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Pasquale Villari

Storico e uomo politico (Napoli 1826 - Firenze 1917), fratello di Emilio. Esule a Firenze dopo aver partecipato al moto napoletano del 1848, insegnò storia all'univ. di Pisa (1859) e all'Istituto di studi superiori di Firenze (1865-1913). Socio nazionale dei Lincei (1878), deputato (1870-76; 1880-82), senatore (dal 1884), fu ministro della Pubblica istruzione (1891-92), presidente della Dante Alighieri (1896-1903), collare della Ss. Annunziata (1910). Come storico, si guadagnò larga fama con La storia di Girolamo Savonarola e de' suoi tempi (2 voll., 1859-61) e con Niccolò Machiavelli e i suoi tempi (3 voll., 1877-82), cui seguirono: I primi due secoli della storia di Firenze (2 voll., 1893-94); Le invasioni barbariche in Italia (1900); L'Italia da Carlo Magno alla morte di Arrigo VII (1910). Fu anche uno dei più autorevoli studiosi della questione meridionale (Lettere meridionali, 1878; Scritti sulla questione sociale in Italia, 1902). Notevoli inoltre i suoi scritti filosofici (raccolti in Arte, storia e filosofia, 1884; Scritti varî, 1894), che ne fanno uno degli iniziatori del positivismo italiano.

 
  • 1893 - Pasquale Villari - Dove andiamo?

    1893 - Pasquale Villari - Dove andiamo?

    Lunedì, 22 Ottobre 2018 - 137.17 Kb - pdf - eb6ce1809d38cb92397ddad82d3be73f - Pasquale Villari, Dove andiamo?, Tipografia della Camera dei Deputati, Roma, 1893[...] Invece di guardare in faccia la realtà delle cose, di affrontare francamente le difficoltà, si cominciò a girarle. E quando il deficit cresceva, tutta l'arte consisteva, non già nel sopprimerlo, ma nel nasconderlo. Si presentavano come destinati a sollievo della finanza, provvedimenti, i quali o lasciavano il tempo che trovavano, o peggioravano sempre più le condizioni del bilancio.E avemmo spese che non dovevano parere spese, debiti che non dovevano parere debiti, ed economie che non erano economie. Fu un continuo far vedere la luna nel pozzo. Ma quello, che veramente è strano, il più delle volte nessuno s'ingannava, e tutti capivano. Se la cosa veniva condotta con sottile accorgimento, presentata con garbo, pareva che la nostra coscienza riposasse tranquilla. Sembrava che si volesse solamente, come dicevano nel Cinquecento, un bellissimo inganno. [...]

  • 1866 - Pasquale Villari - Di chi è la colpa?

    1866 - Pasquale Villari - Di chi è la colpa?

    Martedì, 23 Ottobre 2018 - 214.22 Kb - pdf - 736d41c87ad4c1a85d38a3ffbfd4a6bb - Scritto di Pasquale Villari, pubblicato per la prima volta sul Politecnico di Milano nel 1866 e ri-pubbicato nel 1878 e nel 1884. Ho corretto il testo basandomi sul libro Pasquale Villari, Le lettere meridionali e altri scritti..., Guida Editori, Napoli 1979. Ho, inoltre, aggiunto alcune note esplicative relative a fatti e personaggi. Alla fine del testo ho inserito alcuni estratti da Il Giornale illustrato, Anno III, Firenze 1866 che parlano della sconfitta navale di Lissa (1866) che ha originato questo scritto. [...] La burocrazia è divenuta una delle macchine più potenti e più necessarie nei governi così complicati delle società moderne.Essa ordina il lavoro; accumula esperienza; raccoglie quel numero infinito di cognizioni speciali e necessarie, che la pratica solamente suggerisce; forma le tradizioni degli affari.Ma tutti i governi burocratici sono minacciati da una malattia che, se si lascia propagare, e non vi si pone efficace rimedio, è capace di consumare il più forte organismo sociale. I Francesi la chiamano routine, ed il Mill la definisce, dicendo che è la malattia che affligge i governi burocratici, e di cui generalmente essi muoiono. 'Periscono, egli osserva, per la immutabilità delle loro massime, ed ancora più per quella legge universale, per cui tutto ciò che diviene routine perde il suo vitale principio, e non avendo più la mente che operi dentro, procede, girando meccanicamente, senza che più ne risulti l'opera che era destinato a produrre. Una burocrazia tende sempre a divenire una pedantocrazia'. [...]

