Portale in pietra di una chiesa di Vico Garganico.
Portale in pietra di una chiesa di Vico Garganico.
Riassumendo, o Signori, i suoi lavori, il suo concetto, ed ancora di più la sua convinzione, lo scrivente vi espone, con l'usata sua franchezza, che nelle Cave dei Marmi e degli Alabastri del Gargano andrete ad aprire una fonte inesausta di ricchezza. - È vero che nel 1840 gli studi geologici del Chiariss. Professor Pilla produssero un momentaneo movimento, ma ciò fu opera dei tempi e delle circostanze d'allora, le quali impedirono che una Società industriale riducesse a forma pratica le giudicate scoperte: tutto restò materia di diffidenza e di scoraggiamento nei capitalisti tenuti lontani e distratti dalle mutue associazioni per le astuzie di un governo che vedeva il suo tramonto. Le Cave illustrate dagli studi del Pilla presentanvi preziosi e stupendi marmi non solo, ma in pari tempo, Voi in quelle Cave sarete possessori del mezzo ottimo per richiamare a vita le regioni Garganiche, che pur sono una parte di quel suolo Napoletano che innamora ed alletta, e che i Poeti dissero, donato all'Italia in compenso di troppe sventure. Non più sarà morto quel popolo in mezzo del quale trovasi una fonte inesausta di ricchezza e di lavoro, in oggi che le libere nostre istituzioni hanno messo d'accordo la filantropia e la speculazione coll'attuazione delle Ferrovie Meridionali, delle strade Garganiche, che danno l'accesso ai porti di Rodi e Manfredonia e tutte queste opere serviranno a nulla alle popolazioni garganiche se non vi terrà dietro un pari sviluppo, che estragga dalle viscere di quella terra l'unico e ricco patrimonio, ponendolo al libero scambio.
Le Cave in discorso Voi, o Signori, le concepite rannodate a tanti e tanti rami d'industria, che attueranno molte altre officine; ed incoraggiato sarà il lavoro, cosicché la prosperità di quella popolazione verrà sempre più assicurata. Avanti che gli Alabastri ed i Marmi rinserrati nelle viscere dei monti, siano ridotti allo stato commerciale, molte sono le arti e le opere, che si impiegheranno in queste esecuzioni; lavorerà il minatore, il falegname nella costruzione delle macchine, il fabbro nella lavorazione degli ordigni di ferro, il carrettiere nei vari trasporti, il bracciante nel quotidiano suo collocamento; insomma per quello stretto rapporto che passa fra tutte le umane industrie, basta che una si accresca, perché tutte le altre risentano un'incremento dalla prosperità della loro sorella.
Sviluppate queste prime operazioni la stereotomia passerà dipoi a dare ampio sviluppo di successive industrie e lavori. Data vita alle Cave dei Marmi e degli Alabastri allora l'emigrazione, il vagabondaggio ed il pauperismo sparirà dal suolo Garganico: allora soltanto potrassi rispondere a quei tanti che dimandano la carità = andate a lavorare = e tranquillamente sarà proferita questa formula, mentre nello stato attuale delle cose, essa sarebbe un'amarissimo scherno per quelli, che veramente non avessero trovato come impiegare l'opera loro: allora solamente la legge potrà chiamar delitto il vagabondaggio ed il pauperismo, i quali in una Società bene ordinata non dovrebbero incontrarsi giammai. - Si, o Signori, il lavoro è un dovere, ed un diritto; i Municipi di San Marco in Lamis e di Apricena assodati in questa verità cercano per quanto sanno e possono la sussistenza a tutte le diverse classi di popolo, procurandegli il mezzo di implegar l'opera loro, è il perché essi Municipi facevano prima adesione alle vostre pratiche, rilasciando allo scrivente gli atti oficiosi, che, sino da principio, ponevansi alla vostra considerazione.
Veduta del promontorio del Gargano dalla piana del Tavoliere.
Veduta del promontorio del Gargano dalla piana del Tavoliere.
Né dall'espositiva delle Cave dei Marmi e degli Alabastri del Gargano s'argomenti alcuno di credere che lo scrivente voglia preferirle od anteporle ad altre Cave di altre località italiane, e gettare in tal modo semi di malcontento e di discordie ed aprire una futile giornalistica diatriba. Ne guardi il cielo dall'orribile accusa! - Lo scrivente, o Signori, ama quant'altri mai la patria comune che è l'Italia, e sà pur troppo esserle venuta grandissima parte de' suoi disastri dalle discordie appunto e dalle gelosie che hanno sempre regnato nel suo popolo; e deh! quante volte nell'oscurità e nel silenzio ha offerto anch'esso tributo di dolore e di pianto sulle comuni sventure, e qual penosa agonia l'ha prostrato, fin quasi a rinnegare ogni speranza al meglio!
Laonde, non già semminatore di zizzania, né di ambiziose millanterie, ma unico suo scopo nell'adempire all’affidatogli incarico fu di esporre tutta quanta la verità, perché al pari di Voi, o Signori la convinzione l'ha fondata, e da vantaggio l'ha toccata con mano riandando sulle località agli studi geologici di esse cave fatti dal Pilla.
Avventurato appieno se l'umile scritto rassicurerà la vita ad una Società che sprigioni dalle viscere del Gargano una scintilla di patria carità, bramando una corrispondenza d'affetto per crescere in fiamma, affinché quella Terra Garganica, infelice pel passato, si riconsoli ed asciughi alcun poco le lagrime vedendo i figli suoi mossi in nobile gara, a dar mano alla scoperta di una ricchezza che porrà in chiaro ed in evidenza che

il lavoro dona attività alle braccia, quiete e prosperità ai popoli.

Ing. F. Paltrinieri.