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Piante arboree della Difesa

Piante arboree della Difesa

Il Nocciolo In evidenza

Il Nocciòlo è una specie ubiquitaria facilmente adattabile ai diversi tipi di terreno di clima per cui lo troviamo dal Lauretum sino al Fagetum, di solito in associazione con altre specie, a formare boschi misti di latifoglie. Nei boschi lo si riconosce facilmente in inverno per i fiori, in lunghi amenti penduli, presenti già dall'estate.Da un punto di vista produttivo, è di scarso interesse tanto da essere considerato come specie infestante. Tuttavia, il Nocciòlo, essendo una specie pioniera, riveste importanza nel ricoprire le radure e nel miglioramento dei suoli per il successivo insediamento e piante più produttive, ma più esigenti.Il Nocciòlo è utilizzato nel consolidamento di pendici franose.Il suo carbone serve per la preparazione di carboncini da disegno.È anche utilizzato come pianta ornamentale e come pianta agraria per la produzione di nocciòle.Da noi è utilizzato come legna da ardere.

Caratteristiche

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    Foglie

  • Nome scientifico

    Corylus avellana L. (Corylaceae). In dialetto è detto 'Nucèdda'

  • Albero

    - alto circa 10mt., anche meno

  • Corteccia

    - liscia;
    - grigio-rossiccia;
    - con lenticelle

  • Foglie

    - caduche;
    - alterne;
    - quasi rotonde;
    - con margine doppiamente dentato;
    - con apice acuminato;
    - a base cordata;
    - con picciuòlo breve

  • Gemme

    - ovali;
    - tozze;
    - squamose

  • Fiori

    Pianta monoica con:
    - fiori maschili in amenti penduli che si formano nell'estate precedente la fruttificazione;
    - fiori femminili chiusi in involucri simili alle gemme dalle quali si distinguono per gli stigmi di colore rosso e sporgente.

  • Frutti

    Detti nocciòle che sono degli acheni avvolti in un involucro fogliaceo a bordo molto frastagliato

Il Faggio In evidenza

Il Faggio è la specie arborea a foglie caduche più importante d'Europa.La sua caratteristica principale è di essere amante dell'umidità per cui vegeta in stazioni al riparo dai venti secchi che danneggerebbero le gemme. In Italia lo troviamo nelle Alpi (soprattutto nella parte orientale dove ci sono precipitazioni e umidità più elevate), sugli Appennini e sino all'Etna, in Sicilia.Può vegetare bene in terreni di diversa natura, ma si tiene lontano da quelli umidi e acquitrinosi. La grande importanza della faggeta è nella sua capacità di formare un terreno fertilissimo anche dove le condizioni iniziali del substrato siano molto difficili.La zona fìtoclimatica del Faggio è il Fagetum dove vegeta in popolamenti puri o foreste miste con Abete bianco e latifoglie del suo orizzonte: Acero montano, Olmo montano, Frassino maggiore, ecc.Nelle zone ad alta umidità il Faggio può scendere anche nel Castanetum dove si consocia col Cerro, il Carpino bianco, ecc.Nella Difensa…

Caratteristiche

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    A sinistra: foglie; al centro: rametto con gemme; a destra, in basso, frutti (faggiòle); in alto: semi

  • Nome scientifico

    Fagus silvatica L. (Fagaceae). In dialetto è detto 'Fagge'

  • Albero

    - longevo (3-4secoli);
    - alto 30-40 mt.

  • Corteccia

    - liscia;
    - grigia con sottili screpolature orizzontali;
    - con macchie biancastre dovute ai licheni

  • Foglie

    - caduche;
    - alterne;
    - ovali;
    - a margine intero o poco dentato;
    - con apice acuto;
    - a base arrotondata;
    - con stipole caduche;
    - con picciuòlo di 1-2 cm.

