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Piante arboree della Difesa

Piante arboree della Difesa

Pioppo canadese In evidenza

In Italia vegetano spontaneamente tre specie di Pioppo: il Pioppo bianco (Populus alba L.), il Pioppo nero (Populus nigra L.) e il Pioppo trèmolo (Populus tremula L.). Poi c'è il Pioppo grigio o gatterino (Populus canescens Sm.) che è un ibrido naturale tra il Pioppo tremolo maschio e il Pioppo bianco femmina.Già parlando del Pioppo tremolo si è detto che la maggior parte dei Pioppi coltivati in Italia non sono individui appartenenti a specie pure ma sono ibridi tra il Pioppo nero europeo (Populus nigra L.) e il Pioppo nero americano (Populus deltoides). Si è anche detto che essi una volta andavano sotto il nome di Pioppi canadesi, virgiliani, caroliniani, eccetera, a seconda della zona di provenienza e che oggi invece sono indicati sotto il nome della specie convenzionale Populus euroamericana (Dodie) Guinier. Ciò nonostante, questi ibridi continuano ad essere chiamati imprecisamente Pioppi canadesi.Qui aggiungiamo che non è facile distinguere…

Caratteristiche

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    Pinciara, luglio 93. Pioppo canadese

  • Nome scientifico

    Populus x canadensis Moench o Populus euroamericana (Dodie) Guinier (Salicaceae). In dialetto è detto "Piòppe"

  • Albero

    - alto sino a 30 m;
    - chioma arrotondata, espansa e densa

  • Corteccia

    - grigiastra;
    - screpolata profondamente nel senso della lunghezza da adulto

  • Foglie

    - triangolari o detoidi;
    - picciuolo lungo 2/3 della foglia e non appiattito;
    - più grandi di quelle dei pioppi europei: 8-15 cm;
    - con 2 ghiandole ai lati del picciuolo nella pagina superiore;
    - le giovanili spesso colorate in rosso;
    - margine traslucido;
    - glabre sulle due facce

  • Gemme

    - glabre;
    - pelose e non vischiose nei P.P. bianco e tremulo;
    - pelose e vischiose nel Pioppo nero

  • Fiori

    - Pianta dioica con fiori portati sul legno dell'anno precedente e apparenti prima delle foglie;
    - fiori maschili: in amenti eretti, corti e tozzi;
    - fiori femminili in amenti pendenti, lunghi e lassi;
    - fecondazione anemofila

  • Frutti

    - Capsula contenente semi che maturano prima del completo sviluppo delle foglie e portanti un filamento che costituisce il cotone

Noce In evidenza

Il Noce è originario dell'Asia centrale ed è stato introdotto in Europa da molto tempo naturalizzandosi in diverse zone. E' specie che vegeta nell'orizzonte fitoclimatico del Castanetum con frequenti escursioni verso il Lauretum. Non ama spingersi più in alto perché non sopporta i freddi intensi che influiscono negativamente sulla produzione dei frutti.In fatto di terreni è esigente in quanto li vuole profondi, fertili e senza ristagni idrici. Importante la disponibilità di acqua la cui carenza influisce sulla produzione dei frutti.Cresce allo stato sporadico formando dei piccoli popolamenti dove il terreno, fertile e profondo, lo consente. E' esigente in fatto di luce e pertanto non lo si trova tra le piante della fustaia che inevitabilmente lo ombreggerebbero.Non ha una grande importanza selvicolturale; è più importante come pianta agraria per la produzione di noci. A scopi forestali, per la produzione di legname, va meglio il Noce nero (Juglans nigra) di origine americana…

Caratteristiche

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    Boschetto sotto il Convento di S. Matteo, luglio 93. Noce: foglie e frutti

  • Nome scientifico

    Juglans regia L. (Juglandaceae). In dialetto è detto "Nóce"

  • Albero

    - alto 20 mt.;
    - fusto diritto ma non troppo alto perché presto diviso in branche principali;
    - chioma arrotondata;
    - longevo

  • Corteccia

    - liscia;
    - grigio-chiara;
    - negli adulti ha screpolature nel senso della lunghezza

