Il 10 febbraio 1848 il re borbone Ferdinando II, sotto l'urto della sommossa esplosa prima a Palermo ed estesasi in gran parte del Regno delle Due Sicilie, concesse la Costituzione e con essa la libertà di stampa. In tale contesto Napoli si ritagliò un ruolo particolarmente attivo, diventando proprio con la pubblicazione de L'Arlecchino, giornale comico politico di tutti i colori, la culla del giornalismo umoristico italiano; al foglio va il merito di aver stimolato in seguito un incredibile proliferare di testate. Il titolo rimanda alla maschera della commedia apparsa in teatro nella seconda metà del XVI secolo. Infatti già dal primo numero, viene rappresentato sul frontespizio Arlecchino sopra una "ruota" nell'intento di affilare "la penna" e raccontare ai suoi lettori la sua storia e le sue intenzioni.
L'Arlecchino, foglio satirico-umoristico, incontrò sin dal principio il favore del pubblico per la sua vena battagliera e mordace, audace ma non violenta, tale da non urtare il buon gusto dei lettori e risultare invece "il più letto, il più salace e il più popolare di tutti i giornali del '48".
Salvatore Di Giacomo ci conferma che "L'Arlecchino era divorato da tutta Napoli" e addirittura lo stesso Ferdinando II "al quale ne portavano un esemplare ogni sera, aveva sinceramente confessato a qualcuno di non poter fare a meno della piacevolissima lettura, alla quale, dopo cenato, con un sigaro in bocca, s'abbandonava lietamente prima di porsi a letto".
La vita del foglio fu piuttosto travagliata. Il 15 maggio 1848 la redazione de L'Arlecchino fu invasa dai soldati svizzeri e il direttore, Emmanuele Melisurgo, vi rimase da solo per distruggere quanto potesse essere ritenuto sovversivo e ostile al regime borbonico. Lo studioso Alfredo Giovine sostiene che il direttore stesso venne condotto dai soldati svizzeri verso il Palazzo Reale e lì riconosciuto anche come "l'ingegnere" della barricata di San Ferdinando e perciò fu segnalato per l'immediata fucilazione nei fossi del Castello. Fu salvato da un ufficiale della fanteria marina che lo mandò a bordo di un bastimento ancorato nella Darsena.
Dopo tale avvenimento il giornale venne sospeso per due settimane, per poi riprendere indisturbato la sua uscita con il n. 44 del 29 maggio 1848, fino al 14 aprile 1849. Successivamente, poiché il procuratore del re lo aveva classificato come giornale politico e perciò sottoponibile ad una tassa speciale, il foglio non uscì per oltre un mese. In seguito le pubblicazioni ripresero il 28 maggio con il n. 88, per poi concludersi il 16 giugno 1849 per volontà del procuratore generale presso la Gran Corte criminale di Napoli che ne chiedeva la soppressione.
Fonte: https://www.senato.it/3424?categoria=100
L'Arlecchino, N.4, Anno I, 27 marzo 1848
Notizie
L'Aquila a due teste, che da lungo tempo lasciava credere di non averne nessuna, va perdendo in Lombardia le ali e gli artigli. Le notizie ultime, che speriamo più veridiche di quelle del Lampo ci narrano fatti gloriosi di Milano, di Mantova e d'ogn'altra terra Lombardo Veneta, non esclusa la Valbrembana, patria di Noi Arlecchino per la grazia di chi volete voi. Dal vicino Piemonte e della Svizzera corre un torrente d'armati ad ingrossare la rivolta vittoriosa de' Lombardi. Radetzski, Torresàni e Bolza si narra cho sono stati uccisi: riposino in pace che è ben tempo!
I falegnami Lombardi avendo visto cho Carlo Alberto non sapeva prendere lo slancio necessario per saltare il fosso, gli hanno mandato in dono un gigantesco trampolino fatto con le tavole del trono lombardo. Carlo Alberto è stato gratissimo a questo dono, e intanto ha mandato suo figlio con trentamila soldati a farne la pruova, come si fa per l'inaugurazione delle strade ferrate. Che bel vedere questo salto dal Piemonte a Milano! Speriamo che i tedeschi faranno per emulazione un salto più lungo ancora da Milano a Vienna, o più lontano, ma un bel salto da destare invidia a tutti i saltatori dell'universo. Noi promettiamo di batter loro le mani dietro, ma senza gridare bis, affinché non s'incomodino a tornare a Milano per rifare il salto.
La sera di Sabato, e la mattina e la sera di Domenica vi furono tre attruppamenti. La legge sugli attruppamenti à fatto fiasco sinora perché non sono costruiti ancora i crachat a Pietrarsa.