  • Gemme

    - allungate (2-3cm.);
    - molto acute;
    - rossicce;
    - non legnose

  • Fiori

    Pianta monoica con:
    - fiori maschili in infiorescenze pendule e con peduncolo di circa 5 cm.;
    - fiori femminili in infiorescenze erette all'apice dei rametti

  • Frutti

    Detti faggiòle. Sono capsule spinose che si aprono in 4 valve e contenenti 1-3 semi

  • Aneddoto

    Il giovane Faggio
    Un giovane Faggio, osservando la nebbia che lentamente calava sin nella valle dove abitava assieme ai suoi parenti, disse:
    "Ecco perché noi Faggi siamo importanti: veniamo di frequente a contatto con il ciclo ".
    "Non confondere la nebbia con il cielo! ", lo ammonì un adulto davvero imponente. "La nebbia sparisce non appena arriva il sole e il cielo è testimone che, se noi Faggi abbiamo una importanza, questa risiede nella nostra capacità di rendere ottimo anche il più scarso terreno che ci ospita".

L'Orniello In evidenza

È una specie che nella Difensa, come in altri luoghi, è diffusa in maniera ubiquitaria, cioè un pò dappertutto, ma non forma popolamenti puri. Si trova, invece, in boschi misti consociata sia con specie del Castanetum (Cerro, Roverella, Carpino nero, Castagno, Aceri) sia con specie del Lauretum dove lo si rinviene spesso essendo resistente anche a lunghi periodi di siccità. In primavera la si distingue benissimo anche da lontano per le sue folte infiorescenze bianche.Ci sono delle specie che, date le loro piccole dimensioni, non sono molto importanti ai fini produttivi. Questo quando ci troviamo in terreni fertili, profondi, senza particolari problemi. Quando, invece, ci troviamo in zone dove lo strato attivo del terreno è ridotto, le piante di maggiori dimensioni non riuscirebbero neanche a sopravvivere. Ecco che, allora, tornano utili quelle specie che sono sì di piccole dimensioni, ma si adattano a situazioni estremamente precarie.Esse possono essere utilmente impiegate…

Caratteristiche

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    Ramo con foglie e frutti

  • Nome scientifico

    Fraxinus ornus L. (Oleaceae). In dialetto è detto 'Urn'

  • Albero

    - di 10-15 mt.

  • Corteccia

    - grigiastra;
    - liscia

  • Foglie

    - caduche;
    - opposte;
    - di solito con 7 foglioline, di cui una apicale;
    - lanceolate;
    - con apice acuto,-di 3-5 cm;
    - con breve picciuòlo;
    - con margine dentato, a base acuta o arrotondata

  • Gemme

    - grigiastre;
    - allungate

  • Fiori

    - ermafroditi;
    - in racemi all'apice dei germogli tra due foglie

  • Frutti

    Sono degli acheni alati, detti sàmare, lunghi 2-3 cm. portati in una infruttescenza

  • Aneddoto

    L'Orniello e la Cornacchia
    Un Orniello, che viveva abbarbicato sull'orlo di un precipizio - come aveva potuto nascere lì solo Dio lo sa -, si guardava distrattamente intorno. Una Cornacchia, che aveva finito il suo giro di perlustrazione, andò a posarglisi su un ramo. In vena di confidenze disse all'Orniello:
    "Davvero non capisco come puoi startene in questa posizione da dove puoi precipitare da un momento all'altro".
    "Proprio tu parli", rispose l'Orniello, "che ogni giorno ti porti ad altezze, dalle quali puoi cadere, ben superiori alla mia? Tu hai le ali, ma io ho le radici!".
    L'Orniello e la Cornacchia
    Un Orniello, che viveva abbarbicato sull'orlo di un precipizio - come aveva potuto nascere lì solo Dio lo sa -, si guardava distrattamente intorno. Una Cornacchia, che aveva finito il suo giro di perlustrazione, andò a posarglisi su un ramo. In vena di confidenze disse all'Orniello:
    "Davvero non capisco come puoi startene in questa posizione da dove puoi precipitare da un momento all'altro".
    "Proprio tu parli", rispose l'Orniello, "che ogni giorno ti porti ad altezze, dalle quali puoi cadere, ben superiori alla mia? Tu hai le ali, ma io ho le radici!".