  • 1868 - Pasquale Villari - Libertà o anarchia

    1868 - Pasquale Villari - Libertà o anarchia

    Mercoledì, 31 Ottobre 2018 - 118.07 Kb - pdf - f60df5451ddabf623eff97d530265822 - Pasquale Villari, Saggi di storia, di critica e di politica, Firenze 1868, pp. 423-442.[...] Procedendo a questo modo, le istituzioni parlamentari si discreditano, e noi possiamo arrivare a quella specie di lenta anarchia che è la tisi del corpo sociale. Questo è un dramma che è stato spesso rappresentato, ed in fondo ad esso si è qualche volta trovato una carica di cavalleria ed il colpo di Stato.Queste, per fortuna, sono ancora in Italia cose impossibili, che niuno oserà o vorrà mai tentare. Ma non bisogna far troppo a fidanza cogli eventi. Vi sono dei giorni funesti in cui lo scontento dell’incertezza passa la misura, e le moltitudini accecate riguardano una certa rovina delle libertà, come un riposo. Questo solo desiderio è una maledizione che toglie alle nazioni secoli di vita; la sfiducia che ci ha invasi, è già sventura di cui, ogni giorno, sentiamo più grave il peso e la colpa. [...]I due partiti saranno subito più cauti nel reclutare le proprie forze; cercheranno e chiederanno che, insieme col voto, ci sia l'uomo. Essi dovranno lottare sotto la bandiera di opposti principii, con i quali solamente possono costituirsi; e così la lotta ritornerà feconda. La sinistra sarà dal contatto colla realtà frenata nei limiti del possibile, e la destra sarà dal pericolo continuo costretta ad essere più unita e più audace.I due avversari non si combatteranno meno; ma si stimeranno di più. [...]

  • 1885 - Pasquale Villari - Lettere Meridionali

    1885 - Pasquale Villari - Lettere Meridionali

    Martedì, 13 Novembre 2018 - 1.45 Mb - pdf - aad29a51f768967bd998cf43ffec7e28 - Ho aggiunto altri contenuti a Lettere Meridionali' di Pasquale Villari (1827-1917), conservatore illuminato, allievo ed amico di Francesco De Sanctis (1817-1883), maestro di Gaetano Salvemini (1873-1957).Il Villari è stato un grande storico, ottimo scrittore, fervente meridionalista. I suoi scritti di ca. 150 anni fa sono attualissimi.Nel 1877 scriveva:Qualche Sindaco aveva detto loro: - Ma che fate? Voi avrete un viaggio lungo e penoso, a cui le donne, i bimbi, i vecchi non reggeranno; per arrivare in un paese dove troverete la febbre gialla. E gli era stato risposto con calma: - Lo sappiamo. Ma l’inverno si avvicina e abbiamo dinanzi la fame. Peggio di così non ci può toccare. Ci assicuri contro la fame e non partiremo. ...

  • 1909 - P. Villari - Ancora sulla questione meridionale

    1909 - P. Villari - Ancora sulla questione meridionale

    Martedì, 13 Novembre 2018 - 90.67 Kb - pdf - 47075036c66c4ffa273ece0885f56351 - Pasquale Villari, Scritti sulla emigrazione e sopra altri argomenti vari, Bologna, Nicola Zanichelli, 1909, pp. 181-186[...] Dovrebbe essere certo possibile, se ci pensassimo, non peggiorare almeno lo stato delle cose, come pur troppo qualche volta è avvenuto. Abbiamo noi pensato alle conseguenze di quello che facevamo, quando abbiamo sgravato il bilancio dello Stato, aggravando quello di Comuni indebitati e poveri, imponendo loro doveri e carichi, che essi erano materialmente incapaci di sostenere?Questo assai spesso li ha indotti ad aumentare le tasse in modo da promuovere le ribellioni. [...]

