VIII
E così il giorno dopo mandai via i miei ragazzi mezz’ora prima e un po’ più; e me ne andai giù al canale.
Era là.
Mi fermai lì sull’argine, proprio sopra di lei: un dieci metri. Naturalmente m’aveva visto arrivare fin dalla curva a dir poco, ma prima di dar segno d’essersi accorta di me pensò bene di farmi fare un bel po’ d’anticamera. La salutai di lassù con un cenno di testa: lei dal fondo mi fece altrettanto. Ma non più che altrettanto capite? Solo un cenno di testa. Poi riprese a lavare.
Era tutto quel che passava il convento e non c’era verso d’ottenere anche un soldo di più: dimodoché non c’era altro da fare che infilare la strada di casa. E così per tre o quattro giorni. Esattamente così. Arrivavo lì sopra l’argine, mi fermavo a fare quel po’ d’anticamera, e poi lei finalmente si decideva a levare la testa (sempre come per caso, ecco il bello): la salutavo, mi salutava e via a casa. C’era quasi da ridere.
"Niente fretta. Niente fretta" dicevo. "La domenica vien dopo sei giorni. E è per questo che la chiamano festa".
Poi una volta successe qualcosa.
Erano già cominciate le piogge. Dappertutto odor d’erba bagnata: sotto i boschi al mattino si trovavano mucchi di passere morte annegate: l’acqua al canale era intanto cresciuta di un braccio e già molti lastroni di pietra eran quasi coperti e sparivano. Così lei, per chinarsi a lavare, dovette portarsi un trecento metri più giù, verso valle. Lì per lì non riuscivo a vederla ed ero già per tornarmene indietro.
"Purché anche a lei non venga adesso l’idea di dar del lavoro alla Melide" dissi.
Una pietra rotolò dentro l’acqua, e io di colpo m’accorsi di lei. Era là, quasi sotto le frasche.
Proprio un vero segnale d’intesa: un messaggio con tutte le regole. E neanche adesso saprei chi in coscienza possa dire d’aver mai ricevuto un biglietto che valesse anche un quarto di quello. La mia vecchia m’aveva chiamato, ecco il fatto, e quella volta ebbi tanto buon senso da capire che chiamate del genere son di quelle che non voglion risposta.
Amici, non bevete mai fino in fondo al bicchiere. Mi fermai neanche mezzo minuto.
Era sera: i fossati correvano a valle: il canale trascinava con sé rami d’albero e ogni tanto anche macchie di fango.
Tornai verso casa.
Capitolo VIII
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