  • Foglie

    - caduche;
    - alterne;
    - composte;
    - impari/pennate;
    - lunghe 30 cm;
    - con lungo picciolo a base ingrossata e senza stipole;
    - foglioline:
    • 5-9,
    • obovate o ovali,
    • a margine intero,
    • apice acuminato,
    • vellutate da giovani,
    • verde-scure di sopra, verde-chiare di sotto,
    • quasi sessili eccetto la terminale, picciolata e più grande delle altre

  • Gemme

    - ramuli terminanti con 3 gemme, una centrale grossa, due laterali piccole;
    - lanuginose

  • Fiori

    - Pianta monoica con:
    • fiori maschili:
    - in amenti lunghi 5-15 cm e larghi 1;
    - sessili e penduli;
    - verde-brunastri;
    - portati sul legno dell'anno precedente prima delle foglie;
    • fiori femminili:
    - portati da 1 a 4 in cima ai germogli dell'anno contemporaneamente alle foglie;
    • fecondazione anemofiia da aprile a maggio

  • Frutti

    - Noce:
    - globosa, un po' allungata;
    - lunga 2,5-4 cm, larga 2-3:
    - esocarpo (mallo)carnoso e nero a maturità;
    - endocarpo legnoso che si divide in due;
    - seme (gheriglio) diviso in 4 lobi irregolari, commestibile e ricoperto di una sottile pellicola oleosa

  • Aneddoto

    Il Noce e il contadino
    Una banda di ladri si riunì sotto un Noce per discutere delle prossime ruberie. 'Per prima cosa uccideremo il contadino e il figlio' propose quello che sembrava essere il più autorevole. 'Poi porteremo via tutti gli animali e, infine, faremo così, così e così'.
    'Va bene!', risposero i ladri. 'Il capo sei tu'. 'Accidenti!', esclamò il Noce. 'Bisogna avvertire il padrone'.
    Proprio in quel momento quest'ultimo, parlando alla consorte, stava dirigendosi verso l'albero.
    'Moglie mia', le diceva, 'ormai nostro figlio ha quindici anni ed è tempo di pensare al suo futuro. Toglieremo il Noce, lo faremo stagionare e ne ricaveremo legname per i mobili, in tal modo potrà sposarsi'. Il Noce, a sentire quelle parole, inorridì. 'Bel ringraziamento per l'avvertimento che avrei dovuto darti!', pensò. 'Mi conviene starmene zitto: se i ladri ammazzano te, io riesco a farla franca, Mors tua, vita mea! (Morte tua, vita mia!)'.

Olmo montano In evidenza

Poiché è stato menzionato agli inizi, ci pare opportuno fare qualche accenno all'Olmo montano per avere un termine di paragone con l'Olmo campestre.L'Olmo montano differisce dal campestre perché è di dimensioni più piccole e meno longevo.Il frutto ha il seme al centro e la smarginatura (rottura del margine) è assente o non arriva al seme. Le foglie sono grandi e presentano la superficie superiore più ruvida di tutte le specie di Olmo; la inferiore è pelosa.Si trova generalmente al Centro-Nord tra il Castanetum e il Lauretum. E' sporadico con legno più leggero e meno pregiato dell'Olmo campestre. Si trova anche sul Gargano (Pignatti).

Caratteristiche

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    Foto tratta da Wikipedia

  • Nome scientifico

    Ulmus montana With o Ulmus glabra o Ulmus scabra Miller (Ulmaceae). In dialetto è detto "Ulme"

  • Albero

    - meno longevo del campestre;
    - meno alto: 20 mt;
    - non pollonante

  • Ramuli

    - disordinati e sparsi
    - pubescenti

  • Corteccia

    - da giovane:
    • grigia;
    • liscia;
    - da adullo:
    • grigiastra,
    • scura,
    • poco screpolata, quasi liscia donde il nome di Ulmus glabra;

  • Foglie

    - semplici;
    - caduche;
    - alterne;
    - più grandi del campestre (9x4 cm ea nche più);
    - a base asimmetrica con orecchietta dal lato più lungo;
    - picciuolo: 1 cm e peloso;
    - doppiamente dentate;
    - ovali o elittiche;
    - acute all'estremità;
    - pagina superiore molto ruvida (la più ruvida tra gli olmi);
    - pagina inferiore ruvida e pubescente