  • 1909 - Pasquale Villari - L'emigrazione italiana nel 1908

    1909 - Pasquale Villari - L'emigrazione italiana nel 1908

    Martedì, 13 Novembre 2018 - 85.24 Kb - pdf - 83d27d6fa6802e89b26300ae9aba8119 - Pasquale Villari, Scritti sulla emigrazione ed altri argomenti vari, Bologna, Zanichelli, 1909, pp. 457-467[...] Se Voi pensate che nella sola Nuova York sono agglomerati più di 400.000 Italiani, gran parte dei quali contadini del Mezzogiorno, che vivono insieme, separati dal resto della popolazione americana, voi capirete facilmente che qui si forma un mondo, una società sui generis, che merita di essere studiata. Anche le altre centinaia di migliaia che arrivano ogni anno a Nuova York, e si diffondono negli Stati Uniti, sono in maggioranza contadini del Mezzogiorno; vivono a gruppi, e fino a che non riescono, dopo due o tre generazioni, ad essere americanizzati, formano più o meno parte di quella stessa società. [...]

  • 1909 - Pasquale Villari - Emigrazione e sue conseguenze

    1909 - Pasquale Villari - Emigrazione e sue conseguenze

    Mercoledì, 14 Novembre 2018 - 214.10 Kb - pdf - 8146dcbaeca8972696583fc55465c28d - Pasquale Villari, Scritti sulla emigrazione ed altri argomenti vari, Bologna, Zanichelli, 1909, pp. 1-51[...] Molti sono i libri americani che esaminano gli effetti che la nostra emigrazione può avere negli Stati Uniti; pochi sono fra noi quelli che esaminano l'analogo problema nell'interesse dell'Italia. [...]Unico conforto, per alcuni almeno, pareva che fosse il dire: Sono fenomeni che s'avverano solo nel Mezzogiorno, sono conseguenza della questione meridionale. Nel Settentrione invece l'emigrazione non assume questo carattere morboso; essa rimane normale e benefica, è una manifestazione naturale delle forze esuberanti del paese. E così s'illudevano e si contentavano. Facevano un po' come lo struzzo, che nasconde la testa nell'arena, per non vedere.

  • 1909 - Pasquale Villari - Un Americano giudica l'emigrazione

    1909 - Pasquale Villari - Un Americano giudica l'emigrazione

    Mercoledì, 14 Novembre 2018 - 93.84 Kb - pdf - 6696cc88c12e8a9be11bfb6b60c66ae7 - Pasquale Villari, Scritti sulla emigrazione ed altri argomenti vari, Bologna, Zanichelli, 1909, pp. 52-65[...] Bisogna aver compassione di quel paese, che perde la sua più valida popolazione, e congratularsi con quello che la riceve.[...] Il solo rimedio che l'Italia possa applicare efficacemente a questi mali è di rendere la sua popolazione così soddisfatta e contenta da non farle più venir la voglia di abbandonare il proprio paese. [...]

  • 1909 - Pasquale Villari - Un tedesco giudica l'Italia

    1909 - Pasquale Villari - Un tedesco giudica l'Italia

    Mercoledì, 14 Novembre 2018 - 148.59 Kb - pdf - 7885bd77f55bb178ed6fa00f69222c1f - Pasquale Villari, Scritti sulla emigrazione e sopra altri argomenti vari, Bologna, Nicola Zanichelli, 1909, pp. 129-148Da www.money.it: [...] Al 1 gennaio 2018 sono 242mila gli avvocati regolarmente residenti in Italia. Ci sono quindi circa 4 avvocati ogni 1.000 abitanti. Rispetto al 2017 c’è stato un tasso di crescita dello 0,4% per il numero di avvocati iscritti all’Albo, una percentuale che continua a calare con l’avanzare degli anni. Pensate infatti che tra il 1998 e il 1999 c’è stata una crescita del 10%, mentre tra il 2016 e il 2015 dell’1,9%. […] Rispetto al 1996 comunque ci sono circa 180 mila avvocati in più in Italia, anno in cui c’era circa 1 legale ogni 1.000 abitanti; e questo è uno dei motivi per cui allora i guadagni degli avvocati erano ben più alti.

