Parte II
1872 - Felice Borri - Storia dei ladri - II
Anonimo (Felice Borri?), Storia dei ladri nel Regno d'Italia da Torino a Roma, Torino 1872
Doveva ragionevolmente sperarsi che, fatta l'Italia, i ladri e i latrocini cesserebbero del tutto, o almeno diminuirebbero in guisa da non dar più luogo a gravi lamenti. Conciossiaché si dicesse che gli assassini, onde era molestata la Penisola, principalmente derivavano dal trovarsi frastagliata, disgiunta, sotto governi clericali epperò pessimi, che non accordavano le guarentigie costituzionali, non conoscevano l'ordine morale, né l'arte di instaurarlo. Questo diceva il Conte Cavour nel Congresso di Parigi del 1856, e ripeteva Lord Clarendon oratore per la Gran Bretagna. Questo stampava la Gazzetta Ufficiale Piemontese, e ristampavano gli altri giornali italianissimi e gli inglesi. Questo asserivano i deputati in Parlamento e gli scribacchiatori nei loro opuscoli: le proprietà erano mal sicure in Italia per la mala signoria dei governanti. Di che, ripeto, doveva sperarsi che, fatta l'Italia, i latrocini comincerebbero dal diminuire, e poi, di mano in mano che gli Italiani vivessero sotto la nuova ottima signoria, educati alla scuola della libertà e del progresso, cesserebbero del tutto. [...]
Data creazione | Lunedì, 10 Maggio 2021 |
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Categoria | Risorgimento |
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