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Luigi Russo, I Narratori, 1951
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Borgese Giuseppe Antonio.
1899 L'arte 05Nacque il 12 novembre 1882 a Polizzi Generosa (Palermo). Dopo un ventennio di esperienze critiche, il Borgese ha pubblicato un romanzo, Rubè (Milano, Treves '21), che, mentre psicologicamente giustifica alcune superbe premesse della sua attività di critico, con insolente violenza annunziate ma non intimamente sviluppate, ci dà la rappresentazione più significativa e più drammatica di quell’homo novus che si è venuto formando in Italia e, possiamo dire, in Europa, sotto l’influenza delle dottrine eroico-individualistiche nel momento del loro incontro con una nuova filosofia di vita e una nuova fede che mostrava l’assurda vanità e la disperazione di ogni forma di egotismo e di intellettualismo.
Il protagonista del romanzo del Borgese appartiene alla progenie degli eroi dannunziani, ma si tratta di un eroe deluso, ormai consapevole, con dolorosa aridità, della propria miseria e vanità dialettica; Rubè non crede più ai suoi sofismi, non si calunnia nemmeno, perché sa che la calunnia è una forma di adulazione essa stessa; egli si analizza, ma preso da una paura folle delle sue stesse introspezioni. Il Dio di questo uomo nuovo, straziato nella solitudine del suo egoismo, non può essere più il vecchio Dio ambizioso della gloria, della ricchezza, del godimento e del senso; e neanche il fatale Destino, che incombe sulle anime che abbiano almeno una istintiva e primitiva religiosità, ma il Caso, il Dio senza meta e senza vendette, il Dio senza nome e senza religione, che governa ciecamente e quasi banalmente gli uomini che non hanno più fiducia neanche nelle loro ambizioni, quasi fossero inanimati avanzi di un naufragio galleggianti alla deriva.
Cotesto senso di smarrimento, di arbitrio, di disperata aridità, di dolorosa impotenza è espresso dal Borgese ora con cupo ardore, ora con sarcastica distanza e, ciò che nuoce alla purezza artistica del romanzo, talvolta anche con una eloquente prosa discorsiva e disputante che, mentre stringe e persuade il lettore, lascia pure il sospetto che quelli dello scrittore siano ancora per qualche parte i vecchi metodi di violenza, così cari al critico animoso e all'avventuroso giornalista.
Ma per quante riserve particolari si possano fare sulle qualità artistiche del Borgese, è doveroso riconoscere che il suo romanzo, non solo è uno dei più notevoli fra i romanzi degli ultimi venti anni, ma, per il suo valore psicologico, vien subito dopo i più significativi romanzi dannunziani; e, per tal via, anche si è tratti a riflettere che il Borgese, dall'assottigliato esercito dei nostri giovani fra i quaranta e i cinquant'anni (gloriosa fauna parassitaria della letteratura contemporanea) cresciuti alla scuola di un'ebbra dialettica e di una burrascosa e corruscante cultura europea, è uno dei pochi che esca a riassumere i caratteri della sua età in opere di più ampio respiro e di maggiore resistenza espressiva. Il Borgese ha pubblicato anche un volume di versi (Poesie, Milano, Mondadori '22) dove, in forme non ancora liberate di poesia, ma tuttavia assai ricche di ‘temperamento’, ci viene segnando gli accenti della sua anima adulta: poesia prevalentemente autobiografica, ma in cui la ‘confessione’, spesso stridula e sarcastica, non si indugia in convenzionali squisitezze letterarie, ma creandosi forme ritmiche e violente e dissone persuade l'animo al rispetto come per una irrequietudine sinceramente sofferta.
1899 L'arte 06Altre opere: 1. I vivi e i morti (Milano. Mondadori. 1924); 2. La città sconosciuta (ivi, 1924); 3. L’Arciduca, dramma (ivi, 1927); 4. Le belle (ivi, 1927); 5. Il sole non è tramontato (ivi, 1929); 6. Giro lungo per la primavera (Milano, Bompiani, 1930); 7. Tempesta nel nulla (Milano, Mondadori, 1931); 8. Il pellegrino appassionato (ivi, 1933); 9. Atlante americano (Modena, Guanda, 1936).