  • Gemme

    - più grandi del campestre

  • Fiori

    - sessili;
    - in fascetti ascellari (glomeruli);
    - ermafroditi;
    - rossastri;
    - fioritura: marzo-aprile

  • Frutti

    - samara un po' allungata o rotonda;
    - diametro: 2-3 cm;
    - privi di peduncolo;
    - seme al centro dell'ala;
    - smarginatura che non arriva al seme

Olmo campestre In evidenza

In Italia sono indigene due specie di Olmo: l'Olmo campestre e l'Olmo montano. Poi ci sono le specie di Olmo introdotte tra le quali l'Olmo siberiano(Ulmus pumila L.) e l'Olmo ciliato o Olmo liscio (Ulmus laevis Pall.).L'Olmo campestre, nella Difesa, è presente nelle vicinanze del Rifugio Forestale della Lammia Nuova, uno dei pochi posti dove gli Olmi si possono rinvenire.Macchie verosimilmente di questa specie (non è stato possibile approfondire meglio la questione), non piante adulte ma più che altro polloni nati da ceppaie, si trovano tra il Convento di S. Matteo e la Statale 272 all'altezza dell'ultima curva, prima del rettilineo che porta ai SS. Medici.La sua zona fitoclimatica di preferenza è il Lauretum ma di frequente quest'Olmo si spinge anche nel Castanetum. E' presente in tutta l'Italia raggiungendo la massima diffusione nelle regioni centrali e in particolare nell'Emilia dove, più che la presenza spontanea, risalta la presenza legata alle…

Caratteristiche

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    Lammia Nuova, ottobre 95. Olmi campestri

  • Nome scientifico

    Ulmus campestris L. o Ulmus carpinifolia Suckovo, Ulmus minor Miller (Ulmaceae). In dialetto è detto "Pane còtte"

  • Albero

    - longevo (anche 500 anni);
    - alto 30 m e più;
    - diametro sino a 2 mt. talora 3;
    - fusto diritto con grossi rami che formano una chioma densa, rotonda e un po' allungata;
    - emette polloni

  • Corteccia

    - da giovane: liscia,grigio-scura;
    - da adulto:
    • brunastra
    • screpolata di più nel senso della lunghezza
    • con macchie gialle e bianche date dai licheni
    - ramuli:
    • quasi distinti;
    • pubescenti;
    • talora con ali suberose

  • Foglie

    - semplici;
    - caduche;
    - alterne;
    - 2-10 cm x 1.5-5 cm;
    - a base asimmetrica con, dal lato più lungo, un'orecchietta che ricopre il peduncolo in parte;
    - brevemente picciolate (1 cm non peloso);
    - doppiamente dentate;
    - ovali o elittiche;
    - appuntite;
    - pagina superiore scabra e lucida;
    - pagina inferiore gialla con peli biancastri alle ascelle delle nervature

  • Gemme

    - pelose;
    - ricoperte di aghi;
    - appuntite;
    - piccole

  • Fiori

    - sessili;
    - in fascetti ascellari (glomeruli);
    - ermafroditi;
    - rossastri;
    - fioritura: marzo-aprile

  • Frutti

    - samara un po' allungata o rotonda;
    - diametro: 2-3 cm;
    - privi di peduncolo;
    - seme non al centro dell'ala;
    - rottura del margine dell'ala che arriva sino al seme;
    - fruttificazione metà maggio

