Anonimo (Felice Borri?), Storia dei ladri nel Regno d'Italia da Torino a Roma, Torino 1872 (Leggi)

Da Illustrazione italiana del 1879
Da Illustrazione italiana del 1879
La "storia dei ladri in Italia" è in rete e l'ho caricata nella categoria "Risorgimento", divisa in tre parti, perché nel testo originale ho inserito numerosissime Note mie (Leggendo il testo ho raccolto moltissimo materiale, che, per esigenze di spazio, non ho pubblicato).
Ho accluso un commento di Giorgio Frasca Polara.
Una citazione dall'opera:
"Uno dei primi principi dell'ordine morale è il non rubare, ed una volta che questo principio in Italia sia restaurato insieme con tutti gli altri, non avremo più furfanti, od almeno in piccolissimo numero; verrà rispettata la roba altrui, non ci saranno più né rapine, né aggressioni, né assassini [...] Ma sgraziatamente m'ingannai nelle mie speranze e nei miei ragionamenti. [...] però quanto ai principi dell'ordine morale restarono come prima e peggio di prima. Si continuò a rubare, si progredì rubando e si ruba sempre".
L'edizione del 1872 contiene all'inizio una Avvertenza al "libraio ed editore" Borri  da parte dell'autore.
Altra citazione dal testo: "[Il ladro della bandiera italiana] Era perciò conterraneo di quel Quintino Sella, il quale confessò che in Italia dopo la rivoluzione s'era molto abbassato il diapason morale.
1879 Illustrazione italiana
1879 Illustrazione italiana
Quest'abbassamento di diapason si vede principalmente nei furti; imperocché il principio morale che più torna a conto di violare è quello che dice: Non rubare. Chi non crede a nulla, ruba, se può farlo impunemente, e se per la sua dignità e qualità non può venir condotto davanti i tribunali, né condannato alla galera".
Alcune mie domande: in Italia si ruba meno, come o più di prima? La mia risposta è semplice: si ruba più di prima. Inoltre c'è anche questo maledetto Coronavirus! Quando sarà stato sconfitto ne vedremo delle belle...!
E' storiograficamente assodato che l'Unità d'Italia fu fatta alquanto alla carlona (non voglio calcare la mano!). La "Storia" che ci è stata propinata (e ancora ci si propina) è stata scritta dai "vincitori". E lasciamo perdere i vari "revisionisti", i neo-borbonici ed i vari "para..."!
Ho reso più scorrevole e leggibile il testo (scritto comunque bene), correggendo alcune parole (a', de', pel, alli, c'induce, aii ecc.).
Alcuni "sfondoni" nel testo (per esempio il caso dell'architetto Carlo Falconieri), sono dovuti, secondo me, al carattere di "cronaca", quasi dal vivo, dello scritto; cosa che a mio avviso rappresenta il suo maggior pregio.
Per rendere il modo di vivere e di vestire dell'epoca, ho inserito (a casaccio!) molti disegni tratti da L'Illustrazione italiana del 1879.