  • 1909 - Pasquali Villari - L'industria a Napoli

    1909 - Pasquali Villari - L'industria a Napoli

    Mercoledì, 14 Novembre 2018 - 139.48 Kb - pdf - 984705df0e1c170ebe983a1a77d3fbeb - Pasquale Villari, Scritti sulla emigrazione e sopra altri argomenti vari, Bologna, Nicola Zanichelli, 1909, pp. 149-167[...] Che il dazio consumo a Napoli sia enorme non v'ha dubbio. Basta osservare che pel vino si pagano lire 11,50 l'ettolitro, lire 55 per un bove o un manzo, lire 33 per una vacca, lire 33 per un vitello, e pei suini lire 15 il quintale. A Milano per le stesse voci, si pagano rispettivamente lire 8, 7,50, 5,50, 5,50, 7. Se a Napoli si applicasse la tariffa di Milano, l'entrata sarebbe diminuita di lire 8.292.000. Ma è da osservare, che la recente diminuzione dell'entrata si è avverata anche nelle voci che non subirono nuovo aggravio. Un aumento si è invece avuto solo nel granturco e nei fagiuoli. Ciò prova che la popolazione di Napoli va consumando sempre meno carne, meno grano, meno vino e più granturco, più fagiuoli. [...]

  • 1909 - Pasquale Villari - Questione sociale e Meridione

    1909 - Pasquale Villari - Questione sociale e Meridione

    Martedì, 24 Settembre 2019 - 109.81 Kb - pdf - ef77c79485e4b52bcae4720dbbbebeab - Pasquale Villari, Scritti sulla Emigrazione e altri argomenti vari, Bologna, 1909[...] Un fatto assai notevole e ben conosciuto è che quasi tutta l'emigrazione italiana è in grandissima maggioranza di coltivatori dei campi, di gente più o meno del contado. La popolazione cittadina, propriamente detta, assai di rado emigra. Si tratta di una questione principalmente, sostanzialmente agraria. E tale mi apparve sin dal primo momento in cui mi occupai della questione sociale in Italia, specialmente nel Mezzogiorno. Quando esaminai i processi del brigantaggio in quelle provincie, vidi che i briganti erano quasi tutti contadini, che s'erano dati alla campagna per vendicare qualche ingiuria patita.I salari erano sempre salari della fame, le sofferenze, la miseria grandissime. Ebbi lettere di ufficiali dell'esercito, che facevano la campagna contro il brigantaggio, e spontaneamente mi scrivevano per darmi ragione, per dirmi che erano meco pienamente d' accordo.Tutto questo nell' Italia meridionale si spiegava colla secolare oppressione, colle condizioni deplorevoli di civiltà in quelle provincie. Ma io dovetti osservare che in altre non poche parti d'Italia, in diverse proporzioni, con caratteri diversissimi, si riproduceva più o meno lo stesso fenomeno. C'era sempre un vero contrasto, un grande squihbrio fra la città e la campagna. Andando a Milano si vedeva un grande progresso industriale e sociale, una città tale da non avere invidia alle principali metropoli d'Europa. Ma se si andava pochi chilometri fuori della cerchia daziaria, era subito un altro mondo. Si trovavano ancora le condizioni tanto deplorate dall'on. Jacini: la malaria delle risaie, le case umide, i salari insufficienti, la pellagra che faceva strage. [...]