Il Castagno In evidenza

È la specie tipica del Castanetum. In condizioni favorevoli però la troviamo sia nel Fagetum che nel Lauretum dove è arrivata soprattutto perché diffusa dall'uomo, sia come pianta agraria che come pianta forestale.Nella gran parte della Difensa il Castagno si trova molto sporadicamente: qualche esemplare lo si rinviene nell'Orto della Menta e verso la Lammia Vecchia. La sua presenza in massa è lungo il pendio del confine Nord-Est della Difensa quando dal pianoro, posto a circa 900 m., si scende verso il Canalone, un centinaio di metri più in basso. Qui il Castagno, ma solo verso la base del versante, che è la parte più umida e fresca della zona, forma dei popolamenti puri, di proprietà dei privati.Infatti, dall'alto, nuclei di querce tendono a scendere lungo il versante e a penetrare nel castagneto per un certo tratto formando una zona di transizione a…

Caratteristiche

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    Ramo con foglie e frutti

  • Nome scientifico

    Castanea sativa Mill. o C. vesca Gaertn. (Fagaceae). In dialetto è detto 'Castagna'

  • Albero

    - molto longevo (3.000anni);
    - di grande sviluppo.

  • Corteccia

    - fusti giovani: rossastro-bruna con lenticelle trasversali;
    - fusti adulti: brunastra con grosse fenditure verticali a formare cordoni uniti tra loro

  • Foglie

    - caduche;
    - lanceolate;
    - lunghe 10-20 cm.;
    - inserite a spirale sui rami;
    - con margine dentato;
    - con apice acuminato;
    - a base a cuneo;
    - con nervature molto rilevate;
    - con picciuòlo di 2-3 cm.

  • Fiori

    Pianta monoica con:
    - fiori maschili portati in amenti lunghi circa 20 cm.;
    - fiori femminili, di solito 3, posti alla base dell'ultimo amento maschile o di quelli superiori. Sono protetti da un involucro che diventerà il riccio.

  • Frutti

    Sono acheni detti castagne e che maturano nella cupola detta riccio. Nei frutti si distinguono:
    - una base con una cicatrice;
    - un apice che ha la torcia, insieme di filamenti duri.

  • Aneddoto

    Il Castagno e la ragazza
    Una giovanotta andò a sedersi sotto un Castagno centenario.
    "Come sono sfortunata!" si lamentava. "Vorrei avere i capelli biondi e invece ce l'ho neri; vorrei essere alta e sono bassa. Ma il mio dolore vero sono queste gambe non abbastanza diritte ".
    L'albero, che non ne poteva più di tutte quelle lagnanze, aprì uno dei suoi ricci che si trovavano più in alto e, plink!, mollò una grossa castagna sulla testa della giovane procurandole un bernoccolo grande così.
    "Che male, che male!", urlò la ragazza.
    Il Castagno, ridendosela, esclamò: "Questo sì che è un dolore vero!".

È una specie del Castanetum, ma non manca nel Fagetum e nel Lauretum. È una specie pioniera e pertanto la troviamo spesso a colonizzare le radure e gli spazi denudati dei boschi. Però è una specie molto esigente e, se non trova le condizioni adatte, presto abbandona le postazioni ad altre specie.Nella Difensa lo troviamo a ricoprire il fondo delle doline e parte dei versanti inferiori delle stesse dove maggiore è l'umidità. Lo troviamo pure nelle vallette e, in genere, nelle zone più umide e ricche di terreno. Costituisce molti piccoli popolamenti (si può dire che non vi è dolina dove non sia presente) ed è perciò molto diffuso anche se, a prima vista, può sembrare sporadico perché difficilmente lo si può notare lungo i sentieri più battuti.Si accresce molto rapidamente tanto che, se si riuscisse a farlo riprodurre per {tip Dalla Treccani::In agraria, parte di una pianta capace di…

Caratteristiche

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    Gruppetto di Pioppi tremuli riconoscibili per il colore verdastro-argentato dovuto alla luce riflessa delle foglie sempre in movimento.

