indifferenti. Quale industria non era stata accolta sotto la protezione del presidente del Consiglio? Quale stabilimento non aveva ottenuto premesse di ordinazioni importanti del governo? Quale gruppo si era visto rifiutare una banca ad hoc purchè si fosse presa solamente la pena di domandarla?”
E' importante di considerare la maniera in cui le due categorie di cui abbiamo parlato costituiscono il totale d'una popolazione.
I paesi più prosperi economicamente e politicamente sono quelli ove le due categorie si trovano in certe proporzioni. Questa fu una delle cause principali della vittoria di Roma su Cartagine ove la seconda categoria aveva acquistata una parte veramente preponderente; fu una delle cause della forza dell'Inghilterra ai tempi di Napoleone primo, quando da una parte i suoi squires, cacciatori di volpi, gli assicuravano la stabilità che dà la prima categoria e i suoi industriali e commercianti le procuravano la ricchezza e il progresso economico che dà la seconda categoria, è la causa della grandezza della Germania prussiana ove gli agrari (hobereaux) fanno la parte degli “squires” inglesi e gl'industriali e i commercianti non la cedono in nulla alle categorie analoghe degli altri paesi.
Il 19 secolo ha visto, in Europa, ed in America uno sviluppo enorme della seconda categoria. Ne è risultato il progresso economico veramente meraviglioso del secolo. Tutta la superficie del globo si copre di ferrovie; navi sempre in maggior numero solcano i mari, le officine sovrabbondano; l'Africa che era quasi sconosciuta, nell'interno, ai principi del secolo 19 si apre all'incivilimento; l'Asia si sveglia da un sonno più volte secolare; la ricchezza cresce in enormi proporzioni.
Non bisogna esitare e riconoscerlo: tutto ciò è dovuto alla 2. categoria. Il movimento economico che essa ha impresso al mondo obbliga ognuno a trarre il miglior partito della sua energia e dai suoi capitali. L'aumento del costo della vita, delle imposte, del lusso colpisce inesorabilmente i ritardatari.
Chi, vivendo negli agi qualche anno fa, si era addormentato in una dolce quiete, si risveglia povero oggidi. Tutto ha camminato mentre egli restava immobile.
Tutto ciò sarebbe perfetto se non vi fosse una ombra al quadro. La seconda categoria, se si lasciano da parte numerose eccezioni individuali, è neghittosa come lo erano nel medio evo ebrei ed usurai. Essa ha per arma l'oro e non il ferro; sa usar scaltrezza ma non combattere; cacciata da una parte ritorna dall'altra senza mai volgere la fronte al pericolo, la sua ricchezza aumenta mentre la sua energia decresce; spossata dal materialismo economico essa ne viene a ignorare sempre più l'idealismo dei sentimenti.
Che si ricordi solamente la febbre della costruzione delle ferrovie, che si tenga nota dei grandi industriali che ottennero la candidatura ufficiale; ma non si dimentichi la trasformazione di Parigi e la pioggia d'oro che ne fu la conseguenza per gli speculatori in terreni, gl'imprenditori edilizi e tutto il loro corteggio di sotto imprenditori, capomastri, operai etc. e ci si renderà conto facilmente dellla possente azione della seconda categoria.
Assorbita da codeste speculazioni, essa lasciò agire il sognatore coronato che fece la guerra di Crimea, la guerra d'Italia, la guerra del Messico e che fu schiacciato dalla guerra con la Germania. I suoi vincitori erano rappresentanti della prima categoria; l'appoggio degli agrari prussiani aveva permesso a Guglielmo I, secondato dall'agragio Bismarck, di andar dritto al suo scopo, dalla guerra di Danimarca fino a Sedan, passando per Sadowa.
Oggi la Germania è più ricca di allora; ignoriamo se sarebbe capace di un così grande sforzo.
Il prodotto di codeste imposte formò un fiume di oro che sprofondò nelle tasche di speculatori, politici ed altri. Si fondarono grandi società, come quelle delle ferrovie dell'Alta Italia per gli speculatori francesi, quella delle meridionali, la Regia dei tabacchi, di varie banche, di numerose compagnie industriali per gli speculatori italiani. Col prodotto delle imposte si trasformarono le città come il secondo impero aveva trasformato Parigi e con un risultato identico per la speculazione. Quando codeste sorgenti di prosperità per la seconda categoria cominciarono a inaridire, si ricorse alla protezione doganale. Industriali e politici si divisero la manna che facevano piovere le tariffe protettrici ed i sapienti trattati di commercio, abilmente manipolati. Enormi fortune ebbero allora origine. Che importa ai loro fortunati possessori del caro dei viveri e dell'aumento delle Tariffe?
Meno che niente.
In Italia ed in Francia l'attitudine presa dagli specularori, di fronte al socialismo, è molto istruttiva. Cominciarono per combatterlo, hanno finito per servirsene. La belva è ammansita e serve benissimo i suoi domatori.
