A. Morosi, il Teatro di Varietà in Italia, Stabilimento tipografico Bracco Roma 1914
Teatro di Varietà
Ed infatti è Petrolini dei salamini, come è Petrolini di ogni altra sua macchietta che egli ha lanciato con coraggioso ardimento, imponendola, anche quando al pubblico, sulle prime, nom voleva andar giù. Da Petrolini, infatti, ha origine la parodia, nel Varietà e le sue prime creazioni del genere è stata quel Bello del quartiere (parodia di una fortunata canzonetta di Falvo) che per truccatura, per mosse, per verità d'accento è un finissimo studio di osservazione come una caricatura completa degli affeminati, ed in seguito delle più azzardate come l'Amleto, il Faust, Maria Stuarda, che suscitarono non poche discussioni, fu una vera rivoluzione nel varietà, perché questo nuovo genere segnò la fine della semplice macchietta a tre couplets.
Petrolini è romano e fa piacere vedere come la città eterna dia al concerto non dei copiatori soltanto, perché il nostro artista esce completamente dalla cerchia dei soliti machiettisti. Anche Petrolini nei primissimi tempi della sua infanzia ha assaggiato lo polvere del: nel 1896, all'età di dieci anni, nella compagnia romanesca. O. Raffaelli all'Eden dei Monti, faceva l'Angelo nell'operetta la Fine del Mondo: qualche anno dopo entrò definitivamente a far parte del teatro, in compagnie guitte, che giravano i piccoli paesi nei dintorni di Roma. In seguito fu comico in compagnie drammatiche e, con Pulcinella, sostenne la maschera di Picchio. Poi entrò in Caffè concerto e nel 1907 fu il primo macchiettista italiano che portasse il genere suo nel Sud America; nel giugno di quell'anno era a Buenos Aires e di là passava in Brasile, a Rio Janeiro e a San Paulo dove, nel 1908, veniva chiamato Rey dos Trocista, e nel 1909 era al Messico sempre acclamato e sempre artista italiano ciò che a quei tempi, e anche oggi, è una bella cosa, dato che tanti artisti, italiani rinnegano, all'estero, la loro patria!
E l'arte sua, Petrolini, ha saputo imporre tanto che oggi e nei migliori Teatri di Varietà in vedetta e nel 1912, al Salone Margherita, faceva correre tutta la Roma aristocratica, che non l'aveva ancora udito, e lo applaudiva in Gigetto er bullo e nelle strofe del Sor Capanna, piene di una satira mordente ma sempre gaia. E Petrolini, in un anno, è venuto a Roma 11 volte! stabilendo il record delle scritture, e cioè 4 alla Sala Umberto, 3 all'Acquario, 2 all'Apollo e 2 al Salone Margherita.
Il suo repertorio può anche non piacere, sulle prime, ma, ripeto, è ammirevole come Petrolini, tenacemenite lo ha affermato e lo ha imposto.
Nelle sue peregrinazioni per i vari teatri di Varietà, come fa Maldacea, egli ha l'alto, in serate d'onore, dei duetti che devono essere stati poemi di umorismo, poiché le sue duettiste si chiamarono Eugénie Fougère, Olympia Davigny, Ersilia Sampieri, Maria Campi, Mary Feur, Jole Baroni cioè stellle autentiche tutte e non certamente fra quelle il cui repertorio soffre di malinconie.
Quali altre parodie ci seguiterà a dare Petrolini? Il suo spirito d'osservazione ci dà affidamento che egli saprà cogliere al vivo e portare ai lumi della ribalta altri tipi che possono competere con l'eroe dei Salamini, con Gigetto, col Sor Capanna e con gli altri tutti, per dirla con quel poetucolo di Dante
....che il canto suso appella