  • Nome scientifico

    Populus tremola L. (Salicaceae). In dialetto è detto 'Alevanédd'

  • Albero

    - alto 20-30 mt.

  • Corteccia

    - liscia;
    - chiara;
    - grigiastra, tendente al verde;
    - con screpolature orizzontali;
    - da adulta è bruna e in parte screpolata

  • Foglie

    - caduche e alterne. Ce ne sono di 2 tipi:
    1) Turionali (grandi e sui rami a legno) a base tronca o cordata, apice acuto, picciuòlo corto e cilindrico, triangolari ovate, con peli nella pagina inferiore.
    2) Brachiblastali (piccole e sui rami misti, a fiore e legno) a base tronca, dentate, quasi circolari con apice acuto, picciuòlo lungo, senza peli sulle due facce.

  • Fiori

    Pianta dioica con:
    - fiori maschili in amenti eretti, corti e tozzi;
    - fiori femminili in amenti pendenti, lunghi e lassi

  • Frutti

    Capsula contenente molti piccoli semi. Isemi hanno un lungo filamento. utile per la disseminazione e il cui insieme forma il 'cotone'.

  • Aneddoto

    L'Acero, il Carpino, il Pioppo e il Leccio
    L'Acero, il Carpino e il Pioppo litigavano, a nome dei rispettivi generi, su chi era più utile al bosco.
    "Io mi adatto anche su suoli poverissimi", sosteneva il Carpino. "E sono tra i primi a farmi avanti quando c'è bisogno di popolare una zona spoglia".
    "Io resisto benissimo anche nei terreni fortemente argillosi dove altri neppure si sognerebbero di andarci", si vantava l'Acero.
    A sua volta il Pioppo sosteneva di essere anche lui una specie colonizzatrice di radure ma che, al contrario del Carpino, formava dei boschetti con piante dal portamento eretto. "Sono proprio un bel fusto! ", asseriva gonfiando il petto.
    Un Leccio millenario, dopo aver ascoltato tutti, così sentenziò:
    "Siete tutti di grande aiuto per il bosco, ma ognuno di voi, come tutti, ha pregi e difetti.
    Tu, Carpino, sei un pioniere e non ti arrendi di fronte a nessun terreno per quanto possa essere povero e difficile. Ma devi ammettere anche tu che sei basso di statura.
    Tu, Acero, vegeti nei terreni argillosi dove altri stentano, ma poi vai a cercarti il tuo posticino al riparo di altre piante più grandi di te.
    E tu, Pioppo, sei un colonizzatore di radure, ma sei anche un po' vagabondo. Vai per primo in un posto, ma se non ti piace, subito lo lasci perché sei molto esigente.
    Pertanto, accettate tutti e tre la vostra natura e siatene contenti".

Acero opalo In evidenza

È una specie che presenta molte varietà per cui, a volte, ci sono problemi per la classificazione. Tanto per avere un'idea, ci sono le varietà Opalus (la varietà tipica), la Opulifolium, la Rotundifolium, la Ambiguum, la Obtusatum (A. d'Ungheria), la Neapolitanum (A. napoletano). Comunque, quando nella Difensa trovate un acero che non sia il campestre, pensate all'Acero opalo e non sbagliate.Il suo areale di vegetazione è il Castanetum, ma di frequente si sposta nel Fagetum. In genere è consociato con l'Acero campestre ed altre latifoglie e non forma popolamenti puri.Nella Difensa molti esemplari di Acero opalo si trovano lungo la strada che conduce al convento di S. Matteo. È abbastanza diffuso nel bosco, ma in maniera sporadica.Da un punto di vista selvicolturale ha le stesse caratteristiche dell'Acero campestre: non va bene per la fustaia perché la specie è di piccole dimensioni. Va meglio nei cedui perché possiede…

Caratteristiche

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    Foglie

  • Nome scientifico

    Acer opàlus Mill. (Aceraceae). In dialetto è detto 'Acere'

  • Albero

    - alto 15-20 mt.