Nel ventennio fascista, dopo il 1931, il Borgese è vissuto sempre in America, e si è fatto autore di un Goliath, opera polemica contro il fascismo di cui cerca d'indagare le origini nella storia d'Italia. L'opera, apparsa in un inglese molto colorito, circola in Italia nel testo italiano, nell'edizione ^Mondadori (194G). Nel ventennio fascista, dopo il 1931, il Borgese è vissuto sempre in America, e si è fatto autore di un Goliath, opera polemica contro il fascismo di cui cerca d'indagare le origini nella storia d'Italia.
L'opera, apparsa in un inglese molto colorito, circola in Italia nel testo italiano, nell'edizione Mondadori (1946).
Sul B. cfr.: A. Momigliano, in Impressioni di un lettore contemporaneo; V. Pancrazi, in Scrittori d'oggi, I e II; G. Ravegnani, in I contemporanei: A. Tilgher, nella Stampa, 15 giugno '21, e nel Secolo, 20 luglio '22; N. Moscatelli, nel Tempo, 18 giugno ‘21; F. Moscarelli, nel Mondo, 9 giugno '22; E. Cecchi, nella Tribuna, 24 giugno '22; F. Flora, nell’Azione, 1 luglio '22; R. Simoni, nel Corriere della Sera, 14 luglio ‘22; A. Onofri, nelle Cronache d'Italia, 20 luglio '22.
Sul Borgese critico si veda un nostro articolo, assai severo, nella Nostra Scuola, 1-31 luglio '20 e in La critica letteraria contemporanea, II (Bari, Laterza, 1942, pp. 272-94); E. Palmieri, Borgese, Napoli, 1927); C. Sgroi, Il teatro di G. A. Borgese, Napoli. 1932); G. Mauzot, Critica su Borgese, in Civiltà moderna, IV, 1932; A. Gargiulo, Letteratura italiana del Novecento ( Firenze, Le Monnier, 1940. pp. 113-l8, 177-91; L. Tonelli, Alla ricerca della personalità, I (Milano, 1923); A. Marpicati, Saggi di letteratura (Firenze, 1934).
Per l’aspra polemica, che dura da un trentennio tra il Croce e il Borgese, si veda La Rassegna d'Italia, Milano. 1947, I e V, diretta da F. Flora.

Borgese Maria (nata Freschi).
1899 L'arte 07Nata a Firenze il 3 aprile 1881; m. a Milano il 21 luglio 1947. Sposata a Giuseppe Antonio, e madre di Leonardo e di Giovanna.
Nel 1939 G. A. Borgese, ottenuta la cittadinanza degli Stati Uniti, ove si trovava dal 1931, chiese e ottenne il divorzio. La Maria Freschi cominciò a collaborare con versi e novelle a varie riviste. Dopo che a Firenze, visse a Torino, a Roma, a Mestre, a Berna, e infine dal 1918-19 a Milano. Opere: 1. I canti dell'alba e della sera, sotto il pseudonimo di Ennni (Torino, STEN, 1909); 2. La contessa Lara, una vita di passione e di poesia nell'800 italiano (Milano, Treves, 1930); 3. Aurora l'amata (ivi, 1930) ; 4. Le meraviglie crescono nell'orto, romanzo (seguito di Aurora, ivi, 1932); 5. La collana d'Asfodeli, poesie (Milano, La Prora, 1932): 6. Dodici donne e due cani, novelle (Milano, Ist. Ed. Ital., 1935): 7. Costanza Perticari nei tempi di Vincenzo Monti (Firenze, Sansoni, 1941); 8. Quelli che vennero prima, romanzo (Milano, Ist. di Propaganda libraria, 1942); 9. Benvenuto, romanzo (Milano, Garzanti, 1945): 10. La pelle della volpe, novelle per bambini (Firenze, Marzocco, 1946): 11. L'appassionata di Byron, con le lettere inedite fra lord Byron e la contessa Guiccioli (Milano, Garzanti, 1949). È questo l'ultimo libro, uscito postumo: ma già finito di scrivere nel 1944.
Dal punto di vista storico, è il più importante dei libri di Maria Borgese Ha lasciato diverse opere inedite, fra le quali: un saggio su Giovanni Verga, studiato nella corrispondenza con Felice Camerotti, in parte uscito nel 1935 sulla rivista Occidente; una storia dei rapporti amorosi fra G. Verga e Giselda Foianesi, la moglie di M. Rapisardi, uscita quasi per intero nella Nuova Antologia del 1937 col titolo: Anime scompagnate).

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