Non è certo così lento a mandar rinforzi in Sicilia! Ora che i Tedeschi han vinto, la nostra truppa andrà ad abbracciare i vincitori e a seppellire i morti.
Il Conte Arrivabene avendo consigliato una dimostrazione al legno Austriaco, questa fu bene accolta poiché trovò tutto l'equipaggio fregiato di coccarde tricolori.
E il comandante da quella brava persona che è (quantunque non ne sappiamo niente) facendo di necessità virtù, congedò generosamente tutti gl'italiani che volevano andarsene non potendoli più tenere.
L'Arlecchino, N.8, Anno I, 31 marzo 1848
Il grido abbasso è al minimum del prezzo.
L'altro è troppo tardi si getta in tutt'i mercati d'Italia.
I portafogli Ministeriali sono al prezzo delle carte volanti: si offrono e si rifiutano.
Gli alti gradi militari vanno a schioppettate... pe' giovani instruiti.
I gradi per la Guardia Nazionale vanno a differenti prezzi secondo l'indole dei quartieri: il prezzo della legalità è rarissimo.
Gli impieghi diplomatici corrono a prezzo di asinità.
Le cattedre vanno a prezzo degli aranci, per gli analfabeti.
Le notizie ufficiali corrono con le stampelle e costano care: vanno a prezzo della pubblicità... ministeriale.
I trattati politici sono di contrattempo: aspetta il prezzo della Lega Italiana.
Le riforme d'impieghi vanno al prezzo dei polmoni umani.
I passi del Governo costano a prezzo degli abbasso.
Le aquile politiche son divenute rare, perchè la più parte si cangiarono in gufi: alcune anche in volpi; ma non trovarono galline.
L'Arlecchino, N.16, Anno I, 10 aprile 1848
Caro Buono,
Ecco il seguito delle notizie della nostra campagna.
Al primo scontro che avemmo co' tedeschi indovinate un poco chi vedemmo nelle prime file ... nientemeno che i Gesuiti capitanati da Luigi Filippo che aveva per capo dello stato maggiore il sig. Guizot. I nostri moschetti tirarono su Luigi Filippo e molti gli passarono la pancia, tanto ch'egli cadde ferito sul suolo, e fu immediatamente portato nella tenda di Radeski. Il provinciale de' gesuiti subito corse per confessarlo, ed apprestargli gli estremi rimedi coll'acqua benedetta. A questa ora in cui vi scriviamo non è passato ancora agli eterni riposi, in extremis egli à confessato al confessore che voleva istallare il santo uffizio in Francia quando tutto ad un tratto per quei maledetti banchetti fu rovesciato il suo trono, ed egli fu costretto a fuggire e a passare a nuoto la Manica avendo nelle mani la carta francese come Cesare nuotò co' suoi commentari.
Tutte questo particolarità ci sono stato narrato dal suo confessore che abbiamo fatto prigioniero.
Poniamo fine alla nostra lettera perché i tamburi battono l'ora del pranzo... la polenta ci aspetta. Addio. Salutateci tutti i nostri amici.
L'Arlecchino, N.17, Anno I, 11 aprile 1848
Il Comandante in capo Feld-Maresciallo Radetzki ha inviata da Orozinovi una lettera al Conte Casati, Presidente del Governo provvisorio di Milano, nella quale il prode e generoso Maresciallo invoca la penna della Storia che rivendicherà al suo nome i sentimenli di umanità di cui si vanta!!!
- Il Governo Provvisorio di Piacenza ha regalato a Pio nono sei cannoni da campagna, i quali sono giunti a Bologna. Il Santo Padre gli ha destinati alla guerra santa.
- In una città d'Italia si è aperto un magnifico gabinetto, con l'insegna Fabbrica di Costituzioni. Questo gabinetto provvede di carte a tutto il mondo, e ne ha di tutte le dimensioni e colori.
- Mentre il mondo politico corre con tanta rapidità da dover temere di rompersi le gambe, da ogni parte deve udire la tremenda parola “È troppo tardi! Che diavolo!”
- Il Club degli ex-re a Londra ha mandato una lettera a Ferdinando d'Austria, invitandolo a venire a far parta del loro Club.
- L'immortale nostro Dclcarretto, fa parte in Francia di un Comitato repubblicano!!
- La Francia corre a gran passi verso il 1793! La carta monetaria è valutata a … a peso di carta!
Secreti diplomatici
Ecco quel che per ora avverrà.
L'Inghilterra farà trasportare sopra un carro sino a Milano una lancia Cannoniera che rimarrà ancorata nel Pò.