  • Corteccia

    - color cenere con varie macchie biancastre;
    - liscia nei giovani;
    - a grosse placche negli adulti.

  • Foglie

    - caduche;
    - opposte;
    - grandi;
    - margine intero o poco dentato;
    - picciòlo lungo;
    - base cordata

  • Gemme

    - grosse;
    - a forma di uovo;
    - rossastre;
    - apice acuto

  • Fiori

    Pianta monoica con:
    - fiori ermafroditi in corimbi agli apici dei germogli tra due foglie opposte.

  • Frutti

    Disàmare disposte ad angolo non molto grande e con ali di 2-3 cm.

  • Aneddoto

    I due Aceri
    L'Acero campestre e l'Acero opalo si recarono a S. Marcuccio. Sbrigati gli affari, si sedettero al tavolo di un bar.
    "Ti va una birra?" domandò l'Acero campestre.
    "Purché sia fresca", rispose l'Acero opalo.
    "Una birra a testa!" ordinarono i due al cameriere, dopo di che fecero quattro chiacchiere da buoni amici.
    "Questo così, quello colì", diceva l'Acero opalo.
    E l'Acero campestre, di rimando: "Tizio crede di essere il più furbo. Caio ha cercato di farmi fesso".
    Finita la birra, finirono le chiacchiere e venne il tempo di pagare.
    "Facciamo a metà?" propose l'Acero opalo.
    "Eh, no!", rispose l'Acero campestre. "Pagamento alla romana. Io sono solo, ma tu hai diverse varietà e tutte bevitrici!".

Acero campestre In evidenza

Nella Difensa troviamo due specie di Aceri: l'Acero campestre (detto anche Loppio) e l'Acero opalo. Sotto il convento di S. Matteo è stato rinvenuto anche qualche esemplare di Acero di monte (Acer pseudo-platanus L.). È necessario però verificare se sia originario del luogo o se vi è arrivato da qualche altra parte.L'Acero campestre è abbastanza diffuso nel Lauretum, lo troviamo spesso associato all'Orniello. Altrettanto diffuso è nel Castanetum dove di solito vegeta in consociazione con diverse specie di latifoglie e nelle zone esposte a Sud. Anche se in percentuale minore, è presente anche nel Fagetum.Nella Difensa è presente un po' ovunque anche se si localizza di preferenza lungo le strade. Ne troviamo un buon numero nell'Orto della Menta e 'N cima lu Carpene'.Non ha grande importanza da un punto di vista forestale. Nella fustaia non va bene come specie del piano dominante perché ha ritmi di accrescimento lenti. Va meglio…

Caratteristiche

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    Foglie

  • Nome scientifico

    Acer campestris L. (Aceraceae). In dialetto è detto 'Occhie'

  • Albero

    - alto circa 15mt.

  • Corteccia

    - grigia;
    - suddivisa in placche quadrangolari.

  • Foglie

    - caduche;
    - opposte;
    - con 5 lobi;
    - margine intero;
    - base cordata;
    - lunghe 5-6 cm.

  • Gemme

    - piccole;
    - rossicce;
    - pelose all'apice

  • Fiori

    Pianta monoica con:
    - fiori ermafroditi portati in infiorescenze a corimbi eretti all'apice dei germogli tra due foglie opposte.

  • Frutti

    - Disàmare disposte con angolo a 180° e con ali di 2-3 cm.

