La Repubblica 26 maggio 1998
Il capogruppo dei Ds al Senato: è ora di fare le primarie, la gente è stanca dei candidati scelti a tavolino
Politica sbagliata al Sud
Salvi al governo: risposte mancate sul lavoro
di Sebastiano Messina
“Il primo dato che colgo è un ulteriore calo dei votanti. Vuoi dire che elezione dopo elezione … “.
Gli italiani cominciano a stufarsi.
"Beh, da un lato è così. C'è una caduta di fiducia nei confronti del sistema politico. Senza enfatizzarlo, senza drammatizzarlo, però è una costante degli ultimi anni che richiede una riflessione".
Ma un messaggio ai partiti l' avranno pure lanciato, i dieci milioni chiamati a votare. O no?
“Sarebbe un errore cercare una traduzione automatica del voto per i sindaci sul quadro politico nazionale. La mia impressione è che ci sia una tenuta sostanziale del nostro elettorato. Con l'eccezione della Sicilia e della Sardegna, dove il risultato è inquietante per l'Ulivo”.
E’ il segno che cresce la delusione del Sud per il lavoro e lo sviluppo che ancora non si vedono.
“Non generalizzerei, perché a Reggio Calabria abbiamo un dato in controtendenza … “.
In compenso a Lecce e a Messina il Polo ha sostituito già al primo turno i sindaci dell’Ulivo. “Certamente se si fa un bilancio complessivo del voto nel Mezzogiorno si evidenzia un grande punto di sofferenza: il lavoro e lo sviluppo. Evidentemente i cittadini hanno la sensazione di non aver avuto da parte nostra risposte convincenti”.
Dev'essere una sensazione fondata, a giudicare dalle dimensioni del voto.
“Ci mancherebbe altro. Altrimenti avrebbe ragione Bertolt Brecht, e dovremmo sciogliere il popolo. Poi in Sicilia c'è la questione giustizia, sicurezza e legalità: altro punto dolente”.
E di chi è la colpa, se nel Sud mancano drammaticamente lavoro, legalità e sicurezza?
“Abbiamo già detto che lo straordinario risultato della moneta europea era la prima tappa, e che ora ci sono grandi questioni da affrontare, a cominciare da questa dello sviluppo del Mezzogiorno. Ecco, io tradurrei questo segnale come conferma della necessità di un forte impegno politico per aumentare il lavoro e la sicurezza nel Sud del Paese. E' chiaro che su questi due temi non abbiamo ancora dato risposte soddisfacenti. E infatti domani mattina (oggi, ndr) il coordinamento nazionale dell'Ulivo si riunirà proprio per affrontare la questione del Mezzogiorno.
“Il governo, come è stato per i sindaci, andrà giudicato alla fine della legislatura … “.
E ci arriva, alla fine della legislatura?
“E beh, questo dato conferma che bisogna arrivarci, per completare il programma. Ma bisogna proseguire con molta determinazione”.
Guardando alle poltrone aggiudicate già al primo turno Polo batte Ulivo per 6 a 3 alle provinciali e per 4 a 3 alle comunali.
Voi democratici di sinistra, non avete nulla da rimproverarvi di fronte a questi risultati?
“Stando alle notizie che ho fino a questo momento i risultati di lista dei Ds sono dati ... positivi. Però è anche vero che una delle ragioni per cui abbiamo lanciato l'innovazione del partito, e cioè la riduzione della frammentazione del sistema, è ancora lì”.
E infatti i socialisti si sono presentati per conto loro, in qualche caso sfidando l'Ulivo.
“Ecco, diciamo che i risultati ancora non si vedono. L'obiettivo non è stato raggiunto”.
Era sbagliato il progetto di D'Alema?
“Diciamo così: l'intuizione era ed è giusta. Però c'è ancora molto da lavorare, perché non è passata fino in fondo. So che il mese prossimo faremo un seminario di due giorni, con i gruppi dirigenti allargati per vedere di andare oltre il congresso di Firenze: darsi un nuovo statuto, fare un'operazione di apertura, rilanciare il dialogo con altre forze della sinistra che non hanno aderito … “.
Anche l'Ulivo esce indebolito da questa tornata elettorale. Primi scricchiolii?
“Dobbiamo darci una struttura nazionale forte, persuasiva e convincente. Scrivere regole statutarie. Parlare con voce unica al Paese. Altrimenti le crepe che abbiamo visto in questa campagna elettorale si allargheranno”.
In qualche città i vostri elettori dicono: l'Ulivo ha perso perché i partiti avevano scelto pessi-mi candidati. Se ci fossero state le primarie ...
“La questione delle primarie ormai è stramatura: il cittadino accetta sempre meno, e ha ragione, di guardare solo il simbolo e non la persona. La gente è stanca dei candidati scelti a tavolino, in base ad accordi tra i partiti. Gli stessi volontari, quelli che una volta chiamavamo militanti, si sentono spesso tagliati fuori da decisioni prese dall'alto. Ecco, una struttura nazionale dell'Ulivo può consentire di affrontare il problema una volta per tutte”.
Insomma, dopo che l'Italia è entrata in Europa, i partiti devono entrare nell’Ulivo ...
“Come dice un mio collega, dopo lo Sme ci vorrebbe lo Spe: un sistema politico europeo. Ci stiamo lavorando”.
1998 - Politica sbagliata al Sud
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