  • Aneddoto

    Il destino dell'Olmo campestre
    Al tempo in cui in Italia comandava ancora il re, i contadini dell'Emilia usavano dare la Vite in sposa all'Olmo campestre che si rivelava un ottimo marito perché, oltre a sostenere i tralci della moglie, ne migliorava la qualità dell'uva. Gli altri alberi, anch'essi innamorati della Vite e per niente rassegnati a rimanere scapoli in eterno, sapete cosa fecero? Si recarono sul Gargano, a S. Nicandro, da sempre terra di maghi e di streghe.
    Il mago dell'epoca, interpellato, si rinchiuse nella sua caverna per una notte intera a preparare una potente fattura. All'alba del giorno dopo, col viso stralunato che lo faceva sembrare ancora più vecchio e sporco del solito, si avvicinò ai suoi visitatori porgendogli un piccolo insetto che aveva messo a contatto con le spore di uno strano fungo.
    "Ecco!", gli disse. "Prendetelo e mettetelo su un ramo del vostro nemico. Quando lo vorrò, esigerò il mio compenso".
    Gli altri alberi fecero come gli era stato detto: misero l'insetto su un ramo dell'Olmo e aspettarono. In breve quasi tutti gli Olmi campestri si ammalarono e morirono di grafiosi, una malattia che li colpisce anche adesso. Al loro posto i contadini maritarono la Vite con Aceri, Pioppi, Ciliegi e molte altre specie di alberi da frutto.

Robinia In evidenza

E' stata introdotta dall'America nord-orientale agli inizi del 1600. Ben presto si è però naturalizzata in Italia dove la si rinviene a formare anche piccoli boschetti puri. Per lo più però è isolata o a piccoli gruppi. Non è esigente né in fatto di terreno né in termini nutrizionali per cui va ad occupare spazi incolti, terreni sabbiosi e sciolti lasciati liberi da altre specie, scarpate ferroviarie.E' pianta ubiquitaria e la troviamo dal Lauretum sino al Castanetum. E' considerata una specie arborea infestante per la sua grande capacità di emettere polloni, in ciò molto simile all'Ailanto e ai Pruni.La Robinia, oltre al legno, ha in canna altri colpi da sparare: vanno infatti ricordati i suoi fiori che, molto profumati, forniscono il cosiddetto {tip Dal web::Da questa pianta si ricava un ottimo miele, tipicamente liquido, energizzante, di colore chiaro ambrato, con un sapore delicato che lo rende particolarmente apprezzato dai bambini…

Caratteristiche

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    Strada per il Convento di S. Matteo, luglio 93. Robinia

  • Nome scientifico

    Robinia pseudacacia L. (Leguminosae). In dialetto è detta 'Pane 'mpusse'

  • Albero

    - alto 20 m;
    - rami dotati di robuste spine;
    -molto pollonante;
    - chioma espansa e arrotondata

  • Corteccia

    -da giovane grigia e compatta;
    -da adulto: grigio-brunastra con fessurazioni longitudinali e cordoni a volte anastomosati tra loro

  • Foglie

    - caduche;
    - composte;
    - imparipennate;
    - con stipole divenule aguzze spine di 2 cm;
    - lunghe 20-30 cm;
    - foglioline:
    • 6-10 paia
    • con breve picciuolo
    • elissoidali
    • lunghe 4 cm, larghe 2,5 cm
    • a margine intero
    • verde- pallide nella pagina superiore, più chiare in quella inferiore
    • glabre

  • Fiori

    in racemi:
    • penduli
    • ascellari
    • lunghi 10-20cm.
    • a base fogliosa
    - fortemente odorosi;
    - bianchi;
    - papilionacei;
    - fioritura: maggio-luglio

  • Frutti

    - legumi;
    - lunghi 5-10 cm;
    - appiattiti;
    - rossiccio-brunastri;
    - con semi:
    • 4-10;
    • neri;
    • a forma di rene

Ailanto In evidenza

L'Ailanto è stato introdotto in Inghilterra dalla Cina nel 1751. Subito dopo (1760) è stato portato anche in Italia (Orto Botanico di Padova) con lo scopo di servire da nutrimento ad un insetto, appartenente alla famiglia delle Api (Bombix cinthia), produttore di una interessante seta il quale avrebbe dovuto sostituire il Baco da Seta, minacciato da diverse malattie. I tentativi di allevare l'insetto fallirono, ma la pianta si diffuse in giro e si naturalizzò.E' ubiquitario e lo si può facilmente rinvenire dalla pianura sino ai mille metri ed oltre, cioè dal Lauretum al Castanetum.L'Ailanto è considerato una specie arborea infestante perché, grazie alla sua grande capacità di emettere polloni e sostenuto da una grande frugalità, colonizza in breve gli spazi liberi attorno a lui. Tuttavia non forma dei gruppi numerosi ma si mantiene piuttosto isolato o in raggruppamenti limitati. Lo si trova lungo le strade, attorno alle macerie, lungo scarpate…

