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Rivista popolare di politica, lettere e scienze, Anno XVII, N. 24, Roma 31 dicembre 1911
L'imperialismo italo-tedesco.
L'ubbriacature dei nazionalisti italiani ha avuto la ripercussione a Berlino dove pure tante calunnie e tante menzogne si sono stampate contrro l'Italia. Il signor Sommerfeld, noto giornalista, ha pubblicato un opuscolo, in cui prendendo le mosse dalla conquista di Tripoli, afferma che per legare l'Italia alla Germania definitamente si dovrebbe seguire una politica imperiale ai danni dell'Inghilterra e della Francia. Il Sommerfeld scrive:

Soltanto colla conquista della Tripolitania l'Italia può diventare un valido e fedele Stato triplicista (ein guter und treuer Dreibundstaat) perchè Germania e Austria le possono effettivamente servire non soltanto alla difesa delle sue nuove colonie mediterranee, sì anche a colorire il gran disegno di un vasto impero africano, con Tunisi, Algeri, e fors'anche, con Malta e con l'Egitto.

E chiude il suo libro con un inno al trionfo dell'imperialismo italo-tedesco.

A queste due nazioni - egli dice - appartiene l'avvenire in Europa.

Noi conosciamo l'opuscolo da un prudente articolo di Bissolati nel Secolo. Egli respinge l'invito tedesco come troppo pieno di rischi per l'Italia e osserva:

Illustrazione da "L'Asino" n. 33, 1912 di Galantara e Podrecca.
Illustrazione da "L'Asino" n. 33, 1912 di Galantara e Podrecca.
Fantasie - si dirà. Ma no: l'elemento fantastico può aver qui la sua parte nella grandiosità delle proporzioni in cui la realtà vien prospettata: non per ciò la realtà è meno esattamente e nitidamente rappresentata pur traverso gli sviluppi arditi della fantasia. E la realtà è che con la conquista di Tripoli, viene necessariamente alterandosi il valore della politica internazionale dell'Italia. Il che in altre parole vuol dire: le conseguenze degli atteggiamenti che sarà per prendere l'Italia nei suoi rapporti con l'estero diventeranno tanto più gravi ora, dopo la espansione italiana sulla costa mediterranea dell'Africa. In virtù di questa espansione l'aderire dell'Italia all'uno ovvero all'altro gruppo europeo, involge oggi maggior somma di rischi che non involgesse ieri prima della occupazione di Tripoli: una Italia triplicista oggi corre il pericolo, in caso di conflitto con l'Inghilterra, di essere gravemente ferita nella sua nuova colonia africana, mentre dall'altra parte il distacco dalla triplice potrebbe aumentare formidabilmente le probabilità di un conflitto austro-italiano.

Illustrazione da "L'Asino" n. 33, 1912 di Galantara e Podrecca.
Illustrazione da "L'Asino" n. 33, 1912 di Galantara e Podrecca.
Fabio Ranzi rimprovera a Bissolati di non aver saputo, però, sciegliere tra i due aggruppamenti: la Triplice alleanza (Articolo della Lega Navale n. 1) (Articolo della Lega Navale 2) o la triplice entente. Noi invece riteniamo che il deputato di Roma lasci chiaramente intendere di preferire come un pis aller il mantenimento della Triplice. E siamo recisamente di questo avviso anche noi. (Grassetto mio)
Preferiamo il mantenimento della Triplice perché ci sembra la condizione più favorevole per la pace; lo preferiamo perché a lungo andare in un organismo federale, quale sicuramente diverrà l'Impero Austro Ungarico a dispetto dei Conrad di Hotzendorff e degli Arciduchi ereditari, vediamo un forte contrappeso alla strapotenza tedesca; lo preferiamo sopratutto in questo momento perché oggi, mentre la flotta e buona parte dell'esercito, sono impegnati in Tripolitania, la rottura della Triplice vorrebbe dire la guerra disastrosa coll'Austria. Di tutto questo vorremmo che si convincessero gli amici Mirabelli, Miceli e tutti gli altri della Ragione e della Terza Italia.
Noi ai dubbi e alle riserve del Bissolati sentiamo di dover aggiungere che questa alleanza imperialistica italo-germanica è davvero nei sogni, nell'ubbriacatura, dei nazionalisti. Si può desumerlo da molti articoli di Corradini; potremmo argomentarlo da certe reticenze e strizzatine di occhi di nostri amici personali deputati. Avremmo desiderato pure che Bissolati fosse andato al di là delle contingenze immediate e avesse chiesto: e che sarebbe di questa Italia, sempre piccola coi suoi 35 milioni di abitanti di fronte ai 65 della Germania, se rimanessero fiaccati duraturaramente Francia e Inghilterra? Colla brigantesca moralità della Germania - la sola moralità ammirata dai nazionalisti italiani si troverebbe nelle condizioni della pecora in bocca al lupo! Né volgiamo lo sguardo verso il più lontano avvenire, dove potremmo leggere coll'occhio della storia. Questa ci dice che tutti gl'imperialismi prepararono le più spaventevoli degenerazioni e decadenze. Per limitarsi alla storia contemporanea ricordiamo che l'Impero francese si sommerse nel fango e nel sangue di Sedan; l'Impero russo ebbe la sua tremenda lezione nel sangue e nel fango di Mukden.
Ma la storia per gli ubbriachi del nazionalismo nulla insegna e serve solo per eccitare alla strage e alla rapina.

Hai mai visto gli ex voto di san Matteo? Conosci Giovanni Gelsomino?