Un cambiamento economico che fa crescere il prezzo dei prodotti più che non cresca il prezzo di produzione è vantaggioso ai produttori; lo sarebbe ancora di più se il prezzo di produzione non crescesse affatto. Ciò spiega come gl'intraprenditori si sieno da principio opposti alle rivendicazioni operaie. Venne in prosieguo il giorno in cui riconobbero che era più vantaggioso cedere che combattere; che la linea di minor resistenza si trovava a fianco dei consumatori; che il prezzo dei prodotti poteva essere elevato in tal maniera che intraprenditori ed operai vi trovassero il loro vantaggio. E' così che grandi industriali, commercianti, agenti di cambio, banchieri etc. son divenuti radicali, radicali-socialisti ed anche socialisti.
V'è un fatto indiscutibile. In Francia ed in Italia, da una cinquantina d'anni, l'influenza dei socialisti nel governo da principio nulla, è andata crescendo così come i guadagni degli intraprenditori e dei speculatori.
Il potere della seconda categoria si estende attualmente su tutto il mondo civile; vi si è ben abbarbicato e nessun tentativo ha potuto smuoverlo.
E' stato così che una polemica del Temps contro un ministro che aveva sempre sostenuto, ha fatto intravedere certe rivalità di gruppi finanziari.
Si è visto così che certe tirate patriottiche, a proposito del prestito turco, avevano dei retroscena né punto né poco patriottici. Giolitti, imitando Waldeck Rousseau, cerca l'appoggio dei socialisti per occupare fortemente l'attenzione del pubblico su ciò che avviene sulla scena.
In quanto all'on. Luzzatti egli credeva poterlo occupare con semplici dissertazioni verbali, ma alla pruova, il sistema non è riuscito.
Significa contentarsi delle parole credere negli avvenimenti attuali in Italia, ed una lotta tra la “democrazia” e la “reazione”; si tratta semplicemente d'una lotta tra due frazioni della seconda categoria, le quali hanno pareri differenti sul miglior modo di compiere le loro operazioni.
In fondo, non vi è alcuno, tra coloro ai quali si vuol estendere il diritto elettorale che reclami. E' un regalo di cui si preoccupano pochissimo e che vuol far loro, per forza, una frazione degli speculatori. Perchè costoro sono animati di tanto bello zelo, semplicemente perchè sperano attirare così parte del movimento che le riforme provocano nel paese; movimento che in ogni caso servirà almeno a distrarre l'attenzione dei partiti di opposizione e ad impedire di lanciare uno sguardo indiscreto sulle operazioni che preparan gli abili della seconda categoria. In attesa, hanno già ottenuto un risultato notevole: che i socialisti hanno rinunziato all'opposizione sulle spese per gli armamenti. Uno dei più singolari fenomeni è quello degli armamenti ognor crescenti ai quali si danno i popoli civili, senza mai farsi guerra. La preparano sempre ma mai vi giungono.
E' pure notevole che le stesse persone che vogliono spese sempre crescenti per gli armamenti, tentino dall'altro lato di distruggere lo spirito militare. Si direbbe che il loro scopo sia quello di avere la maggior quantità possibile di cannoni e corazze e una minore di marinai e soldati.
E' probabile che fintanto che si tratterà di lottare d'abilità e l'astuzia il potere della seconda categoria non potrà essere diminuito; ma vi è uno scoglio sul quale potrà infrangersi: quello della forza brutale.
Molti segni dimostrano che attualmente persone superiori per energia e carattere ai loro padroni, ma inferiori per astuzia cominciano ad aver coscienza della loro forza. Si discute se “un colpo di forza sia possibile”. Alcuni sindacalisti si rifiutano di lasciarsi turlupinare dalle elezioni e preconizzano l'azione diretta. Vi hanno saggi parziali dell'uso della forza come il moto dei vignaiuoli del
Tutto ciò non è ancora che un seguito di movimento informe, di poca importanza intrinsecamente e che sono notevoli solo come prima origine di una evoluzione. Per vederla compiere occorrono ancora molti anni. I cambiamenti sociali sono lenti ed occorre molto tempo prima che si delineino nettamente.
Ma non vi sono soltanto confitti in armi; vi sono anche le guerre internazionali. L'aumento della seconda categoria non è stato identico in tutti i paesi e, per conseguenza, la sua proporzione colla prima categoria si trova differente nei differenti paesi. Un paese ove questa proporzione si avvicina a quella che dà il massimo di potenza, in caso di guerra, può se le altre circostanze gli sono favorevoli essere vincitore, ridurre all'impotenza ed anche appropriarsi d'altri paesi ove speculatori, intraprenditori e abitanti di Cosmopolis sono in troppo gran numero. E' questo forse il più prossimo pericolo che esiste in certi paesi.
Vilfredo Pareto