Caratteristiche

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    Scarpata sotto il Convento di S. Matteo, ottobre '95. Giovani fusticini di Ailanto; sulla destra, si nota un tronco più consistente

  • Nome scientifico

    Ailanthus glandulosa Desf o A. altissima Mill. (Simarubaceae). In dialetto è detto "Sckuppettòne"

  • Albero

    -alto 20-25 m;
    -portamento elegante con chioma densa e ombrosa;
    -emette molti polloni

  • Corteccia

    - liscia;
    - grigio-chiara;
    - presenza di strie nel senso della lunghezza

  • Foglie

    - caduche;
    - alterne;
    - impari/pennate;
    - lunghe 20-100 cm;
    - con 6-32 paia di foglioline picciolate e inserite sul rachide rosso con un angolo poco acuto, lunghe 5-7 cm, larghe 2-4;
    - lamina:
    • a base tronca
    • con margine intero
    • con apice acuminato
    • verde-scura di sopra più chiara di sotto
    • con 1-3 denti per ogni lato
    • emanante odore fetido se stropicciata

  • Gemme

    - rosse

  • Fiori

    - poligami (maschili e ermafroditi);
    - in ampie infiorescenze a pannocchia terminali;
    - fioritura: maggio-luglio

  • Frutti

    -samara:
    • dotata di 2 ali;
    • lanceolata;
    • con seme centrale, rotondo e schiacciato;
    • rossastra o giallastra

  • Aneddoto

    L'Ailanto, il Pino e gli altri alberi
    A un convegno dove partecipavano tutte le piante della Difesa, così dicevano gli altri alberi:
    "Voi Ailanti siete come i Marocchini: quando arrivate in un posto, vi piazzate e non c'è verso di sradicarvi ".
    "Tutte dicerie", rispose I'Ailanto. "Noi ci mettiamo nei posti che non vuole nessuno, quelli lungo le strade, brutti e pericolosi. La verità, invece, è che voi usate due pesi e due misure. Noi siamo stranieri e non lo possiamo negare, ma anche i Pini, che non appartengono al Castanetum, sono degli immigrati. Solo che essi sono trattati in modo diverso".
    "Ma loro", disse un Pioppo tremolo guardando verso i due Pini presenti, "sono dei tecnici: vengono, ci preparano il terreno e, alla fine, si lasciano sostituire in buon ordine. E poi, hanno tutti il visto d'entrata. Non sono clandestini come voi". "Siamo tutti figli di Dio", disse con tono grave un Pino austriaco prendendo la parola, "e ci dobbiamo considerare come fratelli. Ognuno di noi ha il diritto di vivere, ma dobbiamo rispettare anche i diritti degli altri". "Bella scoperta!", obiettò l'Ailanto. "Qui si tratta di vedere le cose come sono. Voi Pini venite in massa, occupate metà bosco, siete protetti da recinti contro il pascolo e guardati d'estate contro gli incendi e venite a parlare a noi di diritti. A noi che non ci considera nessuno. Eppure, tra l'altro, siamo anche di origine nobile: non per niente, modestamente, ci chiamiamo Altissimi", aggiunse. Quindi, continuò:
    "Noi non ci addentriamo mai nel bosco. Ci accontentiamo di spazi rifiutati da tutti e, quando li occupiamo, ce ne dicono di tutti i colori passando anche alle mani, cantonieri in testa. I quali, non appena spuntiamo su un ciglio della strada, fanno a gara a darcele di santa ragione".