  • 1882 - Pasquale Villari - L'Italia giudicata da un meridionale

    1882 - Pasquale Villari - L'Italia giudicata da un meridionale

    Martedì, 20 Aprile 2021 - 185.86 Kb - pdf - ebf90b1efdaaf48eb446df9812ce1838 - Pasquale Villari in Nuova Antologia, Vol. 36, Fascicolo 23, 1 Dicembre 1882.[A proposito del libro: Governo e governati, Bologna 1882. Volumi 2 del prof. Turiello].[...] “e i colpi di rivoltella sono a Napoli continui”. Un amico che qui non lasciava mai la pistola, mi disse che, andato in Turchia corrispondente di giornali, si avvide con sua grande maraviglia come colà uscisse spesso senza la sua arma, la quale egli a Napoli non dimenticava mai”.[...] “Le nuove leggi, dice il prof. Turiello, han tolto alle clientele ogni freno, han fornito loro una nuova e sconfinata palestra, e le hanno riconosciute legalmente personificate in uno o in pochi: han confuso la politica coll'amministrazione.... Vedremo qual grido di dolore si levi da tanto strazio; ma esso non ha eco tra i politicanti in patria ed in Roma.... È difficile trovare nel mondo civile un ambiente in cui l'uomo si senta meno libero di quello in cui vive nella più parte dei comuni napoletani. Chi vi nacque e ne esce, si vede che preferisce viver fuori dovunque, purché viva; chi ci capiti, come un maestro o una maestra, prova subito punture e difficoltà infinite, tra il cozzo delle diverse clientele o per la sopraffazione d'una sola. Con chi voterà, a chi si accosterà, chi visiterà per il primo? Questi problemi gli saran subito mostrati gravissimi; e la vita successiva, come che si risolva, sarà una battaglia quotidiana. Tali sono in effetto, da venti anni, le libertà locali nella più parte del Napoletano” (Vol. I, pag. 262-4). [...]

  • 1918 - G.B. - Pasquale Villari: l'opera storica

    1918 - G.B. - Pasquale Villari: l'opera storica

    Venerdì, 20 Gennaio 2023 - 304.11 Kb - pdf - 9e3a2eab76fc0b29c07a9143d4a59336 - G. B., Nuova Rivista Storica, Intorno all’opera storica di Pasquale Villari, Vol. II, Fascicolo 1, 1918, pp. 77-81Circa diciassette anni or sono, allorché Pasquale Villari non era, come adesso, l'annoso vegliardo, che attende stanco l'ora sua, ma si trovava ancora nel pieno dell'autorità e della potenza e udiva sotto la sua casa squittire da torno i pappagalli lusingatori, un giovane oscuro, uscito appena da uno dei maggiori istituti superiori italiani, con l'animo pieno di febbrile interessamento, non per la cattedra di ginnasio o liceo da occupare, ma per tutte le idee che egli aveva apprese, che aveva meditate, o che invano aveva ricercate e sperato di attingere, dettava sull'uomo, universalmente considerato quale il principe della storiografia italiana, un breve studio critico, non precisamente un'apologia. Quel giovane, che troppo intimi rapporti conserva con l'autore di questi righi, aveva il torto di credere che in questo basso mondo le idee dovessero, agli occhi degli uomini, serbare il valore che reca il loro contenuto medesimo e non già quello che loro conferiscono i riguardi mondani ; quell'ingenuo aveva il torto di pensare che la repubblica delle lettere in Italia fosse qualcosa di somigliante, poniamo, alla repubblica filosofica hegeliana, di cui egli allora ansiosamente leggeva, con la sua destra e con la sua sinistra, coi discepoli sempre vigili, sempre animati dal fuoco sacro, pronti a battersi al primo richiamo dell'Idea. Egli credeva in tutte queste cose, e altre moltissime restavano ancora a lui ignote. Ragione per cui accadde che quel suo scritto,giovanile di diciassette anni or sono non dovesse mai essergli perdonato ...

  • 1876-Pasquale Villari-Regioni ed altro

    1876-Pasquale Villari-Regioni ed altro

    Sabato, 25 Maggio 2024 - 250.69 Kb - - bbecaf45474fae1e01976bb797770c25 - Pasquale Villari, Le lettere meridionali ed altri scritti, Roma Torino Firenze 188526 settembre 1876 ...Una volta essa [la Sinistra] si opponeva alle tasse, pur necessarie per ottenere il pareggio; era contraria agli eserciti regolari; fidava troppo nei mezzi rivoluzionarii. Tutto questo è già mutato; il ministro Ricotti, per esempio, trovò nella Sinistra un valido appoggio a formare il nuovo riordinamento dell’esercito. I due programmi si avvicinavano sempre di più, e questo può dirsi un grande trionfo della Destra, o almeno dei principii che essa aveva sempre sostenuti, e che gli avversarii, dopo averli combattuti, dovevano adottare.La Sinistra diveniva così sempre più governativa. ...
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