Si ignora tuttavia qual sia l'onorevole Lord incaricato di riunire la Lombardia all'Austria. Intanto i marinari Inglesi distribuiranno armi e munizioni, metteranno in punteria i Cannoni Lombardi contro le Cittadelle occupate dagli Austriaci e impediranno a questi di rispondere al fuoco dei nemici.
I Francesi vi manderanno 5,489727 spahis sotto gli ordini di Abdel Kader. Si è scelto l'Emiro per seguire la massima attuale, cioè che chiunqe abbia fatto più guerra al passato governo debba più essere ora considerato (siamo sicuri che se fosse vivo O'Connel l'Inghilterra gli avrebbe affidato la Missione di Lombardia). Una deputazione di operaj Parigini recherà in dono al popolo Milanese mezzo milione di blouse a condizione che questo insegni loro i nuovi progressi dell'arte delle barricate.
La Regina di Portogallo scriverà a Lord Palmerston per sapere quel che deve fare.
Il Re di Prussia s'interesserà per l'Italia, e però s'interpone con l'Imperatore d'Austria onde faccia ai Lombardi le stesse concessioni ch'egli ha fatto per due giorni ai suoi amatissimi popoli. Ove questo avvenga i Milanesi devono mandare a Berlino a prendere il Programma della Processione di ringraziamento che si è fatta da quel buon popolo in onore del suo amatissimo sovrano.
L'Imperatore Nicolò sta facendo tagliare tutte lo selve dei suoi regni per farne legna da fuoco onde liquefare i geli de' suoi mari per fare sprigionare le sue flotte e mandarle sulle coste d'Italia. Ha scritto agli abitanti del Caucaso e di Polonia per ottenere il permesso di far partire 200.000 soldati. Intanto scontento dell'Italia e specialmente del nostro regno, manda un suo aiutante di campo in Napoli a riprendere i due cavalli di bronzo; senza però lo iscrizioni del cav. Quaranta volendo essere severissimo.
Entrerà la bella Contessa nella tenda di Radetzki, e tanto adoprerà delle sue magiche arti che si farà cedere dal gran Generale la sua famosa spada di 65 anni e l'Italia sarà salva.
Non si può dubitare dell'esito della sua missione. Radetzki non ha mai letto la Bibbia, né la Montès può avere l'aria di una Giuditta.
L'Arlecchino, N.18, Anno I, 12 aprile 1848
Radeski à scritto al nostro governo pregandolo di non andar di fretta a mandar le truppe in Lombirdia, perché avrebbe aspettato e prometteva di non attaccar battaglia sino a che sarebbe ivi arrivato l'esercito napoletano.
- Il Ministero si fortifica. - Il gabinetto à spedito un corriere a Salerno per mandare a prendere il ministro dell'Interno, che sta a letto con la podagra.
- I tavolini de' Collegi elettorali si stanno costruendo a Santa Chiara. Il legname bisognevole a tale oggetto si sta tagliando nelle selve di Calabria. Un architetto primario è stato incaricato della situazione de' diversi tavolini. Si aspetta una legge che stabilisca la distanza di un tavolino all'altro.
- Partono i delegati per le Provincie. Questi sono i medici incaricati di andare a vedere come stanno in salute gl'Intendenti e i sottintendenti.
- I proprietari corrono di fretta al Tesoro per pagare 5 anni di fondiaria anticipata pel mantenimento delle truppe che andrà in Lombardia. Sin'ora il tesoro non à incassalo che ducati 100.000 circa.
- Il governo à ordinato pel 1 luglio una leva di 10.000 uomini, i quali formeranno l'esercito che andrà contro i fuggiti Tedeschi.
Gli equivoci
Notizie
- Al Museo mineralogico si metteranno delle grosse e spesse inferiate innanzi alle scansie che chiudono i minerali, aflinché gli onorevoli Deputati non se ne valgano come i Lazzari per convincere i loro avversari. Che peccato! cosi è tolto il caso che si apra l'ingegno a qualche deputato come accadde a Cornelio a lapide. Ciò non ostante crediamo che altri Corneli non vi mancheranno.
- Fra gli oggetti importanti che ha portato seco il nostro Reggimento partito per Lombardia, vi erano delle grandi reti da tonniaffine di pescare i tedeschi, i quali dopo il taglio dell'Oglio ed altre operazioni idrauliche dei Lombardi stanno come le rane in mezzo all'acqua. Ci sembra che sarebbe stato meglio mandar colà un reggimento di marina, e un centinaio dei nostri più bravi sommozzatori.