Tiglio In evidenza

Le Latifoglie allòctone della Difesa sono: l'Ailanto, la Robinia, l'Olmo campestre, il Noce e il Pioppo canadese.Il Tiglio invece è da ritenere una specie autòctona e pertanto, anche se viene trattato qui, andava inserito nel libretto di due anni fa.Il Tiglio nella Difesa è presente a destra e a sinistra della strada che porta al Convento di S. Matteo; è presente anche lungo la stradella che dal Convento porta alla Pinciara ed è altresì presente, come pianta ornamentale, di fronte alle baracche di Ambrosio e di De Giovanni. E' inoltre presente nella zona dell'Agrifoglio all'altezza del Km 1 della strada vicinale che da S. Marco porta a Cagnano. E' stata segnalata la sua presenza anche nella zona del Faggio.In Italia, allo stato spontaneo, ci sono due specie di Tiglio: il Tiglio comune e il Tiglio selvatico detto anche Tiglio riccio (Tilia cordata Mill.). C'è anche il Tilia vulgaris che è…

Caratteristiche

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    Strada per il Convento di S. Matteo, settembre. Foglie di Tiglio comune con le infruttescenze che fuoriescono dalle brattee gialle

  • Nome scientifico

    Detto anche Tiglio Riccio (Tilia cordata Mill.). C'è anche il Tilia vulgaris che è un ibrido tra le due specie

  • Albero

    - alto 30-40m;
    - longevo (fino a 500 anni);
    - fusto slanciato e chioma allungata;
    - tronco sino a 2 mt. di diametro

  • Corteccia

    - da giovane liscia e bruna;
    - da adulto screpolala longitudinalmente ma non squamosa;
    - nerastra

  • Foglie

    - caduche;
    - alterne;
    - semplici;
    - picciuolo 2-5 cm;
    - lamina:
    • verde scura anche nella pagina inferiore dove è pubescente;
    • lunga 10 cm, larga 8;
    • con peli bianchi all'ascella delle nervature;
    • nervi terziari paralleli

  • Gemme

    - pelose;
    - con 3 squame delle quali la terza ricopre tutta la gemma

  • Fiori

    - gialli;
    - odorosi;
    - in fascetti ascellari di 2-5;
    - più grandi del Tiglio selvatico;
    - inseriti su di un peduncolo sul quale è attaccata per metà una brattea gialla e membranacea;
    - 20-45 stami;
    - fioritura verso la fine di giugno;
    - fecondazione entomofila

  • Frutti

    - noce con un solo seme più o meno rotonda;
    - più grande del Tiglio selvatico;
    - con 5 costole sporgenti

  • Aneddoto

    Il Tiglio e l'innamorato
    In un angolo appartato e riparato dai venti viveva un Tiglio, riparo egli stesso, di giorno, degli anziani dai raggi del sole e, di sera, riparo degli innamorati dagli sguardi indiscreti.
    Tra i frequentatori di quel posto c'era un giovanotto, ladruncolo a tempo perso, però di recente tornato sulla retta via, convinto dalla sua bella. Questo aveva il vezzo di incidere sulla corteccia del Tiglio, sotto il nome suo e di colei per la quale spasimava, il giorno e l'ora degli incontri serali. Tutto filava liscio ma un giorno venne portato in prigione dai Carabinieri. Era accusato di furto e la risoluta testimonianza di un signore lo inchiodava ad una grave responsabilità.
    A nulla valsero le proteste del giovane die, pertanto, fu portato davanti al giudice. Ormai si era rassegnato ad un'ingiusta condanna quando, udendo l'ora in cui era stato commesso il reato, si ricordò che, proprio a quell'ora, era stato con la sua ragazza sotto il Tiglio. Subito l'accusato informò della circostanza il giudice che, immediatamente, mandò le guardie a fare una verifica. Si capì allora che il ladro non era lui e venne scarcerato. Per riconoscenza, il giovane fece piantare nel suo paese cinque alberi di Tiglio.

Cipresso comune In evidenza

E' una specie diffusissima non solo in campagna, ma anche nella città dove si trova per motivi ornamentali. Pur essendo un albero abbastanza familiare ad ognuno di noi, del Cipresso in genere si conoscono solo certi aspetti particolari legati a una sua forma specifica e a determinati luoghi. Qualora provassimo a chiedere a un gruppo di persone se conosce i Cipressi, la risposta più comune sarebbe questa: i Cipressi sono gli alberi alti e stretti che si trovano nel cimitero. In una tale risposta non vi è nulla di sbagliato, tuttavia è opportuno sottolineare che la forma slanciata, alla quale in genere si associa il Cipresso, appartiene solo ad una varietà della specie Cupressus sempervirens. Infatti, in natura ci sono più varietà che sono:a) - Cupressus sempervirens varietà stricta Ait o pyramidalis Nym o fastigiata Hans. E' il cosiddetto Cipresso maschio. Questa varietà ha un tronco che, all'altezza della chioma,…