Vegeta nella zona del Castanetum nello stesso areale del Carpino nero. Però, a differenza di quest'ultimo, tende a spostarsi più in alto verso il Fagetum dove, di solito, è associato al Faggio e al Cerro. Infatti, in uno dei pochi posti dove si trova nella Difensa, il Canale della Fagarama, lo si trova insieme al Faggio. Solo raramente vive in popolamenti puri.Come il Carpino nero, essendo di dimensioni piuttosto piccole, il Carpino bianco non va bene per le fustaie. Va meglio nella costituzione del piano dominato dalle specie eliòfile e nel ceduo per la produzione di legna e carbone.Nel rimboschimento ha le stesse caratteristiche del Carpino nero del quale è un po' meno rustico prediligendo le zone più fresche dove c'è sempre una maggiore umidità e quindi condizioni migliori.Come il Carpino nero, essendo di dimensioni piuttosto piccole, il Carpino bianco non va bene per le…

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    Ramo con foglie e frutti, il frutto è un achenio con una bràttea a tre lobi dei quali il mediano è più lungo di quelli laterali.

  • Nome scientifico

    Carpinus betula (Corylaceae). In dialetto è detto 'Carpène'

  • Albero

    - alto 15-20 mt.

  • Corteccia

    - bianco-cenere;
    - liscia.

  • Foglie

    - caduche;
    - simili a quelle del Carpino nero ma con nervature più rilevate;
    - senza nervature terziarie.

  • Fiori

    Pianta monoica con:
    - fiori maschili in amenti di 2-4 cm.;
    - fiori femminili in amenti più corti all'apice dei germogli.

  • Frutti

    - piccoli acheni verdastri attaccati ad una brattea a tre lobi con il lobo centrale più lungo dei laterali.

Il Carpino nero In evidenza

Dopo le querce, nella Difensa, la specie più importante, in ordine di diffusione, è il Carpino nero. Vi si trova anche il Carpino bianco, ma la sua presenza è molto scarsa. La Carpinella (Carpinus orientalis Mill), invece, è un arbusto.Il suo areale è il Castanetum, ma è frequente anche nel Lauretum. Lo si trova, per lo più, associato a specie del suo orizzonte vegetativo (Roverella, Cerro, Aceri, Orniello) anche se ogni tanto forma dei popolamenti puri.La presenza del Carpino nella Difensa è testimoniato da un toponimo: 'N cima lu Càrpene, zona situata dove la strada vicinale S. Marco-Cagnano raggiunge la massima altitudine, prima di scendere verso il Papaglione.Essendo il Carpino nero di dimensioni piuttosto piccole, non va bene per le fustaie. La forma di governo più adatta, pertanto, è il ceduo per la produzione di legna e carbone.Che il Carpino nero sia una specie di piccole dimensioni…

Caratteristiche

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    Foglie e frutti. Al centro, accanto ai frutti, si notano degli amenti (infiorescenze) maschili. I frutti sono degli acheni di 4-6 min. Le bràttee (foglie trasformate alla base del fiore o dell'infiorescenza) fruttifere sono saldate tra di loro ai margini e formano la cupola, simile al frutto del Lùppolo.

  • Nome scientifico

    Ostrya carpinifolia Scop. (Corylaceae). In dialetto è detto 'Càrpene'.

  • Albero

    - alto circa 15 mt.

  • Corteccia

    - nerastra

  • Foglie

    - caduche;
    - alterne su 2 file;
    - acute con margine doppiamente seghettate;
    - picciuòlo breve;
    - base arrotondata;
    - lunghe 5-6cm.;
    - con nervature terziarie sul lato esterno delle nervature secondarie più basse;
    - curvate lungo l'asse della lunghezza.

  • Fiori

    Pianta monoica con:
    - fiori maschili in amenti di 5-6 cm.;
    - fiori femmi­nili in corti amenti al­l'apice dei germogli.

  • Frutti

    - piccoli acheni (4-5 min) portati in bratte e saldate tra di loro a formare un involucro simile al frutto del Luppolo.

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