Caratteristiche

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    Pinetina, luglio 93. Varie forme di Cipresso. Sulla sinistra quella fastigiata, sulla destra quella orizzontale e al centro forme intermedie

  • Nome scientifico

    Cupressus sempervirens L. (Cupressaceae). In dialetto è indicato con il nome generico di "Ciprèsse"

  • Albero

    - di grande longevità (sino ai 2000 anni);
    - alto circa 30 m;
    - portamento slanciato e tronco colonnare;
    - forma piramidale, orizzontale o intermedia tra le due

  • Corteccia

    - di aspetto fibroso;
    - grigio-bruna;
    - molto fessurata longitudinalmente

  • Foglie

    - piccole, a squame e addossate le une alle altre;
    - disposte su 4 file a due a due opposte;
    - verde-scure;
    - ottuse, un po' concresciute coi ramuli;
    - con ghiandole resinose emananti un forte odore se strofinate

  • Gemme

    - lunghe circa 20 mm.;
    - biancastre;
    - ovali, tozze, appuntite;
    - resinose

  • Fiori

    - maschili: riuniti in piccoli amenti gialli alle estremità di getti laterali;
    - femminili: globosi, di color verde e tinti di rosa-violetto, portati su ramuli corti;
    - fioritura: febbraio-maggio

  • Frutti

    Strobili o Coni
    - solitari o a gruppetti;
    - lunghi 4 cm larghi 2-3;
    - grigiastri e, a maturazione, marrone-chiari;
    - lucidi e formati da circa 12 squame a forma di scudo dotate al centro di un umbone con un mucrone;
    - si formano nel 1. anno;
    - i semi, che maturano al 2. anno, sono sotto le squame e in numero di circa 15. Sono di 0,5 cm. neri e con ala stretta

  • Aneddoto

    Il Cipresso e il Pioppo
    Un Cipresso maschio passeggiava nervosamente davanti al bagno di casa sua. Ogni tanto, spazientito, bussando con foga alla porta, chiedeva ad alta voce. "Hai finito?"
    Dall'altra parte sua sorella, un Cipresso femmina, stava preparandosi per l'occasione. Tra poco ci sarebbe stato un matrimonio e voleva fare la sua bella figura. Per calmare il fratello, a intervalli, rispondeva: "Un attimo!, ho finito!".
    "Ho finito! ho finito!", borbottava il Cipresso maschio. "E' da stamattina che lo stai dicendo, ma intanto non ti decidi a uscire". In giro tirava aria di festa. Due giovani Pioppi stavano convolando a nozze e tutti gli abitanti del bosco erano invitati. Ognuno andava a fare gli auguri agli sposi, davvero ben combinati. Lui alto e slanciato, più minuta lei, ma benfatta.
    Finalmente arrivò il turno dei due Cipressi. "Formate una bella coppia", disse il Cipresso maschio anche a nome della sorella. "La natura è stata generosa con voi". "Vi ringraziamo per le parole gentili", disse il Pioppo femmina, cortese, ma fredda. "Quanto alla natura", aggiunse, "Se con noi è stata generosa, con voi Cipressi è stata sovrabbondante. Infatti, noi Pioppi siamo piante dioiche e siamo veramente divisi in maschi e femmine. Per cui, per avere dei figli dobbiamo per forza essere in due, al contrario di voi Cipressi che potete fare figli da soli".
    "Hai ragione", rispose il Cipresso femmina. "L'uomo ci ha divisi in Cipresso maschio e Cipresso femmina solo per errore. In realtà, noi siamo piante monoiche e ognuna di noi, avendo gli organi riproduttori sia maschili che femminili, può moltiplicarsi da sola. Tuttavia, di questo, voi Pioppi non vi dovete rammaricare: se la natura ha deciso così, avrà avuto i suoi buoni motivi".

Pino nero In evidenza

In varie parti dell'Europa che confina con il Mediterraneo ci sono dei Pini che hanno molte caratteristiche in comune, ma anche alcune caratteristiche distintive, non tali però da far pensare a raggruppamenti molto specifici. Capita poi che, in ogni singola nazione, queste piante presentano altri caratteri che le distinguono ulteriormente.Tutti questi gruppi sono fatti rientrare da alcuni botanici sotto la specie generica o collettiva di Pino nero. Altri non sono d'accordo e dicono che non si tratta di una sola specie, ma di più specie. Altri ancora parlano di sottospecie, di varietà, di razze geografiche e così via.Noi, per semplificare le cose, ci occuperemo solo delle piante che si trovano in Italia e, seguendo il Pignatti, le faremo rientrare in due specie:- Pinus nigra Arnold o Pinus austriaca Host, detto Pino austriaco (Alpi Orientali);- Pinus laricio Poiret, detto Pino laricio o Pino silano (Sila, Aspromonte, Etna). A Villetta Barrea (Abruzzo)…

Caratteristiche

  • Foto Foto
  • Didascalia foto

    Lammia nuova, luglio 93. Nell'esemplare a sinistra si notano benissimo i rami inseriti a palchi.

  • Nome scientifico

    Pinus nigra J.F.Arnold. In dialetto è indicato con il nome generico di "Pine"

  • Albero

    - longevo;
    - alto sino a 30 m;
    - tozzo;
    - molto rastremato;
    - rami grossi e nodosi, verticillati eorizzontali;
    - ramuli prima verde-gialli, poi bruni e ruvidi per le grosse cicatrici fogliari;
    - molto resinoso

  • Corteccia

    - grigio scura;
    - mollo screpolata e spessa;
    - con squame piccole

  • Foglie

    Aghi
    - persistenti;
    - riunite a due a due in ciuffi alle estremità dei ramuli;
    - lunghe 10-15 cm;
    - avvolte da una guaina;
    - appuntite e con bordi seghettati;
    - grosse e rigide;
    - diritte;
    - verde-cupe;
    - con inserzione perpendicolare

  • Gemme

    - lunghe circa 20 mm;
    - biancastre;
    - ovali, tozze, appuntite;
    - resinose

  • Fiori

    - maschili: riuniti in amenti gialli, cilindrici e sessili;
    - femminili: verdi e tinti di viola-rosso;
    - con breve peduncolo;
    - fioritura: da maggio a luglio

  • Frutti

    Strobili o Coni
    - da soli o in gruppi di 2-4;
    - sessili;
    - brunastro-chiari;
    - lucenti e non resinosi;
    - conici covali;
    - lunghi 7-8 cm. larghi 3;
    - con unghia nera;
    - composti dì squam quasi piane con orlo rotondo e umbone al centro;
    - carena non tagliente o ottusa;
    - maturano nel 2° anno;
    - semi grigio-scuri e con ala di 2,5 cm.

  • Aneddoto

    I Pini litigiosi
    Un gruppo di pini neri, a forza di frequentare cattive compagnie, salutati amici e parenti, decisero di darsi alla bella vita rapinando e saccheggiando tutto quello che potevano.
    Un giorno capitarono nella villa di un signorotto dove rubarono degli oggetti preziosi: un bracciale d'argento, una collana di perle e un anello d'oro.
    "Questo lo prendo io", disse uno dei compari.
    "No! lo prendo io ", lo contrastò un altro.
    "Io voglio l'anello", disse un terzo.
    "L'anello lo voglio io", ribatté un quarto.
    Insomma, lo voglio io, no! lo prendo io, non riuscivano a mettersi d'accordo. Il capo, un individuo grande e grosso che metteva paura solo a guardarlo, spazientito, sparò un colpo in aria e, rivolta la canna del fucile verso i suoi accoliti, stringendo le pupille e digrignando i denti, sibilò lentamente:
    "Giacché non riuscite a mettervi d'accordo, facciamo a modo mio: prendo tutto io. Chi ha qualcosa da obbiettare parli ora o mai più".
    Nessuno aprì bocca e ogni questione venne risolta.

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